Con la vittoria della Champions, Conegliano completa un ciclo di vittorie che la proietta nella leggenda del volley: eccone i segreti.
Campioni d’Italia, d’Europa e del mondo. Detentori della Coppa Italia e della Supercoppa Italiana. Basterebbe già questo elenco, costellato di cinque trofei conquistati nel giro di un anno e mezzo, a proiettare Conegliano nell’Olimpo del volley italiano e mondiale.
Invece, è proprio questo che dà inizio ad un ciclo che, dopo tanti tentativi, sembra essersi finalmente aperto anche all’estero, soprattutto in quell’Europa che aveva sempre cercato di conquistare ma che la sfortuna e, forse, la pregressa immaturità le hanno sempre tolto.
Ma ieri sera, con il 3-2 al Vakifbank, per le gialloblù si sono chiuse le porte della storia e si sono aperte quelle della Leggenda, con la L maiuscola. Quella, dove solo grandi di questo sport, come Olimpia Ravenna, Latte Rugiada Matera e Foppapedretti Bergamo, avevano diritto di abitare.
Un triumvirato di corazzate che hanno rappresentato per decenni l’Italia della pallavolo femminile, da oggi ha una quarta ospite: l’Imoco Volley Conegliano.
Dall’Emilia-Romagna a Conegliano: la fondazione
Nonostante Conegliano sia in Veneto, le sue “origini” sono…emiliane. Infatti, l’Imoco non è altro che il frutto della rilevazione dei titoli sportivi della defunta Spes Conegliano, antica squadra della città coneglianese e del Parma Volley Girls, un tentativo (neanche troppo riuscito), della città parmense di replicare i successi al femminile della Grande Maxicono Parma, che tra gli anni ’80 e ’90 aveva calcato e dominato i migliori palcoscenici europei e mondiali nella pallavolo maschile.
Il 15 marzo 2012, sotto l’egida del presidente Piero Garbellotto, industriale e proprietario di una fabbrica di botti da conservazione di vino, e Pietro Maschio, rampollo dell’omonima tipografia e sponsor tecnico del club, nasce l’Imoco Volley Conegliano. E, già dalla sua nascita, si capisce che non sarà una squadra destinata a durare poco.
Dalla prima finale persa ai trionfi in Italia: la cavalcata
Già al primo anno, infatti, Conegliano centra la prima finale scudetto (che poi perderà), contro Piacenza. Ma già quell’atto conclusivo, conquistato al primo anno di attività fa capire che i cicli vincenti degli squadroni che avevano dominato fin lì la pallavolo femminile italiana, sembrano giunti al capolinea.
La conferma arriverà alle 20:56 di un lunedì di maggio. Il 2, ad essere precisi, quando un attacco di Kelsey Robinson metterà a terra la palla del primo scudetto, conquistato contro Piacenza, dopo appena quattro anni di storia. Sarà solo il primo trionfo di una lunga serie.
L’anno successivo, il 5 marzo 2017, conquista la prima coppa Italia, sempre contro le piacentine, al quale darà seguito, il 29 aprile 2018, il secondo scudetto della sua storia, conquistato contro quella Novara che, dopo Piacenza, diventerà l’acerrima rivale dell’Imoco.
La striscia di trofei non si conclude qui: il 6 maggio 2019 arriva il terzo scudetto e la seconda finale (poi persa), di Champions League, dopo aver conquistato la prima contro il Vakifbank, pur perdendola. A questo, si unisce la finale di Coppa Italia, poi persa. Tutto contro Novara.
Dopo la stagione cancellata a causa della pandemia da Covid-19, che ha comunque visto le Pantere spingersi fino in semifinale di Champions e conquistare la terza Coppa Italia il 2 febbraio dello scorso anno a Busto Arsizio, questa stagione si apre in maniera trionfale.
I successi italiani ed internazionali: dal mondiale per club di Shaoxing a Verona
L’8 dicembre 2019 è la data che più caratterizza la crescita di questa squadra: la vittoria del mondiale per club, ottenuta con un perentorio 3-1 contro l’Eczacibasi. Un successo, che comincia a prioiettare Conegliano nella storia del volley, ma la pandemia le toglie la possibilità di entrare nella Leggenda.
Ma è solo rimandato: il 6 settembre dello scorso anno, vince la Supercoppa Italiana. Da lì, partirà una marcia inarrestabile, che culminerà col titolo di Campione d’Europa, ottenuto ieri sera in quell’AGSM Forum che, per la prima volt, ha consacrato una rincorsa durata nove anni, con tre finali conquistate in cinque anni assieme a due semifinali.
La Coppa Italia e lo scudetto, arrivati tra marzo ed aprile, ne hanno fatto solo da preludio. Ieri sera, è arrivato il conto dolcissimo di anni di programmazione, di scommesse a volte visionarie ma che, alla fine, hanno dato i loro frutti.
Come diceva Steve Jobs: “Siate affamati, siate folli”. E questa squadra, ha entrambe le qualità. Due qualità che, da ieri, la fanno sedere al tavolo delle grandi. E la Storia, quella con la S maiuscola, è solo all’inizio.
Gianluca Dozza
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