MotoGP, Ezpeleta: “Non ho intenzione di ritirarmi”

Carmelo Ezpeleta, classe 1946 da Barcellona, è da oltre un quarto di secolo al timone di comando del Motomondiale, attuale CEO di Dorna Sports, detentore dei diritti commerciali e televisivi del Motomondiale, oltre che della Superbike, del CEV, della Red Bull Rookies Cup, della Idemitsu Asia Talent Cup e della British Talent Cup. Sotto a sua gestione, il Mondiale a due ruote, da fenomeno di nicchia, si è trasformato in evento a rilevanza pressoché planetaria.

Un pò come fatto a suo tempo in Formula 1 dall’ex boss del Circus, Bernie Ecclestone. Un’opera, quella di Ezpeleta, resa possibile anche dalla presenza di personaggi, Valentino Rossi su tutti, che hanno permesso al Motomondiale di aprirsi a masse sempre più ampie di tifosi. Un’opera capace di far superare alla categoria la crisi dei primi anni 2000, con appena tre costruttori in griglie molto scarne, anche sotto le 20 unità. Attualmente, invece, il quadro vede ben sei costruttori (Honda, Yamaha, Ducati, Aprilia, Suzuki e KTM), ognuna delle quali pronta ad avere almeno un team cliente; il tutto nel quadro di un calendario mai così ricco (19 appuntamenti) ed in espansione.

Carmelo Ezpeleta, CEO della Dorna e gran capo del Motomondiale (foto da: motogp.com)

Intervistato dagli spagnoli di Diario AS, Ezpeleta ha fornito risposta a varie domande, in primis al quando immagina di lasciare la sua posizione attuale: “Dico quello che dico sempre con Rossi. Perché ritirarsi quando si è tra i primi e ci si diverte? A me succede la stessa cosa. Se fallissi, oppure se non mi divertissi, me ne andrei anch’io. Ma finché ciò non accade, perché dovrei lasciare?“.

Un punto molto interessante riguarda il paragone con la Formula 1. “Lì si spende troppo in tecnologia, diversamente che da noi. Una Formula 2, che al Montmelò gira 8 secondi più lenta di una Formula 1, costa 2 milioni, contro i 400 dell’altra” – spiega Ezpeleta – “Quando, prima della crisi, ci accorgemmo che non saremmo potuti andare avanti con i soldi degli sponsor del tabacco, decidemmo di cambiare la cilindrata a 1.000 cc e di fissare il diametro massimo dei pistoni a 81 mm, con cui avremmo potuto disporre di motori più economici e competitivi. Da lì sono arrivate nel 2012 le CRT, passate da quattro milioni a costo zero, anche se tre secondi più lente. Poi è arrivata la Open, nel 2014; quindi, l’implementazione della centralina unica, due anni fa“.

Poi, prima che le Case minacciassero di virare verso la Superbike, abbiamo deciso di acquistarla. Con i soldi delle televisioni, quindi, abbiamo operato una redistribuzione degli utili tra i team. Attualmente una squadra satellite riceve 800.000 euro, più 2 milioni a pilota. Un team del genere, con due piloti, prende dunque 5.6 milioni a stagione, con una moto che, per ogni pilota costa al massimo 2.2 milioni. Moto che le case vendono, attualmente, a 3.2 milioni, meno dei 4 precedenti, senza più poter tarpare le ali ai team satellite“, prosegue il manager catalano.

Dobbiamo conservare un equilibrio tra la tecnologia e il denaro che possiamo generare. In Formula 1, innanzitutto fanno passare il concetto che la tecnologia più avanzata sia la migliore. Quindi, hanno enormi deficit con quello che pagano a Ferrari o Mercedes. Noi ragioniamo all’opposto, dato che per la moto di Marquez non diamo nulla, essendo abbastanza forte da produrre denaro con gli sponsor. Negli sport motoristici è fondamentale che ogni campionato sia economicamente sostenibile“, sottolinea netto Ezpeleta.

Il CEO di Dorna, poi, passa alle moto elettriche e alla nuova categoria che entrerà a far parte della famiglia del Motomondiale dal 2019: “La mobilità elettrica è importante e abbiamo deciso di prendere il toro per le corna, acquisendo i diritti dalla FIM. Tutte le moto saranno le stesse con un fornitore unico, la Energica; non permetterò che i costi della tecnologia aumentino; le batterie saranno ricaricate in modo ecologico e saranno portate in gara dai migliori team del mondo, tra MotoGP, Moto2 e una di Moto3. Faremo del nostro meglio per tre anni e poi vedremo che succede” – dice Ezpeleta – “La mia ambizione è che la categoria possa competere al massimo delle sue possibilità, con piloti adeguati e la massima copertura televisiva. Correranno tra il warm up della MotoGP e la gara della Moto3“.

Conclude Ezpeleta al riguardo: “Il problema di queste moto elettriche è il gran peso. Hanno le prestazioni di una Moto3, ma pesano il triplo. Per capirci, peseranno 330 kg compreso il peso del pilota, mentre una MotoGP arriva a 160 kg più il pilota. Per ora non abbiamo in programma di far entrare altri costruttori, e la categoria correrà in 5 appuntamenti europei, che annunceremo in estate, evitando circuiti con rettilinei troppo lunghi, dove le batterie si esaurirebbero. Stiamo facendo test sui circuiti e calcolando gare che durino tra cinque e otto giri“.

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