Che l’appeal del campionato di calcio italiano non sia più quello di un tempo è, purtroppo, un fatto ormai evidente.
Nei bar del Bel Paese, dalle Alpi alla Sicilia, sorseggiando un aperitivo o bevendo un caffè con amici, a volte capita addirittura di sentire che la nostra Serie A sia ormai diventata il torneo più noioso del continente. I diciassette punti di differenza con cui la Juventus ha distaccato la Roma nella corsa all’ultimo Scudetto sembrano dare ragione ai seguaci della teoria disfattista, ma quello che una volta era conosciuto come il campionato più bello del mondo, si è davvero trasformato nel meno interessante d’Europa? Dati alla mano, prendendo in esame le cinque principali competizioni nazionali dell’area UEFA, pare che la lotta per l’ultimo posto in termini di attrattività sia, in effetti, un affare privato tra Serie A e Ligue 1.
Facendo un parallelo tra quando accaduto nei campionati francese e italiano nel corso della passata stagione, le statistiche evidenziano come le gare della Serie A siano decisamente più avvincenti di quelle giocate al di là dei Pirenei. In Italia si segna di più (2,57 gol di media a partita contro 2,44) e si tira maggiormente in porta (tredici tentativi a undici per ogni sfida disputata). Altro elemento interessante è quello riguardante la frequenza dei match terminati a reti inviolate: un incontro ogni dieci in Francia, uno ogni nove nella nostra penisola.
L’ago della bilancia torna però a pendere verso la Ligue 1 andando a valutare il livello di competitività del campionato nel decennio che va dal 2004 al 2014. Se lo scarto medio di punti tra la prima e la seconda squadra classificata è sostanzialmente uguale in entrambi i tornei (otto punti in Serie A, nove in Francia), l’elemento che balza all’occhio è il numero diverso di club che si sono aggiudicati il titolo nazionale. In Italia il discorso rimane circoscritto a Inter, Milan e Juventus, mentre nel paese natale di Platini sono ben sei i vincitori diversi (Olympique Lione, Bordeaux, Olympique Marsiglia, Lilla, Montpellier e Paris Saint-Germain). L’equilibrio tra le formazioni transalpine è ulteriormente confermato se si va a calcolare la cifra differente di società che si sono piazzate nei primi quattro posti della classifica: Francia-Italia termina in questo caso per 14-9.
Peccato però che tale abbondanza non abbia portato poi a risultati concreti nelle competizioni internazionali. Dalla nascita della Champions League ad oggi, fatta eccezione per il successo dell’Olympique Marsiglia nella prima edizione del 1992/93, nessun club francese è più riuscito ad aggiudicarsi la coppa e soltanto il Monaco nel 2004 è stato capace di raggiungere la finale. Tenendo in considerazione solamente il nuovo millennio, le squadre italiane arrivate fino all’ultima fase del torneo sono state invece ben cinque. Vige un sostanziale equilibrio se si analizzano i cammini delle formazioni provenienti da Serie A e Ligue 1 in Coppa UEFA/Europa League dal 2000 a oggi: nessuna coppa portata a casa e una sola misera finale giocata dall’Olympique Marsiglia.
Premier League e Bundesliga risultano distanti anche per affluenza di tifosi allo stadio. Con una cifra di circa 22.000 spettatori medi a partita, il campionato italiano e quello francese dimostrano di non possedere un fascino pari a quello dei propri concorrenti. La percentuale dei posti occupati all’interno degli impianti sportivi dei due paesi in esame rende ancor meno rosea la situazione: solo il 54% per la Serie A, contro il 71% della Ligue 1 (percentuale di un punto inferiore a quella della Liga spagnola). In Germania e Inghilterra i seggiolini vuoti ogni gara sono meno del 10%.
Considerando simili dati e studiando numeri e percentuali, pare proprio che le acque in cui naviga la nostra Serie A non siano quindi delle migliori. Solo qualche anno fa, affermare che il campionato di calcio italiano fosse il più noioso d’Europa sarebbe stato considerato un’eresia. Oggi invece, ci si trova a fare paragoni con una lega come quella francese che, con il dovuto rispetto, non ha mai spiccato per popolarità e charme. La speranza di tutti i tifosi è ovviamente che il vento cambi in fretta e che si torni nel minor breve tempo possibile a poter ordinare il caffè o l’aperitivo nominati in precedenza, parlando di come il nostro pallone sia finalmente tornato ai fasti di una volta.
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