Alexander Wurz, austriaco 42enne ex pilota di Formula 1 con tre podi all’attivo (Silverstone ’97, Imola 2005 e Montreal 2007), è conosciuto per essere il presidente della GPDA (Grand Prix Drivers Association). In questa stagione, Wurz ha spinto fortemente per l’introduzione dell’HALO dal prossimo anno, ma la Federazione ne ha rinviato l’uso nel 2018, anche se i punti interrogativi restano. In una lunga intervista a Motorsport.com, l’austriaco ha sottolineato come un ulteriore incremento della sicurezza potrebbe permettere di avere monoposto molto più veloci, riducendo le molteplici regole che ingolfano la Formula 1 di oggi.

Alexander Wurz, presidente della GPDA (foto da: autotriti.gr)

“La mia visione di Formula 1 sarebbe di rendere le vetture sempre più sicure per farle andare più veloci” – ha detto l’austriaco – “Quando parlo di incrementare la velocità, intendo monoposto capaci di arrivare a 450 km/h e che generano molto più carico aerodinamico. In quel caso potremmo farle correre sulle piste più insidiose e nei circuiti cittadini. Non avremmo più bisogno di vie di fuga chilometriche e, quindi, non avremmo nemmeno le infrazioni per i tagli di percorso che nessuno capisce più“.

“I fan seduti sul divano di casa devono tornare a pensare che certe cose in pista non sarebbero in grado di farle, se non gente coraggiosa come i piloti con più talento” – prosegue il nativo di Waidhofen an der Thaya – “E allora non mi preoccuperei del resto, perché il fan si è già emozionato all’idea. Se però le monoposto non dovessero essere abbastanza sicure, allora il direttore di gara sarò costretto a tenere d’occhio i piloti, perché non avrà nessuna intenzione di andare in galera se dovesse succedere qualcosa. A quel punto, saremmo di nuovo al punto di partenza“.

“Io credo che bisogna rendere le vetture più sicure per essere molto più permissivi con il resto” – sottolinea l’ex pilota di Benetton, McLaren e Williams – “Perché una vita umana corre meno pericoli di essere messa a rischio se si guida a certe velocità, come abbiamo visto, specie se si lavora sulle probabilità di pericolo. Ma la mia visione a lungo termine impatta con alcune delle persone che hanno invece solo una visione delle cose molto breve. E ce ne sono molte in giro. Non sono sicuro di essere nel giusto, per questo servirebbe una decisione condivisa“.