Dopo un lungo confronto tra il giocatore e la dirigenza nerazzurra, si è arrivati alla conclusione di far indossare ancora la fascia da capitano al bomber argentino, ma dovrà pagare per punizione una pesante multa alla società.

Tensione alle stelle con conseguente rottura del rapporto tra l’attaccante argentino non che capitano dell’Inter Mauro Icardi e la Curva Nord nerazzurra, a causa delle frasi  pubblicate da parte del giocatore nella sua autobiografia. Questa situazione ha creato all’interno della società non poco imbarazzo e delusione, consapevoli che si sarebbe potuta tranquillamente evitare o anche gestire meglio, ma purtroppo non è stato cosi. Nella sua autobiografia, Icardi ha scritto parole poco belle nei confronti della curva nerazzurra, scatenando di conseguenza la loro rabbia, il tutto fa riferimento ad una partita persa dall’Inter nel febbraio 2015 sul campo del Sassuolo, dove l’argentino a fine gara ebbe una reazione rabbiosa alla contestazione dei tifosi interisti, situazione che poi si riuscì a ricucire. A distanza di un anno e mezzo il tutto è stato riportato dal giocatore nella sua autobiografia provocando una nuova rottura con la tifoseria, ecco le frasi scritte nel libro che hanno scatenato la rabbia della curva nord:

“Ho trovato il coraggio di affrontare la Curva a fine gara, insieme a Guarin.  Mi tolgo maglia e pantaloncini e li regalo a un bimbo. Peccato che un capo ultrà gli vola addosso, gli strappa la maglia dalle mani e me la rilancia indietro con disprezzo. In quell’istante non ci ho più visto, lo avrei picchiato per il gesto da bastardo appena compiuto. E allora inizio a insultarlo pesantemente: ‘Pezzo di merda, fai il gradasso e il prepotente con un bambino per farti vedere da tutta la curva? Devi solo vergognarti, vergognatevi tutti’. Detto questo gli ho tirato la maglia in faccia. In quel momento è scoppiato il finimondo”.

Le conseguenze: “I dirigenti temevano che i tifosi potessero aspettarmi sotto casa per farmela pagare. Ma io ero stato chiaro: “Sono pronto ad affrontarli uno a uno. Forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità e di morti ammazzati per strada. Quanti sono? Cinquanta, cento, duecento? Va bene,registra il mio messaggio, e faglielo sentire: porto cento criminali dall’Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo”. Avevo sputato fuori queste frasi esagerate per far capire loro che non ero disposto a farmi piegare dalle minacce […] “Una settimana dopo, un capo storico viene da me: pretende ancora le mie scuse. Io risposi così “Non devo chiedere scusa a nessuno di voi, se vi va bene perfetto, altrimenti ciao”.

La prima parte spiega la discussione tra il giocatore e la tifoseria a fine gara sotto il settore ospiti al Mapei Stadium, chiarita successivamente, con Icardi a scrivere una lettera che sanciva la pace mentre la seconda parte è la motivazione che ha riportato la nuova rottura. Nella gara di ieri infatti l’argentino è stato accolto male dai propri tifosi con striscioni e cori per nulla piacevoli, condizionando anche la sua prestazione in campo. Quest’oggi i vertici della dirigenza interista si sono riuniti per discutere quali provvedimenti prendere nei confronti del loro tesserato. Alla fine dopo un colloqui durato ben 70 minuti tra i dirigenti e l’attaccante, con lo scopo di fargli capire quali sono le sue responsabilità, si è giunti alla decisione di confermarlo come capitano, pagando però una multa punitiva. Situazione davvero assurda in casa nerazzurra, anche se ci viene da domandarci, qual’è il motivo per spingere un giocatore ventitreenne se pur di grande talento a scrivere un’autobiografia, tenendo conto del fatto che non ha ancora vinto alcun trofeo. Ormai il calcio d’oggi è fatto di personaggi, ai quali gli viene  data troppa importanza fino a farli diventare delle star e meno dei professionisti.