La Juventus si qualifica per la quarta volta consecutiva alle semifinali di Coppa Italia grazie al successo, all’Allianz Stadium, nel derby contro il Torino.
Una partita mai in discussione, letteralmente dominata dalla squadra di Massimiliano Allegri che va alla caccia, non solo della quarta finale consecutiva, ma addirittura del quarto titolo, tutti sotto la gestione del tecnico livornese.
La Juventus esce meglio dai blocchi e prende subito in mano le redini del gioco, rischiano poco in fase difensiva e riuscendo ad essere sempre potenzialmente pericolosa nelle trame offensive.
Come la Juventus, anche il Torino è piuttosto rimaneggiato, anche se più per svariati infortuni che per un ragionato turnover, tuttavia la prestazione offerta dai granata è spiacevolmente insufficiente e, in virtù anche dei recenti risultati in campionato, non ha sorpreso più di tanto l’esonero di Sinisa Mihajlovic nella notte.
La Juventus, invece, grazie ad una brillante tenuta atletica, ad una rosa lunga ed attrezzata, ad importanti individualità e ad una ritrovata fame di vittorie, continua la sua corsa verso tutti i suoi obiettivi e, tra gennaio e febbraio, tenterà l’accesso ad una nuova finale, in un interessante andata e ritorno contro l’Atalanta di Gian Piero Gasperini, ormai sorprendente solo fino ad un certo punto.
TABELLINO
Juventus-Torino 2-0
JUVENTUS (4-3-3): Szczesny; Sturaro (Dal 46’ Lichtsteiner), Rugani, Chiellini, Asamoah; Marchisio (Dal 60’ Khedira), Pjanic, Matuidi; Douglas Costa, Mandzukic (Dal 77’ Higuain), Dybala. All. Allegri
TORINO (4-3-3): Milinkovic-Savic; De Silvestri, N’Koulou, Burdisso, Molinaro; Acquah (Dall’81’ Obi), Rincon, Baselli (Dall’81’ Boyè); Falque, Niang (Dall’81 De Luca); Berenguer. All. Mihajlovic
Arbitro: Doveri di Roma
Gol: 16’ Douglas Costa (J), 67’ Mandzukic (J)
Ammoniti: Burdisso, Rugani
MIGLIORI
Douglas Costa 7: il brasiliano realizza praticamente il gol vittoria, quello che indirizza subito la sfida a favore dei bianconeri, ma con le sue improvvise e letali accelerazioni è costantemente un pericolo per le difese avversarie. Manca ancora di continuità e spesso, all’interno dei 90 minuti, si prende delle pause nelle quali è difficile poi vederlo impegnato sul campo, ma le sue qualità sia fisiche che tecniche, gli permettono di essere sempre una spina nel fianco per gli avversari.
Chiellini e Matuidi 7: quando si pensa alla brillantezza fisica della Juventus, si pensa subito a questi due nomi, non solo per la quantità di minuti giocati in questo intenso mese di dicembre, ma soprattutto per la qualità delle loro prestazioni. Solidi, precisi nelle chiusure, continui nel recuperare palloni in ogni zona del campo, sono due dei simboli più evidenti della ritrovata fame della Juventus che solo qualche settimana fa sembrava un lontano e sbiadito ricordo.
Mandzukic, Dybala e Pjanic 6,5: il guerriero croato non viene risparmiato nemmeno per questa battaglia e torna a fare quello che un tempo faceva meglio, il centravanti, ma in realtà sbaglia un gol colossale sotto porta (prima di siglare il meritato doppio vantaggio) e si fa, invece, trovare in ogni zona del campo, sintomo di un giocatore ormai diverso ma diventato incredibilmente duttile nella maturità. Dybala e Pjanic, invece, sono la mente, il cervello e la fonte delle idee di questa squadra e l’impressione con loro è che, se tiene la condizione atletica, con le loro giocate possono essere sempre fonte di pericoli per le formazioni avversarie.
Milinkovic-Savic 6: il giovane portiere serbo salva più volte evitando il doppio vantaggio bianconero, in particolare su una buona conclusione di Dybala, mettendo in luce, ancora una volta il grande potenziale.
PEGGIORI
Rincon, Baselli e Acquah 5,5: la lotta, a centrocampo, è davvero impari e i tre granata escono con le ossa rotte dal conflitto con i corrispondenti bianconeri sotto ogni profilo, sia tecnico che fisico. Il match è per larghi tratti a senso unico e qualche responsabilità è anche dell’inefficacia di questo reparto nella gestione del pallone e delle ripartenze.
Berenguer, Niang, Iago Falque 5: ancora più sconcertante è la prova del tridente offensivo con Berenguer sprecone nelle poche occasioni regalate dalla Juventus e con Niang e Iago Falque impalpabili in modo davvero preoccupante. Soprattutto nei primi 45 minuti di gioco, ad eccezione del palo preso, di loro non si è avuta traccia.
Sturaro 5: scelto a sorpresa come terzino destro al posto di Lichtsteiner, mostra una buona condizione atletica ma una scarsa predisposizione al ruolo. È senza dubbio uno dei profili più duttili e potrà crescere, ma alcuni suoi errori, in altre circostanze, sarebbero potuti essere decisamente letali.
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