- RED BULL: RICCIARDO AL SETTIMO CIELO, VERSTAPPEN SI MANGIA LE MANI
- FERRARI: VETTEL RAGIONIERE, RAIKKONEN IN OMBRA
- MERCEDES: HAMILTON SI ACCONTENTA, BOTTAS PAGA LA QUALIFICA
- FORCE INDIA: OCON E IL GIOCO ‘TRA’ SQUADRE
- FIA: WHITING E TODT SBUGIARDANO LA MERCEDES DELLE ‘GOLE PROFONDE’
- GLI ALTRI: OTTIMO GASLY, PUNTI PER ENTRAMBE LE RENAULT. DELUSIONE MCLAREN, DISASTRO HAAS E WILLIAMS. LECLERC TRADITO DAI FRENI
Il Gran Premio di Monaco ci ha restituito un Daniel Ricciardo scintillante ed ancor più sorridente del solito. L’italo-australiano ha festeggiato la settima vittoria in carriera, confermando le previsioni della vigilia che davano la Red Bull come grande favorita. Un weekend perfetto per Daniel (a differenza di Max Verstappen), solo scalfito dai problemi che lo hanno afflitto per una cinquantina di giri, riuscendo a tener dietro un Sebastian Vettel che comunque può essere soddisfatto dall’aver invertito il trend, tornando a guadagnare qualche punto su un concreto Lewis Hamilton. Ma è stato un weekend caratterizzato anche dalle polemiche, prima sul caso batterie della Ferrari, poi con la discutibile mossa di Ocon nel lasciar passare le due Mercedes durante la gara.

RED BULL: RICCIARDO AL SETTIMO CIELO, VERSTAPPEN SI MANGIA LE MANI
La vittoria di Monaco è stata davvero meritata, cercata da Ricciardo, desideroso di togliersi dalla spalla la scimmia del 2016, quando un errore nel pit stop costò una vittoria tutta nelle sue mani, consegnandola a Lewis Hamilton. Stavolta non ce n’è stato praticamente per nessuno. Sfruttando al meglio una RB14 che, come da pronostici della vigilia, è andata alla grande nel toboga monegasco, il nativo di Perth ha vestito il costume da dominatore sin dal giovedì mattina, prima ingaggiando un duello tutto in famiglia con Max Verstappen, poi, dopo l’erroraccio dell’olandese in PL3, ottenendo pole e record del circuito di Monte Carlo (1:10.810). In gara, dopo un ottimo primo stint, Ricciardo ha gestito alla grande, con sangue freddo, il calo di potenza che dal giro 28 azzoppa la sua monoposto. Con un aiuto sostanziale anche dal circuito, poiché su un’altra pista non avrebbe avuto speranze. Dopo aver temuto di doversi ritirare, Daniel tiene duro, resiste alla pressione continua di Vettel e, dopo la bandiera scacchi, può lasciarsi andare alla gioia e a delle lacrime sincere. Hamilton ha detto che adesso la lotta iridata è a tre, con Ricciardo a -38 da Lewis stesso e a -24 da Sebastian. Alle prossime gare l’ardua sentenza.

Max Verstappen, invece, è il grande sconfitto del weekend monegasco. Un appuntamento dove Max avrebbe conteso pole e vittoria al compagno di box; e che invece si è rivelato l’ennesima tappa nella via crucis che è quest’avvio di stagione per l’olandese, che proprio non riesce a non fare almeno una cappellata a weekend. Dopo aver già rischiato in PL1 per un’improvvida retromarcia dopo un lungo alla Sainte-Dévote, Max ha gettato a donne di facili costumi il suo weekend producendosi in un indigesto replay dell’errore commesso in qualifica due anni fa, finendo a muro in uscita dalle Piscine nei minuti finali di PL3. Il tutto per ottenere una inutile miglior prestazione davanti al compagno di box, non potendo poi prendere parte alle qualifiche, accomodandosi in fondo al gruppo in griglia di partenza.
La gara, in fin dei conti, vede finalmente (ma fuori tempo massimo) Max usare la testa. Al via non rischia, pur superando le due Haas, per poi dare spettacolo mettendo a segno praticamente gli unici sorpassi veri, uccellando in bello stile Ericsson e Hartley, e passando di forza, all’esterno della Chicane del Porto, la Renault di Sainz. La sua rimonta, effettuato il pit, si ferma alle spalle del trio Ocon, Gasly, Hulkenberg, con una deludente 9° posizione, visto il potenziale tra le mani. Ormai lo si ripete da inizio campionato. Max deve darsi una mossa, imparare ad usare maggiormente il cervello in un weekend, dato che la reazione di Marko dopo l’errore del sabato mattina sta lì ad indicare una pazienza del team in via di esaurimento. Tanti errori sono stati fatti durante la sua crescita agonistica, e l’età, prendendo spunto dalle parole di Nico Rosberg, non deve più essere presa come alibi sic et simpliciter.

