La finale di Cardiff sembra l’epilogo perfetto di una stagione europea che mette contro le due protagoniste più importanti, probabilmente le due più forti del Mondo al momento, di sicuro le migliori in questa stagione. Si affrontano l’attacco migliore (il Real Madrid ha segnato 32 gol in questa edizione) e la miglior difesa (la Juventus ha concesso solo 3 gol), due squadre con due mentalità diverse, ma con una forza simile, che deriva anche dalla mentalità e dalla tradizione vincente. 

ALLEGRI IL CAMALEONTE

Abbiamo analizzato e studiato quasi tutte le partite della Juventus in Champions League sul nostro sito, e la cosa che spicca di più è l’incredibile versatilità di Massimiliano Allegri, che passa dal 3-5-2, al 4-2-3-1, e ancora il 3-4-2-1 a seconda dell’avversario, delle situazioni in gioco, e degli uomini a disposizione. Al di là dei numeri, i concetti e i principi di gioco difensivi sono chiari: difesa posizionale con pressing accennato ed orientato all’uomo quando si affrontano squadre che giocano in maniera diretta, come nella doppia sfida contro il Monaco, pressing asfissiante, e aggressione del portatore di palla quando si affrontano squadre che amano impostare da dietro, come il Barcellona.

In attacco, invece, di particolare importanza sono i movimenti dei due terzini, o tuttofascia, brasiliani: Alex Sandro e Dani Alves. In particolare l’ex-Barça è stato decisivo nelle ultime gare di Champions League, con la sua straordinaria capacità di essere un playmaker sulla fascia, mentre le sgroppate dell’ex-Porto sono utilissime per tenere bassi i propri avversari e creare superiorità numerica.

Quando è difficile impostare da dietro con i centrali difensivi e Pjanic, Allegri ha inventato (grazie anche alla disponibilità del croato) la posizione ibrida di Mandzukic, la vera chiave tattica della stagione della Juventus. L’espediente è semplice: quando il pressing è troppo asfissiante, si va direttamente verso il centravanti (a questo punto esterno) che nei duelli aerei è quasi imbattibile.

L’ANOMALIA ZINEDINE

In molti credono che l’unico grande cambiamento che Zinedine Zidane abbia apportato al Real sia la normalizzazione di un ambiente schizofrenico, pieno di grandi personalità che spesso litigavano e di conseguenza rendevano poco, mentre dal punto di vista tattico Zizou non ha fatto altro che far rendere al meglio il trio davanti, formato da Benzema, Ronaldo e Bale. Non si potrebbe dire cosa più errata.

È vero che il Real Madrid di Zidane non ha una vera e propria identità, ma il francese è stato bravo ad amalgamare grandi campioni con alcuni gregari importanti per l’equilibrio di squadra, inserendo diversi principi di gioco interessanti.

Difensivamente il Real ha alcune grosse lacune, non marca a uomo, preferisce tenere la linea difensiva molto alta, senza pressare aggressivamente ma a volte lo fa senza criterio, e controlla bene le linee di passaggio più che gli uomini. Casemiro, tuttavia, ha migliorato le prestazioni di tutta la squadra con i suoi movimenti da mediano puro, a schermo della difesa, che permette a Zidane di schierare insieme Modric e Kroos, e quindi migliorare sensibilmente il giro palla veloce e fatto di uno (massimo due) tocchi, fondamentale per lo sviluppo della manovra.

Anche il Real Madrid alza molto i suoi due terzini, Marcelo è una vera e propria ala, giocando a sinistra, nella zona di Ronaldo, crea molto gioco e molti attacchi pericolosi, mentre Carvajal, il meno appariscente dei due, con i suoi movimenti ad attaccare la profondità è utilissimo anche come appoggio per la manovra, quando si cerca il lato debole.

Se dovesse giocare Bale, assisteremo ad un vero e proprio trio d’attacco, con Benzema e Ronaldo che si scambiano in continuazione la posizione, in particolare il portoghese va a riempire l’area di rigore quando la palla passa dalla fascia e si mandano delle palle dirette in area. Nel caso in cui invece dovesse giocare Isco, il gioco del Real sarebbe più diretto, con due punte vere (e quindi un 4-3-1-2) e un trequartista che si muove in continuazione per associarsi alle catene laterali e non dare punto di riferimento.

POSSIBILI SVILUPPI DELLA PARTITA

Molto probabilmente, per scelta di Allegri, o per semplice e naturale conseguenza, sarà il Real Madrid a fare la gara, con il suo possesso palla veloce, alla ricerca degli spazi giusti per i due terzini, e per gli inserimenti dei centrocampisti. La Juventus aspetterà, controllerà i ritmi della gara, chiudendosi bene nel suo granitico blocco centrale, e provando a ripartire con le transizioni positive in particolare nella zona sinistra del Real Madrid, quella in cui gioca Marcelo, tanto bravo in attacco quanto mediocre in difesa (soprattutto in transizione negativa), dove Dybala ed Alves potrebbero ancora una volta decidere il destino della gara. 

Bisognerà stare molto attenti alle situazioni da palla inattiva: sui gol di Sergio Ramos il Real ha basato una buona parte degli ultimi trofei vinti, e la Juventus nonostante la grande bravura nella difesa dell’area potrebbe pagare anche un semplicissimo errore di concentrazione.