E’ domenica, ultima giornata del weekend negli Stati Uniti sul circuito di Austin. La gara ha visto il trionfo delle Mercedes, che mettono i loro due piloti nelle prime due posizioni, mentre la Ferrari ha avuto un’altra giornata da incubo. Il ritiro dopo appena otto giri di Vettel, il suo compagno di squadra Leclerc, quarto dopo la gara ma con grandi difficoltà con la vettura.
Il pilota tedesco non sa proprio spiegarsi le motivazioni del ritiro. Pensa sia stato un problema strutturale, ma non è ancora capace di circonstanziare il problema avuto. Nei primi giri ha dovuto far passare tanti piloti senza la possibilità di opporsi seriamente:
“Penso sia un problema strutturale, non ho idea di cosa sia successo realmente, esamineremo la vettura e vedremo più tardi. È stato molto difficile far funzionare la macchina nel primo giro, ho dovuto far passare tanti piloti senza nemmeno oppormi e faticato a far funzionare le gomme. Non so cosa sia successo oggi”.
Gli fa eco il suo compagno di squadra Leclerc, che non è riuscito a sua volta a spiegare le difficoltà incontratequi negli Stati Uniti, come già accaduto in Ungheria. La Power Unit più vecchia non è stato un vantaggio, ma il motore non è stato il responsabile di questo ritardo. Con le gomme dure e le soft c’era stato un buon ritmo, anche se ha dovuto faticare più del previsto a spingere al massimo la vettura:
“Abbiamo fatto fatica come in Ungheria, anche se è un po’ più strano. Non capiamo cosa sia andato male nel primo stint, l’anteriore sinistra non ha funzionato come previsto, ma non avevo grip, dobbiamo analizzare bene cosa sia successo. Sulle dure e sulle soft il ritmo non era male, ma abbiamo fatto molta fatica. Certamente girare con una Power Unit più vecchia non è ideale e non mi ha agevolato, ma il gap non è motivato dal motore”.
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