F1 GP Monaco 2019, Analisi Gara – Hamilton resiste a Verstappen, vince ed allunga

Nel weekend del ricordo del compianto Niki Lauda (bellissimi sia i pensieri dei vari team che i caschi in particolare di Vettel e Hamilton, il primo ispirato al periodo di Maranello dell’austriaco, il secondo a quello di Woking), Lewis Hamilton e la Mercedes compiono un altro passo in questo loro avvio di 2019 perfetto e devastante, centrando l’ennesimo successo. Vero, finisce la serie di doppiette consecutive (Valtteri Bottas 3°); ma il team di Brackley ha di che festeggiare e di che stare assolutamente tranquilli, forti di una superiorità al momento apparentemente inscalfibile. Ritrova in parte il sorriso la Ferrari che, sfruttando la penalità di Max Verstappen (altro protagonista del weekend), coglie la miglior prestazione stagionale con Sebastian Vettel (2°), dopo un sabato horror sotto vari aspetti, costato carissimo ad un Charles Leclerc che continua a non avere un bel rapporto con la pista di casa. Un GP, quello di ieri, vecchio stile, che ha ricordato l’edizione del 1992 tra Ayrton Senna e Nigel Mansell; con pochissimi sorpassi come da tradizione, ma quelli effettuati sono stati da applausi. Una gara corsa sicuramente non con il ritmo migliore per la gran parte, ma che ha ritrovato i protagonisti a dover sudare (e pensare) tanto prima di azzardare una manovra, cercando di recuperare centimetro dopo centimetro, senza artifici ed orpelli vari. Insomma, il sale del motorsport e della Formula 1, quella più autentica.

Bellissima istantanea del contatto tra Lewis Hamilton e Max Verstappen, nelle fasi finali del Gran Premio di Monaco 2019 (foto da: twitter.com/F1)

MERCEDES: LEWIS VINCE E LA DEDICA A NIKI. BOTTAS 3° E A -17

Lewis Hamilton non si ferma più. Dopo la grande pole di sabato (85.esima in carriera), beffando il compagno di box sotto la bandiera scacchi, il britannico completa l’opera la domenica (77.esima vittoria, 140.esimo podio), portando a casa un successo più complicato del previsto, anche con una bella dose di fortuna. Partito benissimo, Lewis ha fatto sempre il ritmo; nel bene, come nella prima parte di gara, e ‘nel male’ (se così possiamo dire), dalla ripartenza post Safety Car fino alla fine, dove per gestire le gomme medie e farle durare fino alla bandiera scacchi il leader del Mondiale ha imposto un ritmo a tratti davvero lentissimo, tanto che anche Russell con la Williams, per qualche tornata è stato anche un secondo più veloce.

Lewis Hamilton taglia da vincitore il traguardo del Gran Premio di Monaco 2019 (foto da: twitter.com/MercedesAMGF1)

In questa fase, la minaccia per Hamilton è stato Verstappen il quale, con la complicità di un pit stop molto veloce (2.5″), era riuscito a superare in corsia box, con tanto di contatto, Valtteri Bottas; il finlandese, che aveva rallentato in modo da garantirsi tempo a sufficienza per fermarsi e non rischiare problemi con la sosta del  #44, si è ritrovato con una gomma forata dopo aver impattato il muro, finendo poi in 4° posizione a causa del successivo ed immediato secondo pit stop. La gara di Valtteri è praticamente finita lì, impossibilitato ad attaccare la Ferrari di Sebastian Vettel e con l’unico pensiero di non finire oltre i 5″ da Verstappen, nel frattempo penalizzato per la manovra ai suoi danni.