FERRARI: VETTEL RAGIONIERE, RAIKKONEN IN OMBRA
Domenica positiva in quel di Maranello. Almeno per quel che concerne Sebastian Vettel, che torna sul podio dopo un’astinenza di tre gare e ricuce un pò (da -17 a -14) il gap che lo separa da Lewis Hamilton. Pur confermandosi una monoposto molto equilibrata anche nel Principato, stavolta la RB14 era leggermente superiore, pur se il tedesco è stato l’unico ad avvicinarsi al tempo monstre di Ricciardo in qualifica. La gara, a meno di magate molto difficili al via o di errori di chi ti sta davanti, è praticamente segnata in partenza. E così, nonostante il problema che ha rallentato pesantemente la Red Bull #3, Vettel non è mai riuscito a portare un attacco, pur veleggiando per circa 40 giri tra il mezzo secondo ed il secondo e mezzo dall’australiano, per poi perdere contatto dopo la VSC e far calare il sipario in anticipo.
Una gestione ragionata della gara, che ha fatto storcere il naso a non pochi appassionati ed addetti ai lavori. Gli stessi, con tutta probabilità, che avevano dato addosso a Sebastian dopo l’attacco a Bottas nel finale della gara di Baku. Chiaramente, così come quell’affondo era più che giustificabile, così la strategia diciamo ‘attendista’ messa in pista da Seb nel Principato è allo stesso modo condivisibile. Era fondamentale invertire il trend e tornare a guadagnare su Hamilton, a costo anche di ‘castrare’ la propria voglia di vincere. Anche perché non bisogna mentire, un eventuale attacco di Seb, con un pilota comunque pronto a tutto pur di difendere la posizione come Ricciardo, 9 su 10 avrebbe prodotto un disastro che, ancora una volta, avrebbe regalato sul piatto d’argento a Hamilton una ghiottissima chance. E soprattutto, chi avrebbe trattenuto i tanti ‘haters di professione’ di Sebastian…

Per quel che riguarda Raikkonen, 4° al traguardo, c’è poco da dire. Meno brillante dello scorso anno, quando ottenne la pole e guidò il GP per tutta la prima parte, sfortunato per essersi fermato a soli 34 millesimi dal qualificarsi meglio di Hamilton, Kimi ha vissuto una domenica noiosa, ravvivata (si fa per dire) dalla pressione portata dal connazionale Bottas per tutta la seconda metà di gara. Partito 4°, il finnico non si è mai schiodato dalla stessa posizione, faticando molto anche nel tenere il passo di un Hamilton in grossa difficoltà con gli pneumatici, pur tornandogli sotto negli ultimi giri. Un weekend senza sussulti da mettersi alle spalle, in modo da ripartire carichi per Montreal.
MERCEDES: HAMILTON SI ACCONTENTA, BOTTAS PAGA LA QUALIFICA
Quanto detto per la Ferrari vale, pur con qualche distinguo, anche per la Mercedes, che porta a casa un gradito podio per Lewis Hamilton e un 5° posto senza infamia e senza lode per Valtteri Bottas. A Brackley temevano tanto questo appuntamento e, alla fin fine, posso dirsi soddisfatti, avendo limitato bene i danni sia in ottica classifica piloti che in ottica costruttori, perdendo rispettivamente 3 e 4 punti nei riguardi di Vettel e della Ferrari. Un Hamilton che il colpo l’ha compiuto in qualifica, con un gran giro che gli ha permesso di tenersi dietro Raikkonen; in gara, patendo anche un degrado dei suoi pneumatici maggiore degli avversari, ha potuto fare poco per migliorare la sua 3° posizione, avvicinandosi ai primi due nei momenti di maggiore difficoltà di Ricciardo, ma allontanandosi pesantemente non appena il ritmo si è alzato. L’estrema difficoltà nel compiere sorpassi ha vanificato la diversa strategia di Bottas, passato al contrario degli altri big dalla Hypersoft alla Supersoft, fermandosi alle spalle di un Raikkonen più lento e dovendosi accontentare della 5° posizione.

