F1 Test Barcellona 2018 Analisi – Mercedes, Ferrari e Red Bull: un Mondiale per tre?

E’ arrivato il momento di fare sul serio. Archiviate le due settimane di test invernali di Barcellona, il Circus della Formula 1 è pronto a lanciarsi nella sua stagione #69, che prenderà il via a Melbourne il prossimo 23-25 marzo. Ma come arrivano allo start del Mondiale i vari team, in particolare le big? Come sempre in queste occasioni, i protagonisti hanno fatto a gara a nascondersi, rendendo veramente arduo cercar di stilare qualche bilancio. Ciononostante, in tanti, anche ‘esperti’ ed addetti ai lavori, si sono affannati in pronostici alquanto arditi, che solo il tempo e la pista smentiranno oppure no.

Lewis Hamilton, al volante della W09, monoposto indicata da tanti come la grande favorita del Mondiale 2018 (foto da: twitter.com/F1)

Procediamo con ordine. Dopo una prima settimana falcidiata dal freddo e dal maltempo, la seconda sessione ha visto un meteo molto più clemente, con tanto sole e temperature quasi primaverili. In questo quadro, spicca ancora la Mercedes, ovvia favorita in un contesto di continuità regolamentare rispetto al 2017. Ma se e di quanto sarebbe in vantaggio il team di Brackley? Difficilissimo dirlo, se non impossibile, data la quantità di variabili che entrano in gioco in queste occasioni.

L’aspetto sul quale non si può discutere è la solidità della W09. Nell’arco delle due settimane (delle quali solo la seconda in condizioni ideali), Hamilton e Bottas hanno completato la bellezza di 1040 giri (4841.20 km), ovvero una distanza pari a quasi 16 GP. Simulazioni improntate soprattutto sulla mescola Medium, con la quale entrambi i piloti Mercedes hanno impressionato, generando una sorta di panico generale negli osservatori. Nullo o quasi l’impegno con le mescole più soffici, anche se i migliori crono ottenuti da Lewis e Valtteri sono arrivati con le Ultrasoft. In casa Mercedes regna un’ottimismo dilagante, con un punto di domanda riguardante l’aggressività della W09 con le mescole più soffici, evidenziando un blistering molto accentuato.

Molto più abbottonati gli uomini di quella che dovrebbe essere la prima sfidante delle Frecce d’Argento, cioè la Ferrari. La classifica dei tempi vede Vettel (1:17.182) e Raikkonen (1:17.221) davanti a tutti, calzando le mescole più morbide tra i compound disponibili, ovvero le Hypersoft. Anche la SF71-H (monoposto diversa dalla precedente, sia per il passo che per la tecnologia sospensiva anteriore), a livello di affidabilità e continuità nel girare in pista, ha mostrato ottime cose (929 giri per 4324.50 km), pur se le simulazioni di gara di Seb e Kimi sono ancor più difficilmente decifrabili rispetto a quelli degli avversari. La filosofia del basso profilo del Cavallino ha spinto (?) in molti ad immaginare un clima mogio causa monoposto non competitiva come nelle aspettative. La realtà dei fatti è che ognuno ha svolto in proprio programma di lavoro, e così come si sono nascosti gli altri, anche la Ferrari ha fatto il suo buon sandbagging. Non si scappa. Pretendere di sparare sentenze in un contesto simile è quantomeno curioso. Melbourne ci fornirà una prima parte di verità.

Miglior tempo in assoluto di questi test e ben 425 giri all’attivo negli ultimi tre giorni. Non male il bilancio per Sebastian Vettel (foto da: twitter.com/F1)

Parliamo poi della Red Bull, che qualche problemino l’ha patito, visto il 7° posto nella speciale classifica dei giri completati (783, 3644.87 km). Daniel Ricciardo ha ottenuto il 4° miglior crono (+0.865, Hypersoft), mentre Max Verstappen non ha praticamente mai abbozzato un time-attack, 20° su 22 (+2.460, Soft). Nel team di Milton Keynes regna la positività, e molti addetti ai lavori, soprattutto Oltremanica, hanno indicato nella RB14 la prima sfidante dei Campioni in carica, basandosi anche su fantomatici rilevamenti GPS operati non si sa come e quando dagli uomini della Renault. Una realtà strana, anche perché, stando alle risultanze (opinabili, ripetiamo) delle simulazioni di passo-gara, il duo Red Bull è finito (e non di poco) dietro alla Ferrari di Vettel. Anche in questo caso, l’arcano verrà svelato quando ci saranno posti in griglia e punti in palio. Detto ciò, sarebbe fantastico per lo spettacolo un campionato con i tre top team in grado di suonarsela di santa ragione.

