La procura smentisce le voci riportate dal quotidiano la “Stampa”, riguardo l’utilizzo di denaro riciclato sulla vendita del club da parte dell’ex presidente rossonero all’attuale proprietà cinese.

Nella giornata di venerdì, alcuni degli importanti quotidiani nazionali riportavano articoli riguardanti l’utilizzo di denaro riciclato nell’affare, che ha portato il passaggio del Milan da Silvio Berlusconi all’attuale proprietà cinese. Secondo quanto riportato all’interno dell’articolo, si parlava di un fascicolo aperto dalla procura di Milano, riguardante proprio alla vendita del club rossonero. 

Successivamente è arrivata la smentita da parte del Procuratore della Repubblica di Milano, Francesco Greco, il quale ha dichiarato pubblicamente che non esistono procedimenti penali,  inoltre il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale non ha aperto alcun fascicolo né “a modello 45”, senza titolo di reato e a carico di ignoti, né “a modello 44”, sempre a carico di ignoti ma con un titolo di reato. 

Non si sono fatte attendere le dichiarazioni di Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi, che ha espresso le seguenti affermazioni sulla vicenda:  “Il giornalismo d’inchiesta è uno straordinario valore da tutelare e incentivare perché è uno dei cardini di un sistema democratico. Quando però si utilizzano false notizie non già per informare ma per aggredire e danneggiare una parte politica durante una campagna elettorale, non si tratta più di giornalismo ma di fatti penalmente, civilmente e ancor prima deontologicamente rilevanti”. 

La Stampa, quotidiano che ha pubblicato l’articolo sull’eventuale riciclaggio nell’affare Milan,  replica spiegando di aver svolto tutti gli opportuni controlli circa l’esistenza di un’indagine sull’operazione. In clima di campagna elettorale purtroppo queste situazioni accadono, specie se poi c’è di mezzo un personaggio importante come il Cavaliere di Arcore, sul quale c’è sempre da scrivere per provare a vendere in edicola qualche copia in più.