FORCE INDIA: OCON E IL GIOCO ‘TRA’ SQUADRE
In Force India non possono non sorridere dopo quanto raccolto in quel di Monaco. Se Sergio Perez ha pagato a caro prezzo un guaio alla posteriore destra nel corso del pit stop, condannandolo ad un’anonima 12° posizione finale, pur a meno di un secondo e mezzo dalla zona punti, molto meglio è andata ad Esteban Ocon. Il francesino coglie il miglior piazzamento stagionale (6°), al termine di una gara senza sbavature, che lo ha visto tener dietro nell’ultima parte un gruppetto rognosissimo, capeggiato dal connazionale Gasly. Ocon, però, è salito agli onori delle cronache (o meglio, polemiche) per un altro motivo. Parliamo ovviamente dello scansarsi per far passare le due Mercedes.
Siamo ancora nelle prime fasi e Hamilton, a sorpresa, rientra per cambiare gli pneumatici già alla fine dell’11° giro, rientrando in 6° posizione, alle spalle di Ocon. In un paio di giri Hamilton, con pneumatici nuovi, ricuce i pochi secondi di vantaggio che aveva il pilota della Force India; chi si aspetta un Ocon battagliero, però, è destinato a restar deluso. Il nativo di Evreux, infatti, subito all’uscita del Tunnel rallenta e quasi accosta, lasciando comodamente strada al pilota inglese; comportamento ripetuto una decina di giri dopo con Bottas. Nel post gara, chiaramente, ad Ocon viene chiesto il motivo di un atteggiamento così arrendevole (da zerbino); il transalpino, come se fosse la cosa più normale del mondo, sottolinea il suo essere pilota Mercedes, oltre a girare al Boss (Wolff?) la domanda sul perché, specificando anche di aver risposto ad un’ordine di scuderia.

Il gesto di Ocon ha provocato imbarazzo e fastidio diffusi, sia nel paddock che tra i fan. La motivazione di non perdere tempo con un pilota più veloce, a mio parere, non regge, soprattutto su una pista dove Monaco, sulla quale puoi benissimo tener dietro una monoposto più veloce con il tuo ritmo. Una manovra che, indirettamente, ha anche danneggiato Raikkonen, dato che, anche solo con 2-3 giri in più, avrebbe quasi certamente fatto un overcut ai danni di Hamilton, assicurandosi in pratica il podio. Una pratica, quella degli ordini TRA scuderie, che riporta a quanto succedeva tra Red Bull e Toro Rosso; ma in questo caso si tratta comunque di uno junior team. In questo caso, i maligni potrebbero pensare ad un Ocon pronto a dare strada ai grigi ad ogni occasione utile, oltre a fare il contrario con gli avversari. E, a loro volta, Ferrari e Red Bull potrebbero comportarsi allo stesso modo con le varie Haas, Sauber e Toro Rosso. Insomma, una situazione poco spiacevole (e sportiva) che richiede un chiarimento.
FIA: WHITING E TODT SBUGIARDANO LA MERCEDES DELLE ‘GOLE PROFONDE’
Il Gran Premio di Monaco è coinciso anche con una figura ben poco edificante rimediata dalla Mercedes. In corrispondenza del weekend di Baku, com’è ormai noto, la testata tedesca Auto, Moto und Sport ha fatto circolare l’indiscrezione che la Ferrari potesse aggirare le regole, producendo più energia del consentito tramite il pacco batterie (più di 4 kj (kilo-joule)). Il paddock s’infiamma, Niki Lauda, a più riprese, chiede alla FIA di fare chiarezza. Pur se trattasi solo di rumors e non di elementi concreti, Whiting e i suoi mettono sotto osservazione la Ferrari sia in Spagna che a Monaco, ricevendo comunque massima collaborazione dagli uomini di Maranello.

