Juventus-Milan: la finale vista con gli occhi dei tifosi

In questo articolo vogliamo parlare di come i tifosi (sia rossoneri che bianconeri) hanno vissuto Juventus-Milan. Parleremo delle mille difficoltà, delle lunghe trasferte, di come la gente sia accorsa numerosa da ogni parte d’Italia. Parleremo anche degli ostacoli più o meno difficili da sormontare per essere presenti ed assistere dal vivo ad uno di quegli spettacoli che solo il calcio sa offrire: una finale magica tra due delle squadre più amate d’Italia. Il tutto condito da foto e video in esclusiva raccolti per voi… 

La Juventus risponde presente all’ormai consueto appuntamento con la Coppa Italia e anche in questa edizione ringhia sugli avversari conquistando la finale a suon di gol. 
Rimaneva da capire, però, questa volta chi avrebbe conteso il trofeo alla Vecchia Signora che, a dispetto dell’età, è più in forma che mai ed affamata come sempre.

[…Fine Novembre]
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La squadra inizialmente stenta anche con Ringhio al timone, ma poi cambia pelle, si trasforma, si evolve: inizia a vincere.

Ai quarti di finale ad attendere i rossoneri c’è l’Inter, squadra più collaudata e maggiormente gettonata per il passaggio del turno. 
I rossoneri, però, si compattano, fanno gruppo, vincono una partita al cardiopalma e si ripetono anche in semifinale contro la Lazio, spuntandola ai rigori.

I tifosi rossoneri sognano di riscattare la sconfitta di 2 anni fa, quando la Juventus riuscì a beffare il Milan ai supplementari, conferendo alla squadra guidata da Brocchi una sconfitta che brucia ancora (poi vendicata parzialmente a Doha).

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Due anni dopo, eccoci nuovamente qua: la finale di Coppa Italia è roba tra Juventus e Milan.
I tifosi bianconeri devono smaltire la rabbia per la crudele estromissione dalla Champions League e per la sconfitta contro il Napoli.
Sono pronti a tutto pur di supportare la propria squadra, spingendola verso la storia: mai nessuno ha vinto 4 edizioni della Coppa Italia consecutivamente.

Ecco spiegato come le premesse per un’Olimpico “sold out” ci siano tutte, come da ogni parte d’Italia il tifoso è pronto a “conquistare” faticosamente un biglietto per la finale e prendere un aereo pur di esser presente.

Perché conquistare faticosamente? 
Presto detto: ai nostri lettori bisogna raccontare di come in questo sistema (il cui aggettivo inizia con “c” e finisce per “otto”) il bagarinaggio la fa ancora da padrone.
Bisogna raccontare di come sia stata resa nulla la disponibilità di ticket sui siti web e di come siano stati bloccati i terminali delle ricevitorie, per poi mettere in vendita tramite siti “secondari” migliaia ticket a prezzi, neanche a dirlo, sproporzionati. 
Costo da aggiungere, nel 90% dei casi, a quelli di volo e hotel. 

Il calcio, parlando prettamente del lato sportivo, è un fenomeno aggregante come poche altre cose al mondo.
Il calcio è capace di spostare le masse e scatenare l’entusiasmo di interi popoli.

 

Dall’estremo nord all’estremo sud, dai più abbienti a chi questo viaggio l’ha fatto a suon di sacrifici.
Per questa finale si arriva al tutto esaurito e Roma, nei giorni precedenti, ha iniziato ad accogliere migliaia e migliaia di tifosi accorsi per l’evento.

Finalmente è giunta l’ora: è il pomeriggio del 9 maggio. 
Non rimane che recarsi allo stadio, ma l’impresa è tutt’altro che semplice. 
La città è paralizzata, i mezzi di trasporto sono stracolmi e si entra a fatica, così come a fatica si giunge a destinazione.
Fuori diluvia, diluvia forte ed incessantemente, la pioggia è tambureggiante ed aumenta di intensità proprio negli istanti che precedono il fischio di inizio.
L’ingresso allo stadio, inevitabilmente, è più lento e macchinoso del solito. 