Sesta gara del 2019 e sesta festa per la Mercedes, anche se non è doppietta come nelle prime cinque uscite (foto da: twitter.com/MercedesAMGF1)

Hamilton, invece, è rimasto concentrato per tutto il tempo (pur come al solito lamentandosi tanto in radio), chiudendo ogni varco e rischiando (tantissimo) solo al terzultimo giro, quando l’olandese ha portato l’attacco in fondo alla discesa dopo il Tunnel. Nonostante il contatto tra l’anteriore destra di Max e la posteriore sinistra della sua Mercedes, Lewis ha avuto la prontezza di tirate dritto e tagliare la chicane, altrimenti avrebbe davvero corso il pericolo di girarsi addosso alla Red Bull, con le conseguenze che ben potete immaginare. Tirato un sospiro di sollievo, Lewis ha portato a casa una vittoria tutta dedicata a Niki Lauda, ancor più importante poiché in classifica gli consente di allungare a +17 su Bottas (137 a 120); inutile praticamente nominare il Costruttori, dato che la Mercedes vanta la bellezza di 118 punti di margine sulla Ferrari (257 a 139).

FERRARI: VETTEL ATTENTO E OPPORTUNISTA, LECLERC UN LAMPO EFFIMERO

Il 2° posto di Sebastian Vettel salva letteralmente la Ferrari da un altro weekend da tregenda. Su un circuito ostico come da previsioni, il risultato ottenuto dal tedesco e derivato dalla penalità di Max Verstappen più i problemi di Valtteri Bottas, è una boccata d’ossigeno salutare per un team che continua a faticare tanto. La condotta di gara del quattro volte Campione del Mondo, protagonista di un incontro (troppo) ravvicinato con le barriere a Sainte-Devote in PL3, è stata molto chiara e lineare. Dopo aver badato a non prendere rischi inutili nei primi metri, Seb ha tenuto il passo dei primi, perdendo oggettivamente meno del previsto; al momento della Safety Car, il contatto tra Max e Valtteri serve praticamente sul piatto d’argento il 2° posto, in primis per la penalità che colpirà di lì a poco l’olandese, in secundis per la foratura che costringe il finnico ad una sosta extra.

Altra immagine fortemente simbolica dal Principato. L’abbraccio tra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton a fine gara, con il tedesco che indossa un casco che ricorda quello indossato da Niki Lauda in Ferrari, mentre l’inglese fa lo stesso con i colori che l’austriaco utilizzò nel periodo in McLaren (foto da: twitter.com)

Vettel, quindi, ha controllato che il distacco da Verstappen non salisse sopra i 5″, badando poi a tenere a bada Bottas alle sue spalle, a dir la verità mai minaccioso. Più di qualcuno, in giro tra media e social, ha tacciato il tedesco di essere stato troppo attendista, di essersi accontentato, di esser stato troppo opaco e troppo poco combattivo. Ma cos’altro avrebbe dovuto fare? Mettere tutto a repentaglio attaccando un pilota (Verstappen…) che gli sarebbe finito dietro? Eventualmente, nel caso Max avesse attaccato e passato Lewis un pò prima del terzultimo giro, molto probabilmente, se ne aveva, Seb ci avrebbe provato; un eventuale contatto tra i primi due (che poi c’è stato) poteva addirittura regalare una vittoria ancor più inattesa. Sinceramente, però, a mio parere la condotta di gara di Vettel resta inappuntabile.

La gara di Charles Leclerc a Monaco è durata poco, ma ha regalato una perla come il sorpasso alla Rascasse su Romain Grosjean (foto da: twitter.com)

