Come da previsioni della vigilia, la Ducati ha sofferto molto ad Austin, racimolando soltanto un sofferto 5° posto con un Andrea Dovizioso che, comunque, torna in vetta alla classifica generale, pur con un solo punto su Marc Marquez e cinque su Maverick Vinales. Una GP18 che ha evidenziato seri problemi, in particolare a centro curva, non permettendo ai suoi alfieri di battagliare alla pari non solo con la Honda di Marquez, ma anche con le Yamaha e la Suzuki di Iannone.
“Abbiamo confermato le nostre difficoltà su determinati tipi di piste. Ovvio che la cosa non vada bene in funzione del campionato, ma devo ammettere di non essere troppo sorpreso” – ha esordito Dovizioso – “Durante l’inverno cerchi di lavorare e ti aspetti di migliorare, ma è solo quando arrivi su certe piste che capisci dove sei davvero. Ancora non siamo competitivi con gli avversari a centro curva. E questo me l’aspettavo“.
“Tornando alla gara, non è stato impossibile tenere il ritmo di quelli che sono finiti sul podio, anche se siamo partiti indietro. Non so se era possibile puntare al quarto posto, ma il quinto forse era il massimo a cui potessimo ambire. Sinceramente non avevo abbastanza velocità, e lo si è capito da quanto ho faticato per passare Zarco. Rossi, poi, non è mai stato un obiettivo reale da raggiungere“, ha continuato il forlivese.
Il Dovi, quindi, passa a parlare degli aspetti positivi del weekend texano: “Su questi circuiti, l’anno scorso avevamo fatto la stesso fatica ed eravamo andati a Jerez con tanti punti di distacco dal primo. Adesso andiamo in Spagna in testa alla classifica, pur se con gli altri molto vicini” – sottolinea Andrea – “Siamo riusciti a lavorare molto bene e il 5° posto finale lo dimostra. Abbiamo faticato per tutto il weekend, ma sabato sono riuscito a fare uno step dopo una brutta qualifica. In gara la moto non era male, anche se ci mancano sempre alcune cose e, se devo dirlo, con le ali era più facile da guidare“.
Su Marquez: “Da fuori le Honda sembrano superiori. Marquez aveva cambiato passo l’anno scorso a partire da Barcellona e, evidentemente, durante l’inverno sono riusciti a migliorare ancora qualcosa. Questo spiega perché tutti i piloti Honda sono cresciuti. Speravo di fare meglio in Argentina e qua in Texas, ma abbiamo l’atteggiamento giusto che ci vuole per lottare per il campionato“.
Ma il vero tasto dolente della Ducati resta Jorge Lorenzo. Lo spagnolo, dopo una discreta qualifica e una buona partenza, ha fatto ancora una volta il gambero, chiudendo 11°, dietro anche alle Ducati clienti di Tito Rabat e Jack Miller, pur conquistando i primi punti di questo tribolatissimo avvio di stagione. “E’ stata una gara da dimenticare e non ho mai avuto il ritmo di gara. La scelta della gomma dura al posteriore non ha aiutato, perché ho avuto brutte sensazioni fin dall’inizio“, ha ammesso Lorenzo.
“Sono deluso e triste. Dobbiamo dimenticare questo weekend e pensare al futuro con motivazione e con la speranza che arrivare in Europa migliori le cose” – continua il maiorchino – “La nuova Ducati ha spunti positivi e negativi. Forse per due giri, sul time attack, possiamo andare più veloci sfruttando l’elettronica, ma per il passo gara è una moto più fisica e lo abbiamo visto bene con il risultato di questo fine settimana“.
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