Milan-Juventus 0-2: bianconeri cinici, spietati e come sempre padroni, rossoneri pieni di incertezze e di rabbia

La solita Juventus, cinica e spietata quanto basta, seppur non particolarmente brillante, ma pur sempre padrona del campo e della situazione. A scacciar via la rabbia e la frustrazione dopo l’assurda quanto immeritata sconfitta casalinga contro il Manchester United in Champions League.

Contro un Milan che ancora una volta dimostra di non poter reggere la sfida contro un avversario palesemente superiore, né sul piano tecnico-tattico né sul piano del temperamento.

Alla Juve funziona tutto bene. Le fasce laterali sono uno dei punti forti, dai quali arrivano entrambe le reti, prima la sinistra, dalla quale arriva l’imponente cross di Alex Sandro –forse mai così al top della forma-per il colpo di testa vincente di Mandzukic e poi la destra, dalla quale arriva l’incursione della splendida sorpresa Cancelo il cui tentativo di gloria personale da posizione quasi impossibile diventa praticamente un assist per Cristiano Ronaldo, che a porta praticamente vuota può facilmente sfatare il tabù San Siro-dove, come ormai è noto, non aveva ancora mai segnato, nelle 6 sfide precedenti alla Scala del calcio, tutte in Champions, almeno se si esclude il calcio di rigore decisivo nella sequenza della finalissima del 2016 contro i cugini dell’Atletico, siglato proprio nella stessa porta dove ha messo a segno il gol definitivo in questo match in analisi.

I rossoneri accusano naturalmente il colpo del vantaggio ospite giunto appena all’8’, tanto che la Juve potrebbe raddoppiare poco dopo sempre con il Mandzo che, sempre di testa e sempre con cross dalla sinistra, ma in questo caso su assist di CR7,  stavolta manda di poco a lato, non approfittando di un Donnarumma ancora una volta incerto e maldestro nelle uscite-lo era stato anche in occasione del gol che aveva aperto le marcature.

La manovra bianconera funziona sempre  alla perfezione, il giro palla è impeccabile e lo si vede nell’azione del primo gol, con gli scambi veloci Cancelo-Pjanic-Dybala-Matuidi prima che il pallone arrivi appunto ad Alex Sandro, autore dell’assist.

Matuidi gioca una partita di sostanza e di grande abnegazione sul piano fisico, sempre presente nelle avanzate bianconere.

I rossoneri provano a reagire dopo il terribile inizio, e la reazione provoca quella che è forse l’unica azione degna di tal nome dei padroni di casa di tutto il match, quella che porta al calcio di rigore, con l’avanzata di Suso, unica nota positiva di questo Milan povero di idee, lo spagnolo scende veloce sulla destra e serve pericolosamente a centro area Higuaìn, uno dei grandi ex di turno viene stoppato irregolarmente da quello che sostituiva in questo match l’altro grande ex Bonucci, vale a dire Benatia, il cui tocco di mano è ovviamente punito dall’Arbitro Mazzoleni-previo controllo del VAR-con il penalty della cui battuta lo stesso Pipita si incarica dando inizio alla sua serata da incubo: sulla sua conclusione non è macroscopica ma efficace la deviazione del portiere bianconero Szczesny, che la manda sul palo alla sua destra, facendosi così trovare pronto nell’unica vera occasione da gol rossonera, a testimonianza del fatto che, a questa Juve, sembra davvero funzionare tutto-estremamente sicuro di sé l’estremo difensore polacco, beccato dalla telecamera in un sorrisone a pieni denti prima dell’esecuzione di Higuaìn- nel finale il Pipita perde la testa, e ancora a causa di Benatia, che viene contrastato dall’argentino il quale si becca un ammonizione ma protesta fortemente contro Mazzoleni e si fa scappare qualche parola di troppo, tanto che il direttore di gara non la manda giù e tira fuori un secondo giallo e caccia dal campo il giocatore che, furioso, deve essere praticamente ‘scortato’ lontano dal rettangolo di gioco dai suoi ex compagni Matuidi-quasi commovente la scena del bacio del francese all’argentino- e Chiellini. La rabbia dell’argentino deriverebbe dal fatto che Benatia era già stato ammonito prima del fallo di mano che ha prodotto il calcio di rigore, indi non sarebbe neanche dovuto essere in campo al momento del loro contrasto.

Un risultato che, in qualche modo, arriva ad hoc per entrambe in vista della sosta per le nazionali: la Juve potrà ‘riposare’-per così dire, ha tanti giocatori impegnati nelle rispettive nazionali-e ripartire forte del vantaggio e della leadership ormai ampiamente consolidati, il Milan avrà invece il tempo di rifiatare-anche qui relativamente ai giocatori impegnati nelle rispettive nazionali-e magari anche di lavorare sui punti deboli da migliorare e sugli errori da non ripetere.

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