Daniel Ricciardo, nella pitlane di Barcellona, al volante della RB14. Per molti osservatori, soprattutto anglosassoni, sarebbe la Red Bull la prima rivale della Mercedes (foto da: lemagsportauto.com)

La situazione nel resto del gruppo sembra molto fluida, con la sensazione che basti davvero poco per finire dalla quarta fila al fondo dello schieramento. Pur con tutti i punti interrogativi del caso, la sensazione di questi test è stata la Haas. Pur penultimi come giri completati (695, 3235,23 km), sia Romain Grosjean che Kevin Magnussen hanno destato una buonissima impressione al volante della VF-18, con il danese che, nel time-attack, si è portato a +1.178 dal miglior crono di Vettel, con una mescola di due livelli più dura (Supersoft). Questo può indicare quanto la Ferrari possa andare più forte di quanto non fatto. Ciò non toglie che l’impressione è che il trinomio Haas-Dallara-Ferrari possa risultare un pacchetto molto interessante.

Possono sorridere anche a Faenza. Visti i (fondati) dubbi portati dall’accordo con la Honda, gli 822 giri completati dal duo Hartley-Gasly (3826.41 km) possono essere visti come un ottimo risultato (anche se c’è più di un interrogativo sulla quantità di power unit utilizzate). Anche a livello velocistico le cose non sono andate affatto male e la sensazione è che Honda, con una partnership più tranquilla come quella con Toro Rosso, possa crescere e, casomai, preparare il campo ad un prossimo accordo con Red Bull. Tra i candidati al quarto posto non può non essere inserita la Renault. Forte di una coppia di piloti molto forte, il team francese (795 giri, 3700.73 km) ha l’obiettivo di continuare in un percorso di crescita partito lo scorso anno, ed erodere man mano il gap che lo separa dalla vetta, Red Bull in primis. Le prime risultanze in pista danno l’aria di essere positive ma, anche in questo caso, in Australia ci sarà la prima prova.

Una prova di ripartenza dopo safety car, effettuata durante i test del Montmelò (foto da: momentogp.com)

Al momento, in posizione più defilata, troviamo le altre due scuderie motorizzate Mercedes, Force India e Williams. Per il team anglo-indiano (711 giri, 3309.71 km) potremmo dire che il giudizio è sospeso, dato che le note difficoltà economiche hanno imposto a Perez ed Ocon di girare con una VJM11 che in realtà era una VJM10 adattata. Il primo pacchetto d’aggiornamenti arriverà con il debutto di Melbourne, e allora potremmo capire se la Force India potrà lottare per confermarsi ancora la ‘prima degli altri’. Più complessa la situazione in casa Williams. Se a livello di chilometri ed affidabilità possiamo dire che ci siamo (819 giri, 3812.45 km), le prestazioni sono al momento mancate. Sia Sirotkin che Stroll hanno realizzato il miglior crono con mescola Soft, non riuscendo a migliorare una volta montate mescole più morbide. Con una figura scomoda come Kubica nel box, la pressione si farà sentire (soprattutto sul russo).

Concludiamo con McLaren e Sauber. Il team inglese, forte del passaggio da Honda a Renault, spera in un grosso salto in avanti rispetto alle ultime deprimenti stagioni. Diciamo, però, che l’inizio non è stato dei più positivi. Ultima come giri percorsi (599, 2788.35 km), la MCL33 ha sofferto vari problemi, soprattutto di surriscaldamento, tanto da costringere ad aprire varie feritoie sul cofano-motore, in modo da migliorare la “respirazione” della PU. Soprattutto Alonso è rimasto più volte fermo in pista, anche se il due volte Campione del Mondo ha ostentato ottimismo. Più cauto Boullier, che ha parlato di McLaren da centro gruppo.

Pur con qualche problema di troppo in termini di affidabilità, si respira fiducia in casa McLaren (foto da: racefans.net)

Miglioramenti in vista anche per la Sauber-Alfa Romeo. Pur con qualche fuoripista di troppo da parte sia di Ericsson che dell’atteso rookie Leclerc, la C37 ha macinato chilometri (786 giri, 3658.83 km) e, anche se le prestazioni per il momento non sono esaltanti, il salto di qualità costituito dalla power unit Ferrari 2018 dovrebbe essere indubbio. Insieme al lavoro di Furbatto e del suo staff, la Sauber potrebbe abbandonare il ruolo di cenerentola del gruppo, avvicinandosi molto alle altre scuderie.

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