Capitolo Leclerc. Quanto accaduto in Q1 è gravissimo; un errore strategico clamoroso (come detto da Vettel, c’è stato il rischio che entrambi non passassero il taglio) costato la gara al monegasco, frutto di una situazione interna al team che continua ad essere tutt’altro che tranquilla. C’è da dire, però, che anche Leclerc non si è granché aiutato nell’occasione, girando ad un secondo dal suo tempo in PL3 e salvandosi in extremis da un botto alla Rascasse. La gara del padrone di casa è durata poco, ma è stata molto intensa, condita da due grandi sorpassi, prima su Lando Norris al Loews (giro 2), poi (e soprattutto) quello su Romain Grosjean alla Rascasse (giro 7). Preso dalla foga agonistica, il giro dopo e nello stesso punto, Charles ci riprova con Nico Hulkenberg, solo che stavolta va male; il #16 colpisce con la posteriore destra il rail interno, finendo addosso al tedesco e forando la ruota. Il giro intero su tre ruote, oltre a spargere detriti per tutta la pista (imponendo l’ingresso della SC), danneggia irrimediabilmente il fondo della SF90, portando poi al ritiro al giro 18. Un weekend da dimenticare (non il primo a Monaco per Leclerc), da cancellare con una bella prestazione già a Montreal.

RED BULL: VERSTAPPEN CI PROVA MA UNA PENALITA’ LO BUTTA GIU’ DAL PODIO. GASLY 5°

Dopo tre edizioni di fila a podio, la Red Bull manca la top-3. Ma Max Verstappen è stato comunque uno dei grandi protagonisti del weekend monegasco. Unico a tenersi a distanza ‘decente’ dalle Mercedes sul giro singolo, in gara, grazie anche alla velocità dei meccanici di Milton Keynes, l’olandese è riuscito a sopravanzare ai box Valtteri Bottas, non senza un contatto che, a fine gara, gli costerà il podio a causa dei 5″ di penalità inflittigli dai commissari. Superato il finlandese, Max s’incolla negli scarichi di Hamilton, non a suo agio con le medie. La pressione di Verstappen è costante e continua, anche perché c’era la necessità di andare al comando e guadagnare quei secondi fondamentali per annullare la penalità; ma la W10 #44 scappa sempre via, soprattutto in uscita dal Portier e nel tratto tra Tabaccaio e prima delle Piscine.

L’episodio che priva Max Verstappen di un podio che sarebbe stato meritato. In corsia box, l’olandese arriva a contatto in pit lane con la Mercedes di Valtteri Bottas, che colpisce il muro e fora uno pneumatico (foto da: twitter.com/F1)

Nel post-gara, si verrà a sapere che, in occasione del pit, Verstappen è rimasto con una mappatura della power unit molto conservativa, comportante un grande ritardo nell’erogazione della potenza. Cionostante, il #33 prova in ogni modo a restar vicino al rivale, riuscendoci soprattutto nella zona più lenta della pista. Ma i giri passano inesorabili e l’attacco, quasi disperato, arriva al terzultimo giro alla Chicane del Porto; una manovra molto rischiosa, dato che entrambi hanno rischiato di rimetterci la gara. Va comunque tutto bene, anche se Max deve suo malgrado accontentarsi della 4° posizione. Per quanto riguarda Pierre Gasly, la strategia Red Bull (non fermarlo in occasione della Safety Car) si rivela quella giusta; una volta salito in 5° posizione, Pierre spinge tanto e, una volta fermatosi (giro 27), deve solo attendere la sosta degli altri per riprendersi la posizione. Fermatosi un’ultima volta, Gasly va per il giro record, ottenuto al 72.esimo passaggio (1:14.279). Nel complesso una prova positiva dell’ex Toro Rosso, che porta a casa il miglior risultato stagionale.

GLI ALTRI #1: SPICCANO SAINZ E LE TORO ROSSO. PUNTI PER RENAULT E HAAS

Soddisfazione in casa McLaren, con Carlos Sainz che porta a casa un gran 6° posto e permette al team di consolidare la 4° posizione nel Costruttori. Lo spagnolo costruisce la sua gara in due momenti: al via, superando in maniera spettacolare le due Toro Rosso nella salita verso il Casinò; al momento del pit stop (giro 29), effettuato molto velocemente dalla squadra, con conseguente giro record in quella fase dello spagnolo, fondamentale per tener dietro Kvyat. Lando Norris, invece, ha chiuso in 11° posizione dopo una gara nel complesso lineare e senza particolari scossoni. Sorrisi anche in casa Toro Rosso, per la prima volta in stagione con entrambi i piloti a punti, ovvero 7° Daniil Kvyat ed 8° Alexander Albon. Entrambi i piloti hanno concretizzato una qualifica molto positiva con una condotta di gara senza sbavature, ben coadiuvati dal punto di vista strategico dal muretto.

