Il presidente del Coni non le manda a dire, rilasciando dichiarazioni dure nei confronti del presidente della FIGC, invitandolo alle dimissioni dopo la disfatta di ieri sera a San Siro, che ha visto la Nazionale non accedere ai mondiali dopo ben 60 anni.

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ci va giù duro nei confronti del suo collega della FIGC, Carlo Tavecchio, al quale gli viene attribuita la responsabilità della disfatta degli Azzurri, soprattutto per aver affidato la guida tecnica della Nazionale a Giampiero Ventura, scelta che si è dimostrata purtroppo sbagliata.

Malagò inoltre nelle sue dichiarazioni, invita Tavecchio a dimettersi dopo aver fallito su tutta la linea, in modo da attestare il suo operato da presidente della Federcalcio. Resta il fatto purtroppo, aldilà delle polemiche e dei colpevoli, che la Nazionale italiana non prenderà parte al mondiale, evento che non si verificava dal 1958, quindi è ora di iniziare a rifondare tutto il sistema calcio se si vuole riportare l’Italia sul tetto del mondo.

Vi riportiamo in seguito le dichiarazioni rilasciate dal presidente Malagò, il quale esprime tutta la sua delusione su questo disastro sportivo, indicando le responsabilità del massimo esponente federale:

«Fossi in Tavecchio – le parole del presidente del Coni – mi dimetterei. Così facendo, si attesterebbero le cose buone fatte: le squadre giovanili stanno crescendo, si sta sdoganando la Var, sono state fatte eccellenti scelte in campo internazionale come il sostegno a Ceferin e Infantino con UEFA e FIFA. Tavecchio ha il potere di fare quello che vuole. A livello giuridico non posso commissariare il presidente della Federcalcio, deciderà lui quello che sarà più giusto per il calcio italiano. Se ritiene di essere la persona adatta per portare avanti il nuovo corso, si prenderà le sue responsabilità. Il ruolo di Ventura? Era legato anche alla presenza in Federcalcio di Lippi, cosa che non si è poi concretizzata. Il suo ruolo è stato un errore: è come un direttore generale che si trova senza amministratore delegato, è stata una scommessa persa».