F1 – Mika Hakkinen non rappresenta solo un pilota capace di risollevarsi dopo un tremendo incidente (Australia 1995), tornando al volante più forte di prima e conquistare ben due titoli mondiali con la McLaren (1998-99), risultando a conti fatti il più pericoloso rivale di Michael Schumacher. Il finnico rappresenta anche uno dei piloti ancor oggi più stimati nel paddock e dai tifosi, un vero esempio di sportività e di gentleman driver.
Nell’ultimo weekend di Suzuka, tra l’altro, si è vissuto un momento davvero nostalgico, quando Mika è tornato di nuovo in pista al volante della McLaren MP4/13, monoposto con la quale conquistò il primo titolo, proprio sul circuito giapponese. Intervistato da Motorsport.com, Hakkinen, proprio nelle settimane nelle quali Liberty Media sta decidendo chi tra Pirelli e Hankook meriti l’aggiudicazione del bando 2020-23, ha dato il suo parere sull’attuale situazione gomme del Circus, dicendosi favorevole ad un ritorno della competizione nella fornitura degli pneumatici, abbandonando la politica del fornitore unico.
“Questa mancanza di competizione è un peccato, e sarebbe interessante vedere anche altri marchi di pneumatici impegnati contemporaneamente in Formula 1” – ha spiegato Hakkinen – “I piloti con i quali ho parlato hanno sottolineato che con le gomme attuali puoi spingere solo fino ad un certo livello. Appena lo superi, il pneumatico si surriscalda troppo. Il mio non è un attacco a Pirelli, ma semplicemente credo che sarebbe meglio se ci fosse anche un rivale. C’è bisogno di competizione, è questo lo spettacolo“.
Altro punto toccato da Hakkinen e la mancanza di test, aspetto che va a colpire soprattutto i rookie. “Per i piloti che arrivano in Formula 1, l’assenza di test diventa una vera sfida. Per me sarebbe meglio se i piloti più giovani potessero provare e migliorare” dice Mika – “Qualunque sport tu faccia, è fondamentale allenarsi per migliorare. Lo stesso vale per i team. Come si possono migliorare l’aerodinamica ed il motore se non ti è permesso provare in pista? Computer, simulatori e gallerie del vento possono dare una mano, ma non potrà mai essere la stessa cosa“.
Ritiratosi a fine 2001, Hakkinen infine non esclude un suo possibile ritorno in pista, casomai nelle competizioni con monoposto storiche: “Può essere un’idea percorribile e nemmeno complicata dal punto di vista fisico, avendo ancora buona parte dei muscoli che mi sono fatto quando correvo. Ma se decidi di tornare a correre, lo fai per vincere, non per finire secondo o terzo. Vuoi vincere e prendere a calci qualche sedere“.
La famiglia e gli impegni con gli sponsor, però, sembrano spingere in direzione contraria: “Tornare a correre richiede il suo tempo. Ci ho pensato spesso. Se aggiungessi un impegno del genere alla mia agenda, mi ritroverei a dover togliere spazio ai miei cinque figli e al mio ruolo di ambasciatore con i miei sponsor. Se proprio devo tornare a correre, dev’essere per forza una cosa bilanciata“.
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