I soliti detrattori avevano inveito con le solite frasi: “Il problema dell’Inter non è l’allenatore”, “De Boer aveva bisogno di tempo”, “Anche Pioli durerà poco”. Dire che si sono sbagliati, sembra francamente riduttivo.
Padre Pioli (così soprannominato dai tifosi nerazzurri, non me ne vogliano i religiosi più tradizionalisti) è riuscito a ridare il sorriso a un ambiente che stava cadendo in depressione. Coloro che prima lo denigravano, adesso sono i primi a scrivere panegirici in cui lo elogiano come il nuovo Messia. Andiamo a ripercorrere il cammino di Pioli e vediamo dove è riuscito a trasformare l’Inter.
Dopo il pareggio in extremis contro il Milan, salutato come una vittoria, è arrivata la vittoria per 4-2 contro la Fiorentina e subito dopo il tonfo di Napoli. Pioli, pur avendo portato 4 punti in 3 partite, era finito sulla graticola perché il divario con il Napoli sembrava incolmabile. Come ripartire?
Semplice. La prima grande illuminazione di Pioli è stata quella di relegare Ranocchia al ruolo che più gli compete; la panchina. Non a caso, dopo la sconfitta di Napoli i nerazzurri hanno abbassato la saracinesca e senza Ranocchia hanno subito soltanto 2 gol in 6 partite.
Registrata la difesa, è passato a rinvigorire il centrocampo. Spazio dunque a Kondogbia, che è passato in poche settimane da bidone colossale a promessa del calcio mondiale. Non è ancora al top, è vero, ma le sue prestazioni sono incoraggianti e ogni tanto riesce pure a mettere a segno qualche numero da circo che galvanizza i tifosi e lo protegge dalle critiche.
In attacco, Pioli ha donato il sorriso a Icardi che durante il periodo di De Boer soffriva di solitudine. Perisic e Candreva si inseriscono e crossano a ripetizione, Joao Mario lo serve con regolarità e il bomber argentino sembra rinato.
Gagliardini è il fiore all’occhiello di questo nuovo progetto nerazzurro e se fosse arrivato ai tempi di De Boer, probabilmente non sarebbe riuscito a imporsi in questo modo.
Risultato: 8 vittorie in 11 partite, panchina salda, ambiente euforico, prospettive esaltanti. L’Inter di Pioli è una macchina da guerra che fa paura a tutti perché è consapevole della propria forza ed è temprata dal punto di vista mentale. Dal pessimismo cosmico alla speranza di un posto in Champions, non si può dire che Pioli stia compiendo un vero miracolo…
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