Juventus, analisi post-sconfitta contro il Milan: qualcosa si è rotto, ad Allegri l’arduo compito di capire di cosa si tratta.
I campanelli d’allarme c’erano tutti, ma forse sono stati sottovalutati. La Juventus lascia San Siro con zero punti conquistati ed una sconfitta che, forse, poteva essere evitata; al di là dei meriti -parecchi- di un Milan tutto gioventù, cinicità in fase offensiva e spirito battagliero, la sensazione è che la partita poteva e doveva andare diversamente, se non altro per le contrapposte ambizioni che hanno accompagnato l’estate e questo inizio di stagione.
L’errore arbitrale, con la terna che ha deciso di annullare un gol regolare a Pjanic per un fuorigioco inesistente di Bonucci, rimane tale ma non toglie nulla alla vittoria rossonera né tantomeno ridimensiona i problemi bianconeri.
Massimiliano Allegri, come sempre, predica calma e forse, come accaduto molto spesso in questi ultimi anni, ha ragione, tuttavia ci appare lecito analizzare questo passo falso tenendo conto anche e soprattutto dei segnali che erano già arrivati in Champions League, contro il Lione, dove la Vecchia Signora ha sofferto ma che, alla fine, ha avuto la meglio per una differenza disarmante di tasso tecnico.
Scarsa condizione fisica e conseguenze sulle trame di gioco
Gli impegni infrasettimanali non devono essere una scusante: la rosa della Juventus è stata costruita per poter fare la differenza anche e soprattutto in queste partite. Eppure il primo segnale poco incoraggiante arriva proprio da lì, dalla corsa. Vero e proprio punto di forza dall’era-Conte in poi, quest’anno i bianconeri sono sembrati carenti proprio sotto questo punto di vista; eccezion fatta per la gara con il Sassuolo, a memoria non si ricordano partite in cui la Vecchia Signora ha surclassato fisicamente gli avversari.
La sensazione, allora, è che qualcosa non abbia funzionato in estate, con una preparazione atletica che andrà analizzata e rivista per capire cosa è andato storto e quali potrebbero essere le cause. Le conseguenze, poi, sono sotto gli occhi di tutti: se le gambe non girano non esiste trama di gioco che tenga.
Ieri sera è accaduto proprio questo, con il Milan che, con il passare del tempo, prendeva fiducia nel rettangolo di gioco proprio perchè si sentiva superiore sotto il piano della corsa. Questo, ovviamente, comporta un rallentamento generale della trama, con la palla che gira lentamente proprio perchè i giocatori non riescono a smarcarsi.
Juventus, Gonzalo Higuain è statico e poco integrato
Si immaginava, forse, un inizio di stagione migliore Gonzalo Higuain in quella che si può definire una sorta di seconda vita, calcisticamente parlando, in Serie A. La Juventus ed i suoi tifosi hanno accolto il Pipita come un vero e proprio top player, ma più dei numeri a dargli torto sono gli avversari contro i quali è andato a segno: dei 7 gol segnati, infatti, solo uno è stato davvero decisivo, ossia quello dell’esordio contro la Fiorentina. I restanti, cioè quelli ai danni di Dinamo Zagabria, Empoli, Cagliari e Sassuolo hanno avuto il compito di arrotondare un passivo già ampio o che necessariamente sarebbe diventato tale di lì a poco.
Quando il gioco si fa duro e l’avversario sale di livello, infatti, l’argentino non riesce a metterci lo zampino come accadeva a Napoli. Le ragioni del piccolo con le grandi, grande con le piccole possono essere ricercate certamente nella scarsa condiziona atletica che, lui più di tutti, palesa in ogni gara. Lento sui palloni vaganti, statico e poco integrato nella costruzione della manovra di gioco e poco cinico nelle -per la verità poche- occasioni concrete che gli si sono presentate: questa è stata, in estrema sintesi, la prestazione di Higuain contro il Milan. Un 4.5 in pagella che, a dispetto delle parole di Allegri, ha il sapore della mezza bocciatura. L’infortunio di Dybala, poi, costringerà l’allenatore a trovare soluzioni alternative: Mandzukic ed anche il baby fenomeno Kean scalpitano…
Il centrocampo è senza idee: cercasi regista disperatamente
E’ forse questo il problema più gravoso che la Juventus si porta dietro da un paio d’anni, da quando un certo Andrea Pirlo ha lasciato il bianconero per provare una nuova esperienza di calcio e di vita in MLS, in America. Il centrocampo non risponde più come il passato ed il motivo è la mancanza di un regista vero e proprio là, in mezzo al campo, dove oltre alla corsa servono anche idee e piedi buoni. Al momento, infatti, un profilo del genere manca.
Hernanes non convince, Pjanic è un trequartista o al massimo un interno, Lemina perde troppi palloni e Marchisio in quel ruolo, per quanto sia comunque la scelta migliore, ha il sapore di un ripiego ed anche i nomi accostati alla società di Corso Galileo Ferraris non corrispondono a questo profilo, vedi Witsel e Matuidi.
Allegri dovrà trovare una soluzione alla mancanza di dee e verticalizzazioni in mediana, la zona che, storicamente, è quella nevralgica nel campo.
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato sulle ultime novità, i Pronostici Scommesse e i migliori Bonus Bookmaker.