Nel Principato, Whiting e la FIA annunciano la regolarità della Ferrari, pur non mancando di sottolineare che continueranno a monitorare la situazione nelle prossime settimane. Ma non finisce qui, poiché Whiting non si ferma e tira in causa direttamente la Mercedes, affermando come le soffiate siano arrivate da due ex Ferrari adesso in forza al team anglo tedesco, ovvero James Allison e Lorenzo Sassi. “La questione è stata esacerbata da accuse infondate, che hanno attraversato il paddock come un incendio” – ha spiegato il Direttore di gara – “Venivano da un motorista prima alla Ferrari e ora alla Mercedes. Le sue informazioni avrebbero dovuto essere tenute segrete per tutta la durata del suo periodo di gardening leave (ovviamente Sassi, ndr). Allison ci ha detto che secondo questa persona, in Ferrari avrebbero potuto provare ad agire contro il regolamento. Non avevamo nulla su cui indagare. Se loro (Mercedes) sentivano di avere qualcosa di serio per mano, avrebbero potuto presentare reclamo ufficiale“.
Le dichiarazioni di Whiting hanno fatto infuriare Toto Wolff, secondo il quale sarebbe sbagliato fare nomi e cognomi in situazioni simili, mettendoli alla berlina, sottolineando di voler proteggere in ogni modo i suoi dipendenti. Ora, essendo chiaro che il boss della Mercedes non abbia gradito la conclusione delle indagini FIA (“…se loro dicono che la Ferrari sia regolare, allora gli dobbiamo credere, ci fidiamo di loro…“), è altrettanto ovvio che la sua reazione sia quella tipica di chi è stato pescato con le mani nella marmellata. Ciò detto, e premesso che la FIA sbagli assolutamente nel non decidere di muoversi SOLO a seguito di reclami ufficiali, la sensazione è che non sia finita qui.
GLI ALTRI: OTTIMO GASLY, PUNTI PER ENTRAMBE LE RENAULT. DELUSIONE MCLAREN, DISASTRO HAAS E WILLIAMS. LECLERC TRADITO DAI FRENI
Dopo il grandissimo 4° posto del Bahrain, Pierre Gasly torna a realizzare punti nel Principato, sfoderando un’altra ottima prestazione. Il francesino della Toro Rosso, grazie ad una strategia molto riuscita e ad una guida senza errori, è riuscito ad artigliare un’importante 7° posizione, subito a ridosso di Ocon. Domenica discreta per la Renault, che riesce a portare entrambe le R.S.18 in zona punti. Nico Hulkenberg, partito 11°, è riuscito a porre in essere un primo stint interminabile con le Ultrasoft (50 giri); passato alle Hypersoft, ha tenuto dietro Verstappen e, grazie alla cortesia di Sainz, ha potuto andare a caccia di chi lo precedeva, pur finendo per doversi accontentare dell’8° posizione. Lo spagnolo, invece, ha terminato la sua gara in 10° posizione. Un risultato che ha deluso molto il figlio d’arte, vista l’8° piazza di partenza e una strategia a suo dire sbagliata, visto il primo stop dopo soli 15 passaggi.

Domenica con poche soddisfazioni per i team rimanenti. Charles Leclerc e Brendon Hartley sono stati sfortunati protagonisti dell’unico incidente della gara, al giro 70, quando sulla Sauber del monegasco è andato ko il sistema frenante, impedendo a Charles di fermarsi in uscita dal tunnel e tamponando in pieno il neozelandese. Marcus Ericsson, a sua volta, è finito 11°, perdendo come il compagno di box tanto tempo dietro la Toro Rosso #28. Prestazione molto deludente sia per le McLaren che, in particolare, per le Haas. Dopo delle qualifiche estremamente difficili, Kevin Magnussen e Romain Grosjean sono andati un pò meglio sul passo gara, chiudendo comunque in 13° e in 15° posizione.
In mezzo a loro è finito Stoffel Vandoorne (14°), in difficoltà con il degrado in particolare delle Ultrasoft all’inizio. Ritiro per Fernando Alonso, messo ko dal cambio al giro 52 mentre era in lotta con Gasly per la 7° posizione. Domenica da dimenticare, infine, per le Williams, che hanno chiuso malinconicamente il gruppo. Sergey Sirotkin (16°) ha pagato caro un errore del team (stop&go di 10″), che non hanno montato tutti gli pneumatici entro i 3′ dalla partenza. Lance Stroll (17°), invece, ha navigato sempre nelle retrovie, con ben due forature, la prima delle quali provocata da u contatto con un marciapiede.

La Formula 1 si prepara varcare l’Oceano. Dall’8 al 10 giugno, sarà il turno del Gran Premio del Canada, al Gilles Villeneuve di Montreal.
Gianluca Zippo
Informazioni sull'autore
Post correlati
F1 Diretta TV e Streaming del Gran Premio di Arabia Saudita 2023
Risultati Qualifiche Gp Arabia Saudita: Perez in pole position, Verstappen 8° Fila
Prove libere Gp Arabia Saudita, il re è Max Verstappen
Ultime news
- Under 21, Video Gol Highlights Italia-Ucraina 3-1: Sintesi 27-3-2023
- Dove vedere Napoli-Milan in diretta TV, streaming, probabili formazioni e orario 2/4/2023
- Ufficiale: il Tottenham esonera Antonio Conte
- Video Gol Highlights Malta-Italia 0-2: Sintesi 26-3-2023
- Gran Premio del Portogallo: Acosta trionfa nella Moto 2, Holgado nella Moto 3
Da non perdere







