Il Milan sta lavorando con Goldman e Merrill Lynch per rifinanziare il debito pari a 300 milioni di euro con Elliott 

Il nuovo Milan ha speso oltre 230 milioni di euro in sede di calciomercato, incassandone circa 60 con le cessioni. Ma sulla società rossonera c’è una vera e propria ombra, che si chiama Elliott. Il fondo finanziario speculativo ha prestato ben 300 milioni di euro a Yonghong Li per permettergli di acquistare il club da Silvio Berlusconi e dovrà essere rimborsato al più presto. 

In realtà, il debito di Li nei confronti di Elliott è diviso in 180 milioni di euro, appunto serviti per l’acquisto del Milan da Fininvest tramite la Rossoneri Sport Lussemburgo, che ha un tasso di interesse pari all’11,5%, e 120 milioni di euro, divisi in due bond, girati al club per la sessione estiva di calciomercato e per la gestione del club, con tasso di interesse pari al 7,7%. 

Ma il presidente del Milan già è a lavoro per rimborsare Elliott, la cui scadenza è fissata per l’ottobre del 2018 con interessati pagati tutti in una sola soluzione. Infatti, almeno informalmente, visto che non ci sono state comunicazioni al CdA né tanto meno al fondo, gli advisor di Li, nella persona dell’avvocato Riccardo Agostinelli dello stadio Gattai-Minoli-Agostinelli, che, precedentemente, aveva lavorato con Erick Thohir sui debiti dell’Inter, avrebbe intavolato trattative preliminari con due banche. 

Si tratta delle americane Goldman Sachs e Bofa Merrill Lynch, che potrebbero rifinanziare il debito. Qualora non dovessero accettare la proposta del Milan, che chiuderà il bilancio del 2017-2018 ancora con un profondo rosso, nonostante il possibile aumento dei ricavi di circa 30-40 milioni di euro, Li potrebbe avere seri problemi nella restituzione dei 180 milioni di euro, visto che il debito della società Milan nei confronti di Elliott ammonta solo ai 120 milioni di euro dei due bond emessi a Vienna. 

Nelle peggiori delle ipotesi, Elliott diventerebbe proprietà del Milan con i 300 milioni di euro prestati, e, appunto, non restituiti, e, poi, proverebbe a cedere il club ad altri offerenti, probabilmente ad una cifra non inferiore ai 700 milioni di euro, senza però dover inserire nell’operazione i debiti, già appianati dalla nuova proprietà cinese.