I soliti sciacalli sono pronti a vendere ombrelli. 
C’è chi si avvicina e azzarda un timido “quanto costa?”, ottenendo come risposta un secco “15€, guarda come piove“. 
Qualcuno era già attrezzato con impermeabili e quant’altro, ma la maggior parte della gente deve improvvisare. Ecco che tra le nubi e la pioggia, tra le vie di Trastevere e con lo Stadio all’orizzonte, emergono alcune audaci figure pronte a vendere sacchi della spazzatura alla modica cifra di 3€ da utilizzare come impermeabili di emergenza. 

C’è chi maledice il momento in cui ha deciso di intraprendere questo tortuoso viaggio, ma c’è anche chi è consapevole del fatto che rifarebbe tutto.
Poi c’è chi ride e scherza, incurante della pioggia, incurante della snervante attesa, delle ore passate sui mezzi e di ogni centesimo speso. 

Alla fine i cancelli si aprono, i controlli sono terminati ed il biglietto è stato convalidato. Non rimane che prender posto in questo magnifico teatro ed assistere ad una sfida con l’entusiasmo di chi sa che un giorno potrà raccontare ai propri nipoti di aver vissuto momenti storici e di aver superato mille tribolazioni per essere lì. 

 Il calcio è in grado di compiere piccoli miracoli e, purtroppo o per fortuna, di far dimenticare anche tutto il marciume. 

 

Per 90′ si pensa solamente alla partita, allo spettacolo, a sensazioni ed emozioni che entrano nella pelle fino a diventare un tutt’uno con noi stessi.

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Leonardo Bonucci, al termine della partita, si reca sotto la curva per parlare con gli ultras rossoneri.
Foto in esclusiva realizzata da Gabriele Arcifera

La finale giunge al termine ed è il momento di tirare le somme: un 4-0 che non rende onore al blasone storico delle due squadre, che non rende l’idea dell’immensa rivalità che c’è tra Juventus e Milan. 

 

Per i più piccoli vuol dire solamente che la Juventus ha battuto il Milan con 4 gol di scarto, ma per il vero tifoso, per quello che conosce la storia e che non si limita a leggere il risultato da un impietoso tabellino, Juventus-Milan è Zoff, Scirea e Tardelli contro Albertosi, Capello e Rivera (1977).
Juventus-Milan è Buffon, Ferrara e Nedved contro Dida, Cafù e Kakà (2004).
Juventus-Milan è Del Piero, ma è anche Van Basten. 
Juventus-Milan è la finale di Manchester decisa da Shevchenko all’ultimo rigore. 

Juventus-Milan è questo e molto altro, qualcosa che non si può spiegare ma che bisogna vivere. Immersi nella grandezza di ciò che la storia ha da raccontarci.
Infine, Juventus-Milan è forse tutto ciò che il calcio moderno non porta più con se’.
A portarlo con se’, però, sarà il tifoso romantico che avrà sempre nella mente tutto ciò come il ricordo più bello che uno sport abbia da offrire. 

 Ecco perchè al triplice fischio il tifoso juventino esulta, libera la sua gioia e si gusta la quarta vittoria di fila in questo torneo. Ma lo fa con grande rispetto per l’avversario. 
Ecco perchè al triplice fischio il tifoso milanista rimane sugli spalti, non scappa anzitempo. Il tifoso milanista guarda, osserva, pensa mille cose e si commuove.
Si commuove assistendo alla premiazione
di una squadra che non è la sua, perchè comunque il calcio è emozione.
Si commuove anche quando lo speaker urla “Paolino porta la Coppa sotto la Curva“. 

Un brivido percorre la sua schiena perchè sa che oggi ha perso, ma ripensa a tutto ciò che è saldamente ancorato nella sua mente e a ciò che un 4-0 non potrà cancellare mai.
Sorride, si guarda intorno. Pensa, immagina.
E’ già proiettato alla finale di Supercoppa Italiana, dove affronterà nuovamente ogni calvario possibile ed immaginale pur di assistere ad un’altra puntata della saga più bella del Mondo: Juventus-Milan

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