E’ morto Silvio Berlusconi
Si è spento all’ospedale San Raffaele consumato da una leucemia. Imprenditore multiforme, dall’edilizia all’editoria, e uomo di sport plurivincente, Silvio Berlusconi aveva 86 anni. Anche il mondo dello sport lo piange e ne ricorda le imprese compiute e i traguardi raggiunti.

Il suo rapporto con il mondo del calcio cominciò nel 1986 quando il fondatore di Fininvest poi Mediaset mise le mani sul Milan. Sotto la sua gestione, tra il 1987 e il 2011, i rossoneri avrebbero fatto incetta di trofei: otto scudetti, cinque Champions League, una Coppa Italia, due titoli intercontinentali e una Coppa del Mondo per club.
Della sua esperienza in rossonero amava dire: “tutte le cose di cui mi occupo sono profane ma il Milan è sacro”. E, rivolgendosi ai tifosi quando lo rilevò, disse: “speriamo di avere confezionato una squadra capace di produrre spettacolo perché abbiamo precisi doveri verso i nostri tifosi e verso il resto del mondo”.
Molti i giocatori che, in rossonero, sotto il suo governo gestionale, hanno spiccato il volo verso il successo: da Ruud Gullit e Marco Van Basten, da Frankie Rijkaard, da Kakà ad Andriy Shevchenko. E poi il ciclo del grande Milan formato da giocatori come Mauro Tassotti, Carlo Ancelotti, Roberto Donadoni, Paolo Maldini, Franco Baresi, Demetrio Albertini. Fu il primo a lanciare nel firmamento degli allenatori Arrigo Sacchi prendendolo dal Parma e facendolo arrivare ad altissimi livelli creandogli le condizioni per l’approdo in nazionale. Sotto Berlusconi sedettero sulla panchina rossonera anche Fabio Capello, Carlo Ancelotti, Alberto Zaccheroni, Massimiliano Allegri. Con tutti ebbe un ruolo non solo di presidente ma anche di consigliere proponendo spesso le sue soluzioni di formazione.
Dopo la scintillante avventura con il Milan, la sua scommessa successiva si chiamò Monza. Con il suo amico di sempre Adriano Galliani, il 28 settembre 2018, rilevò la squadra biancorossa che, lo scorso campionato, condusse in massima serie per la prima volta nella sua storia. Un Monza che si è ritagliato il ruolo di rivelazione della stagione appena conclusa con l’undicesimo posto con 52 punti.
Non vi è società calcistica che, in queste ore, non gli abbia reso omaggio. Ma ampio cordoglio arriva anche da noti personaggi del mondo dello sport. “La mia vita- afferma Kakà alla Gazzetta dello Sport- sarà sempre legata al Milan e questo lo devo all’opportunità che lui mi ha dato”. Francesco Totti, sul suo profilo social, ha twittato “un onore averti conosciuto presidente”. Marco Van Basten ha parlato della sua esperienza in rossonero come di “momenti belli e indimenticabili”.
Massimiliano Allegri ricorda quando incontrò per la prima volta Berlusconi a Milanello: “in quell’occasione – spiega- durante la nostra chiacchierata mi colpì molto quando mi disse quanti progetti e idee avesse in testa e come per realizzarli tutti avrebbe dovuto arrivare a vivere almeno 120anni, ecco, nel rendergli omaggio in questo giorno di grande dolore vorrei sottolineare il suo grande carisma e la sua visione del mondo che non aveva limiti, era fiducioso ed estremamente positivo nel programmare il futuro”.
Urbano Cairo, presidente del Torino che ne fu collaboratore dal 1981 al 1985, lo ricorda come “un maestro”. Massimo Zanetti lo ha ricordato come “un amico fraterno, un fratello maggiore avanti su tutto”. Il presidente della Fifa Gianni Infantino lo ha definito “un visionario che a livello calcistico ha previsto tutto molto prima degli altri diventando non a caso il presidente più vincente nella storia del club”.
Il tecnico del Monza Raffaele Palladino si dice “eternamente grato” a Berlusconi. Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha commentato: “lo sport gli deve davvero molto, un gigante da tutti i punti di vista”. I funerali di Stato si terranno nel Duomo di Milano mercoledì 14 giugno alle 15. Sarà presente anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e sarà proclamato lutto nazionale.