Ai microfoni di Stadiosport è intervenuto in esclusiva Cesar, ex terzino di Lazio e Inter.
Cèsar è stato un terzino che sicuramente nel calcio moderno avrebbe reso di più. Corsa, inserimenti e tanta voglia di far goal erano le caratteristiche che lo distinguevano. Tra le curiosità è da sottolineare il fatto che Cesar, è stato il primo terzino ad indossare la maglietta numero 10 in Serie A. Il calciatore ha anche instaurato un particolare rapporto con mister Mancini con il quale è riuscito a dare il meglio di sè realizzando ben 6 goal da terzino. Nel settembre 2005, diventa capitano dei biancocelesti prima di trasferirsi, nel gennaio 2006, a Milano, sponda neroazzurra, riabbracciando mister Mancini. Ecco le dichiarazioni di Cesar ai nostri microfoni.
Buonasera Cesar, nella sua carriera è riuscito a trovare costantemente la via del goal sia da terzino che da centrocampista, quanto è stato importante per affermarsi ad alti livelli?
“Ma guarda è stato fondamentale perché essendo un giocatore che comunque parte da dietro segnare e partecipare alle azioni da goal è importante per farsi vedere e dimostrare le proprie qualità. Poi è normale che con le caratteristiche che ho sempre avuto, quando sono stato spostato in una zona più avanzata del campo mi sono adattato e ho espresso al meglio le mie caratteristiche.”
Nella sua carriera ha vinto due coppe Italia e due scudetti, sono emozioni paragonabili alla convocazione della Seleçao?
“No guarda, sono emozioni diverse. Ricordo ancora la prima chiamata, giocavo in coppa libertadores, nella São Caetano, giocavamo in Ecuador contro una squadra del posto. Il mio esordio avvenne nel 2001 contro il Perù ed è stata un’emozione indimenticabile è bellissima indossare la maglia brasiliana.”
Nel 2001 lei approda nel calcio che conta, in Europa e con la maglia della Lazio. Contro il Lecce si infortunio ed è un infortunio che lo tiene fuori un girone intero prima del rientro con il Lecce nel quale va in goal. Dove ha trovato la forza per rialzarsi?
“Una volta arrivato in Europa sogni di restarci a lungo. L’infortunio non sembra così grave invece dagli esami successivi è stato riscontrato la rottura del metatarso e mi sono operato quindi sono stato fuori un girone intero. AL rientro ho iniziato a giocare con la primavera e poi qualche spezzone di gara. Contro il Lecce sono tornato in campo, ho giocato tutta la partita e ho fatto goal, una partita importante che ricordo ancora.”
Le sue ex squadre, Inter e Lazio, stanno andando bene, dove pensa che possano arrivare?
“Un inizio così della Lazio è inaspettato, è stata una piacevole sorpresa e può fare molto bene. Speriamo che il rientro di gente come Felipe Anderson e Nani aiuti ulteriormente la squadra e si dimostrino delle armi in più. Se continuasse così con una o due mosse nel mercato di gennaio, la Lazio potrebbe fare cose favolose e permetterebbe di avere i cambi giusti per le competizioni che deve affrontare. L’Inter sta andando forte, però il Napoli ha un altro passo, ha un bel gioco. Ha quei tre lì davanti che fanno paura quando hanno la palla e bisogna capire se riuscirà anche continuare su questi ritmi. Se l’Inter riuscisse a tenere questa media punti per tutto il campionato può tornare competitiva e dare fastidio a Napoli e Juventus. Mi aspetto che faccia un campionato di vertice.”
Per il tuo futuro cosa hai in programma? Ti piacerebbe allenare in Italia?
“Ma guarda io l’ho fatto per un po’ ma ho lasciato e per un discorso mio personale adesso mi dedico più ai bambini, scuole calcio, settore giovanile che mi piace tantissimo ma appena possibile valuterò la possibilità di andare a giocare da qualche parte cercando di dare qualcosa della mia esperienza personale.”
Teo Carlucci © Stadio Sport
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