F1, dal 2019 verrà introdotto il peso minimo per i piloti

Nella giornata di giovedì, negli uffici della FOM a Londra, si è tenuta una nuova riunione dello Strategy Group, dalla quale si attendevano succose novità per il prossimo futuro del Circus. E invece, come spesso accade in Formula 1, tra discussioni e veti incrociati potremmo dire che, ancora una volta, la montagna ha partorito il topolino.

Questo poiché, tra i vari argomenti di discussione, l’unico atto concreto consiste nella previsione di un peso minimo dell’insieme pilota-sedile ad 80 chilogrammi, che farà il suo ingresso a partire dalla stagione 2019 e che verrà meglio specificato nelle prossime riunioni dello Strategy Group. Una mossa, quest’ultima, pensata in primis dalla Federazione Internazionale, preoccupata dalle possibili conseguenze fisiche che diete troppo drastiche potrebbero avere sui piloti.

Sebastian Vettel, all’interno dell’abitacolo della SF70-H. Dal 2019, il peso minimo dei piloti verrà staccato da quello della monoposto, e portato ad 80 kg (foto da: f1fanatico.co.uk)

Ma procediamo con ordine. Come sa chiunque segua, anche di sfuggita, la Formula 1, il tanto criticato Halo farà la sua comparsa obbligatoria sulle monoposto 2018, comportando un aumento del peso minimo delle stesse fino a 734 chilogrammi. In verità, secondo i primi progetti della FIA, Halo doveva debuttare già nella passata stagione, tanto che era stato varato un aumento di 10 chilogrammi del peso minimo delle vetture (15 quello del sistema di protezione della testa del pilota).

Come già intuito nel corso della passata stagione, alcune scuderie, soprattutto quelle più lontane dal peso minimo, hanno potuto utilizzare questa zavorra in determinati punti, per migliorare il più possibile il bilanciamento della monoposto. Nel 2018, in una sorta di via di mezzo, l’aumento del peso minimo è stato di soli 6 chilogrammi. Ciò ha comportato un duro lavoro per tutti i team in sede di progettazione, ed è pressoché sicuro che gli ingegneri chiederanno ai piloti ulteriori sacrifici dal punto di vista alimentare.

Dal 2019, per evitare il ripetersi di queste problematiche, il peso del pilota tornerà ad essere considerato a parte rispetto al peso minimo della vettura (che sarà di 660 chilogrammi). Il limite degli 80 chilogrammi prevede che un pilota il quale, ad esempio, pesi 70 chilogrammi, venga zavorrato di 10 per raggiungere il limite (e così vià), a discapito però di chi si trovi a pesare più di 80 chilogrammi. Per evitare furbizie, però, la FIA ha intenzione di limitare alla zona dell’abitacolo quella nella quale verrà piazzata la zavorra.

Passiamo al resto. Fallito l’ennesimo tentativo della Red Bull di convincere gli altri team a fare un passo indietro riguardo al limite di tre power unit utilizzabili senza scontare penalità nel 2018, pare che nel 2019 potrebbero tornare le pinne sul cofano motore. Eliminate per questo 2018 a causa dell’opposizione della McLaren, il prossimo anno le cosiddette shark fin rivedranno la luce grazie stavolta alla Force India e ad un discorso più generale riguardante la visibilità per il pubblico dei nomi dei piloti e dei loro numeri di gara.

D’altro canto, però, il team di Woking ha ottenuto una vittoria in tema di bargeboard, ovvero le appendici aerodinamiche piazzate tra le ruote anteriori e le prese d’aria laterali delle fiancate, che avevano conosciuto una grande evoluzione nel corso del 2017. L’idea è quella di semplificarli, in modo da rendere le monoposto più appetibili esteticamente e per gli sponsor, che potrebbero ottenere maggior visibilità in quella zona.

In tema di ali, i rumors indicano che la Ferrari sia riuscita a far approvare una proposta al fine di adottare una paratia dell’alettone posteriore più grande, mentre grosse resistenze ha trovato il tentativo di Ross Brawn di spingere per l’adozione di un’ala anteriore più semplice, in modo da intervenire anche sul calo dei sorpassi. Nella riunione Brawn avrebbe presentato ai team un modello della nuova ala anteriore, non incontrando il favore dei team, Ferrari in particolare. Ultimo tema toccato è stato quello del gardening leave, per quel che riguarda uomini della FIA o della FOM. Alla fine si è deciso per un patto di gentlemen’s agreement tra i team, inteso a far rispettare un periodo di pausa maggiore rispetto a quello indicato dalle apposite leggi vigenti nella nazione dove il contratto di lavoro è stato stipulato.

 

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