Dopo il no di Ancelotti, la FIGC ha incontrato Mancini, con il quale ci sarebbe l’accordo totale, ma l’ufficialità e l’annuncio della nomina a nuovo ct dovrà aspettare la rescissione del contratto dallo Zenit San Pietroburgo
Habemus commissarium tecnicum. O quasi. Infatti, la FIGC sembra aver sfogliato definitivamente la margherita e sciolto tutte le riserve attorno alla nomina del nuovo ct dell’Italia, che dovrebbe essere Roberto Mancini, il cui annuncio arriverà solo dopo la fine del campionato russo e la rescissione del contratto con lo Zenit San Pietroburgo.
Ma andiamo con ordine. Il vice commissario Billy Costacurta aveva fatto capire sin dal suo insediamento che il nuovo ct della nazionale italiana sarebbe stato un top allenatore italiano. Il primo nome della lista era Carlo Ancelotti, davanti a Mancini, Antonio Conte e Claudio Ranieri.
Mentre la Federcalcio italiano avviava la trattativa con l’ex tecnico del Bayern Monaco, Costacurta provava a convincere l’allenatore del Chelsea a tornare sulla panchina dell’Italia, dopo l’ottimo Europeo in Francia del 2016, mentre l’attuale tecnico del Nantes confermava la sua volontà di restare ancora un altro anno sulla panchina del club francese.
Nelle scorse settimane, nonostante l’apertura totale di Mancini, la FIGC aveva incontrato Ancelotti, con il quale si era raggiunto un’intesa di massima sul contratto, ma nei giorni scorsi c’è stato un dietrofront dell’ex allenatore di Real Madrid, Chelsea, PSG e Milan, a seguito di pre contratto firmato già con un club straniero, non meglio specificato.
Così, i vertici della Federcalcio italiana, spinti soprattutto da Costacurta, hanno deciso di affondare il colpo e puntare tutto su Mancini, con il quale ci sarebbe stato un summit nella giornata di ieri a Roma, durante il quale sarebbe stato trovato l’accordo su un contratto della durata di due anni, con scadenza nel 2020, da 5 milioni di euro netti a stagione, budget comprendente anche gli ingaggi dei suoi collaborati Gregucci e Salsano e del preparatore atletico Carminati.
Per l’ufficialità e l’annuncio bisognerà attendere, però, la fine della Russian Premier League, in programma il 13 maggio, dopo il quale Mancini incontrerà la dirigenza dello Zenit San Pietroburgo per rescindere il contratto in essere ancora per altri due anni.
Sarà quindi Mancini il nuovo ct e avrà l’arduo compito di costruire dalle fondamenta un nuovo ciclo e la nuova Italia, che dovrà affrontare la Nations League, che inizierà il prossimo 6 settembre in un girone costituito dal Portogallo e dalla Polonia, la fase a gironi di qualificazione ai prossimi Europei del 2020 e, soprattutto, qualora i risultati dovessero essere positivi, anche le qualificazioni ai Mondiali del 2022 in Qatar.
Dal 13 maggio in poi ogni giorno potrebbe essere quello buono per il ritorno di Mancini a Roma, dove incontrerà il commissario Roberto Fabbricini e il dg Michele Uva per apporre la firma sul contratto. L’esordio della nuova Italia sarà il 28 maggio a San Gallo contro l’Arabia Saudita, dopo la quale ci saranno da affrontare Francia, il 1 giugno, e Olanda, il 4 giugno, mentre per il primo match ufficiale bisognerà aspettare il 7 settembre, appunto la nazionale polacca nella nuova Champions League per nazioni.
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