
Neanche il tempo di metabolizzare il week end dedicato al GP della Cina, che il carrozzone della Formula 1 sta impacchettando i “ferri del mestiere” e si sta imbarcando per Manama, capitale del Bahrain dove il prossimo fine settimana ci sarà il prossimo gran premio. Il quarto appuntamento del mondiale 2012, dunque, si disputerà regolarmente. Il gioco a scarica barile tra Bernie Ecclestone e le scuderie circa la decisione definitiva di correre o meno nell’emirato si è concluso con il via libera alla trasferta mediorientale, tornando a correre sul circuito di Sakir dopo un anno di stop.
Nel paese, lo ricordiamo, è in atto ormai da tempo una sanguinosa lotta interna tra le due principali fazioni dell’arcipelogo, quella sciita, la maggioranza, e quella sunnita; scontri originati da dissidi in parte di ordine religioso e in parte dalla voglia di riforme-socio economiche richieste da parte della popolazione. Proprio il fatto di non poter garantire la sicurezza e l’incolumità a spettatori, piloti e meccanici aveva influito sulla decisione degli organizzatori di annullare la corsa del 2011. Una scelta molto difficile visto che il GP di Formula 1 rappresenta per l’emirato arabo un’occasione di visibilità internazionale unica, nonché un forte volano economico.
Proprio a proposito di livello organizzativo dell’evento di Sakir, ha parlato uno dei responsabili del circuito, Zayed Al Zayani, il quale ha garantito per la corsa di quest’anno il sussistere delle condizioni di sicurezza minime essenziali per garantire il perfetto svolgimento del gran premio: “siamo fiduciosi al 100%, siamo in grado di organizzare il GP. Non correremmo nessun rischio, la decisione è ponderata e non è un azzardo emotivo”.
Al Zayani ci ha tenuto poi a puntualizzare che quello dello scorso anno fu annullato non per una decisione dei vertici della Formula 1, ma dagli organizzatori stessi:”qualcuno è scettico, ma penso che si debba verificare personalmente prima di giudicare. Molte persone dimenticano che lo scorso anno siamo stati noi a cancellare la gara. Non eravamo obbligati a farlo, ma abbiamo deciso così perché c’erano altre priorità nel paese e non c’era l’ambiente ideale. C’è grande sostegno da parte del paese visto che il GP è il nostro evento più importante a livello economico e sociale”.
Michele Pannozzo
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