E’ una fase molto importante per la Formula 1 e soprattutto per i nuovi proprietari di Liberty Media che, al termine della prima stagione della loro gestione, si ritrovano con non poche patate bollenti per le mani. Tra queste c’è anche la questione dello spettacolo in pista, tornata in auge dopo il discutibilissimo Gran Premio di Abu Dhabi, di gran lunga il più brutto di un’annata che però, nel complesso, è stata molto gradevole.
Da un pò, infatti, Ross Brawn afferma che Liberty Media sta approntando dei progetti insieme agli organizzatori di alcune gare per studiare alcune modifiche di layout per migliorare lo spettacolo. “Mentre il programma aerodinamico per favorire i sorpassi è già partito, adesso toccherà a quello legato ai circuiti” – dice Brawn – “Stiamo cercando di studiare la possibilità di creare linee differenti di guida per cercare di rendere più spettacolari gli attacchi e le difese. Anche l’asfalto è molto importante nelle gare, dato che il tipo di superficie può creare diversi livelli di degrado delle gomme ed è utile perché si iniziano a ottenere differenze prestazionali. Nel 2017 alcune delle gare più combattute le abbiamo ottenute su piste dove il degrado delle gomme è stato accentuato, favorendo i duelli“.
Direttamente dal Motor Show di Bologna, invece, giunge la proposta di Emanuele Pirro, cinque volte vincitore a Le Mans e commissario sportivo della Federazione Internazionale. Il 55enne romano, come rappresentante della commissione piloti, ripropone le vie di fuga in sabbia, in modo da tornare a rendere più selettivi i circuiti. “La nostra volontà è quella di riportare il pilota al centro e se dovesse commettere un errore di guida, allora lo deve pagare. Con le enormi vie di fuga in asfalto attuali, invece, ciò non succede e questo va a svantaggio dei più bravi, che non riescono a fare la differenza rispetto ai meno abili” – dice Pirro – “Negli Anni ’50 e ’60, se andavi al 101% tuo e della macchina, quando commettevi un errore rischiavi non solo di uscire di pista, ma anche di ammazzarti. Negli Anni ’80 e ’90, vale a dire l’automobilismo che ho vissuto io, se commettevi un errore facevi un danno alla macchina e ti ritiravi, ma, quasi sempre, ne uscivi indenne fisicamente. Oggi non solo puoi proseguire, ma anche guadagnare tempo“.
“Bisogna tornare ad avere piste nelle quali l’errore ti fa perdere tempo o ti fa fermare. Un’idea è introdurre i bump, che sono stati montati in alcune curve, ma meglio ancora sarebbe rimettere delle vie di fuga in sabbia” – prosegue Pirro – “Vero che c’è il problema delle altre categorie, moto in particolare. Ma di recente ho parlato con Franco Uncini, delegato sicurezza della Dorna, e mi ha detto che all’inizio erano propensi all’asfalto, mentre adesso il circuito ideale per le moto prevede una via di fuga in asfalto nei primi metri, per poi avere la sabbia, in modo da rallentare bene il motociclista eventualmente caduto“.
Uncini ha anche spiegato il perchè della sua idea a Pirro: “Franco mi ha detto che, in test con asfalto bagnato, il motociclista che cade a 200 km/h con una via di fuga in asfalto percorre 196 metri prima di fermarsi. È inaccettabile, per cui stanno studiando qualcosa di alternativo e il ritorno della sabbia non è affatto da escludere. orremmo un automobilismo che premia di più chi sa guidare vicino al limite senza superarlo. Adesso non è così. Vedremo se le nostre idee saranno in futuro considerate“.
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