
La F1 non trova pace in questo 2020 e un altro GP è stato infettato dal Coronavirus, quello del Bahrain. Infatti, già il primo Gran Premio della stagione in Australia era in pericolo però alla fine il Paese dell’Oceania ha deciso di portare avanti l’evento. Il Bahrain invece è di diverso avviso. Vediamo cosa aspettarci dal secondo appuntamento della stagione.
F1 GP Bahrain a porte chiuse
La FIA ha pensato di far fronte all’emergenza Coronavirus lasciando libertà di scelta agli enti organizzatori delle gare dei diversi Paesi ospitanti. Infatti, spetta a loro calcolare le perdite economiche di un eventuale annullamento o di una posticipazione a data da destinarsi. Quello che più conta, tuttavia, è mettere in sicurezza le proprie nazioni da un virus che dimostra non conoscere frontiere.
Il GP di Australia, infatti, si terrà regolarmente, senza restrizioni ed adottando semplicemente un severo controllo sanitario all’arrivo in aeroporto per tutti. Il Bahrain, invece, è di tutt’altro avviso.
Il piccolo stato mediorientale, infatti, ha deciso che la gara di Formula 1 avrà luogo come da calendario in data 22 marzo si terrà a porte chiuse. Niente pubblico urlante quindi per i piloti che duelleranno in un innaturale silenzio. Nel frattempo, la vendita dei biglietti per l’evento è ovviamente sospesa.
Pro e contro di questa decisione
La scelta di mantenere un evento sportivo di questo rilievo senza che il pubblico prenda parte è rischiosa e coraggiosa e porta con sè pro e contro.
Fra i pro annoveriamo la protezione dei propri confini ed anche di altre culture contro l’avanzata del Coronavirus. Inoltre, piloti e team sono anche più tutelati e potranno portare a casa regolarmente i punti per la classifica del Campionato.
I contro, invece, sono piuttosto ovvi e prettamente di natura economica. Infatti, gran parte dei guadagni derivati dalla vendita dei biglietti serve per organizzare l’evento stesso ed anche per essere compresa nel montepremi in denaro messo in palio dalla FIA. L’annullamento della partecipazione del pubblico comporta quindi il problema su come fare per il bilancio delle spese, tenuto conto che bisognerà probabilmente restituire l’importo dei biglietti a chi li ha già acquistati. Il Bahrain, inoltre, subirà anche una perdita economica generale, per i ristoratori e gli albergatori, per i negozianti e per tutte le strutture annesse.
Tuttavia siamo in un periodo particolare e rischioso, vale davvero la pena rischiare di fare ammalare l’intero pianeta più di quanto già non stiamo facendo?
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