Nell’ultimo biennio, la MotoGP ha visto esplodere una sorta di guerra tra i vari costruttori in un ambito che, prima di allora, aveva visto ben poco sviluppo, contrariamente a quanto accaduto in Formula 1 sin dalla fine degli anni ’60. Parliamo dell’aerodinamica e di appendici alari, che hanno fatto la loro comparsa innanzitutto sulla Ducati GP16 ormai un paio di anni fa, per poi proliferare su tutte le moto della griglia.
Basandosi su un discorso e di sicurezza dei piloti e di controllo dei costi, la FIM aveva poi deciso per il ban di queste soluzioni, scatenando l’ira della Casa di Borgo Panigale, rivolta soprattutto nei riguardi delle concorrenti nipponiche (Honda in primis), rei di voler tarpare le ali allo sviluppo in un settore nel quale la Ducati era sicuramente davanti a tutti. Ciò però non è bastato, dato che lo scorso anno tutti hanno aggirato il divieto, proponendo vari tipi di carene tendenti a ricreare il carico aerodinamico perso.
Nei test di Valencia dello scorso Novembre, la Yamaha si era presentata con una M1 con una carena molto estrema, che ricordava molto le appendici bandite, salvo poi fare un passo indietro, dopo la valutazione degli uomini della Federazione, che l’hanno giudicata non regolamentare. Danny Aldridge, direttore tecnico della MotoGP, ha spiegato in un’intervista a Speedweek che si stanno studiando misure in ottica 2019 per porre un freno a tutto ciò.
“I regolamenti di quest’anno non saranno più toccati, ma è in prospettiva 2019 che stiamo pensando a delle modifiche” – spiega Aldridge – “Vorremmo presentare delle proposte e quindi avviare una discussione con le case, in modo da trovare una nuova soluzione per l’anno prossimo. E’ evidente che il concetto che avevamo immaginato non funziona, perché la guerra continua e non ci piace. Alcuni costruttori, come la KTM, ci hanno contattato e richiesto delle modifiche, e adesso dobbiamo pensare a come muoverci“.
“Non sarà facile, perché il pacchetto aerodinamico fa parte della moto, anche se non è importante come sulle macchine da corsa. Però dobbiamo comunque consentire di trovare un po’ di downforce” – prosegue Aldridge – “Il nostro obiettivo è di definire i parametri in modo più preciso. Vogliamo impostare la dimensioni massime, sia per quanto riguarda la larghezza che l’altezza, e così via. Per il 2019 proporremo le dimensioni entro cui operare e ci saranno delle restrizioni molto più severe“.
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