Bel risultato per Carlos Sainz Jr, che chiude al 6° posto e consolida il 4° posto Costruttori della McLaren (foto da: twitter.com/McLarenF1)

Rammarico, invece, per Renault e Haas. Il team di Enstone porta a casa un 9° posto con Daniel Ricciardo che sa di brodino, visto che l’italo-australiano, subito dopo il via, si trovava in 5° posizione. La sosta al momento della Safety Car, però, ha condizionato la sua gara, mandandolo nel traffico e non riuscendo quindi a fare di più. Discorso molto simile per Nico Hulkenberg (13°), il quale però ha anche pagato il contatto con Leclerc alla Rascasse. Un solo punto per il team statunitense, con il 10° posto di Romain Grosjean, penalizzato di 5″ sul tempo finale di gara così come Kevin Magnussen (14°); il franco-elvetico per aver toccato la linea bianca in uscita dai box, il danese per il taglio della Chicane del Porto in occasione del tentativo di attacco di Perez. Tanto amaro in bocca soprattutto per K-Mag, il quale scattava addirittura dalla 5° piazzola sulla griglia; come per la Renault, però, la scelta di fermarsi al momento della Safety Car non ha portato nessun vantaggio.

GLI ALTRI #2: MALE ALFA E RACING POINT. RUSSELL 15°

Tre i team che lasciano il Principato senza punti all’attivo. Il primo è l’Alfa Romeo Racing, protagonista di un weekend davvero complicato. Nella gara dei suoi 300 GP, Kimi Raikkonen ha portato a casa una 17° posizione che non può soddisfare; un Kimi che ha dovuto fare i conti con alcuni problemi, dei contatti che ne hanno danneggiato la monoposto (tipo quello con Stroll al Loews) e soprattutto con il traffico, al quale nemmeno una strategia diversa ha portato rimedio. Ancora peggio è andata ad Antonio Giovinazzi, finito 19° ed ultimo, unico con due giri di ritardo, oltre che penalizzato di 10″ per il contatto con Kubica nella prima parte di gara alla Rascasse.

Gara #300 in carriera amara per Kimi Raikkonen, che con la sua Alfa Romeo termina in 17° posizione (foto da: twitter.com/alfaromeoracing)

Con un pugno di mosche è rimasta anche la Racing Point, con Sergio Perez (12°) che ha anche vissuto un momento di assoluto terrore quando, uscendo dai box dopo un pit nel corso della Safety Car, per pochissimo non ha investito due marshall intenti a tornare in posizione dopo aver tolto dalla pista dei detriti seminati da Leclerc. Gara anonima, in un weekend molto difficile, per Lance Stroll (16°), finito alle spalle di un George Russell che, sfruttando la natura del circuito monegasco, ha portato la sua Williams al 15° posto, il miglior risultato stagionale guardando al numero di monoposto giunte al traguardo. Più sfortunato Robert Kubica, il quale avrebbe potuto impostare una strategia simile a quella del compagno di box, se non si fosse verificato il contatto con Giovinazzi, che lo ha relegato in 18° posizione; non mancano delle polemiche nei confronti del team, dato che il polacco, che al via aveva superato il giovane compagno di squadra, è stato chiamato ai box dopo di lui.

La Formula 1 si trasferirà adesso in Nord America. Nel weekend del 7-9 Giugno il circuito Gilles Villeneuve di Montreal ospiterà il Gran Premio del Canada.

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