Tra le varie discussioni che hanno le ultime settimane del Circus della Formula 1, quella sul numero delle power unit previsto per il prossimo anno è stata di certo tra quelle che più hanno fatto rumore. Com’è noto, nel 2018, a fronte di una gara in più (21), si potranno utilizzare appena tre power unit senza incorrere nelle detestate penalità in griglia, una in meno rispetto alla stagione appena conclusa.

Jean Todt, nell’immagine durante la cerimonia d’inaugurazione della Hall of Fame della FIA (foto da: twitter.com)

Questa situazione, nota già ai tempi della stesura del regolamento che ha proiettato la Formula 1 nell’era ibrida, ha creato il panico in particolare tra i motorizzati Renault, alle prese con gravi problematiche di affidabilità nella seconda fase di 2017. Prima Chris Horner (clicca qui) poi Eric Boullier (clicca qui) hanno sottolineato a gran voce la (evidente) assurdità di questo regolamento, facendo leva sull’ipocrisia di tutto ciò, soprattutto in ottica riduzione dei costi.

Le richieste di Red Bull e McLaren, non incontrando l’unanimità con le altre scuderie obbligatoria per modificare il regolamento ‘a tempo scaduto’, non sono state ovviamente accolte. A mettere il punto esclamativo sulla questione ci ha pensato Jean Todt in persona: “E’ già stato tutto deciso e sono decisioni risalenti ad anni fa, non agli ultimi tempi” – ha spiegato il presidente della Federazione Internazionale – “Abbiamo avuto incontri con i team riguardo al modo in cui sono stati fatti i regolamenti e per tornare indietro ai 4 motori per stagione è necessaria l’unanimità dei team. Al momento è impossibile una cosa del genere. Per cui la regola dei tre motori entrerà in vigore normalmente nel 2018“.

Infine, Todt attacca con la solita filastrocca per giustificare queste norme illogiche: “Non avevamo altra scelta per provare a ridurre le spese dei team. Con i propulsori liberi i costi erano fuori controllo e i team clienti si sarebbero trovati in enorme difficoltà. Se non fossimo intervenuti, per loro sarebbe stato più difficile e costoso comprare i propulsori“.