Tra le varie intenzioni programmatiche degli americani di Liberty Media, spicca particolarmente la volontà di introdurre un tetto alle spese ultra milionarie dei team, il famigerato budget cap. Proposto a più riprese dall’ex presidente FIA, Max Mosley, negli ultimi anni questo strumento è tornato più di una volta in agenda, venendo però sempre cestinata dall’opposizione dei team.
L’attuale presidente della Federazione Internazionale, Jean Todt, impegnato sin dalla sua prima elezione in una continua (quanto ipocrita) lotta ai costi eccessivi in Formula 1, pur apprezzando l’idea ha sottolineato come il budget cap, da solo, non basti a rendere il quadro generale più sostenibile. “Abbiamo parlato a lungo del contenimento dei costi e dell’introduzione di un budget cap. Penso sia una buona idea, ma va associata ad altri interventi, ad esempio delle regole che abbiano un impatto sui costi attuali. Da solo, il budget cap non può funzionare sul lungo periodo“, ha spiegato Todt a Motorsport.com.
Secondo l’ex Ferrari, Liberty Media ha bisogno di accordarsi con tutte le parti in causa, in modo da pervenire ad un accordo generale che porti all’obiettivo di ridurre sensibilmente i costi della Formula 1 attuale. Dicevamo, però, che i team, soprattutto i big, si sono sempre opposti a strumenti del genere, in particolare per le difficoltà nel controllare adeguatamente le spese di ognuno.
Il team principal Red Bull, Chris Horner, spiega che è proprio questo il punto più critico in proposito: “Essendo difficile attuare una struttura di controllo uniforme per i vari team, non gradisco molto qualcosa del genere” – dice Horner – “I costi attuali sono generati dai regolamenti che, a loro volta, vanno a determinare le nostre spese. Bisogna prima intervenire alla radice del problema per poi imporre un tetto di spesa. Quest’ultimo, da solo, non risolve la questione“.
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