L’Iran esclude il suo capitano per ragioni politiche, la Fifa mette la situazione sotto inchiesta. Shojaei dichiara:“Mia madre non è mai venuta a vedermi in tanti anni. Siamo l’unico Paese in cui le donne non possono entrare allo stadio. Non chiederò scusa a nessuno”.
In questo periodo così buio per il nostro calcio non ci resta che sperare in un entrata, anche se del retro è pur sempre un’entrata, in quella competizione che ci ha sempre reso i più più grandi: il Mondiale di Russia 2018. Il sogno di un possibile ripescaggio ci giunge direttamente dall’Iran, nazionale che rischia di essere esclusa dal grande torneo a causa della vicenda diplomatica che coinvolge una delle stelle della nazionale iraniana, Masoud Shojaei.
Il ragazzo, che milita nell’Aek Atene, vive di un sogno: essere il primo giocatore iraniano a partecipare a tre mondiali. Ma a quanto pare la sua aspirazione potrebbe restare tale. La sua è una vicenda molto contorta, e parte da una sua partita: il Panionios vola in Israele per l’andata del match col Maccabi Tel Aviv, ma Shojaei si rifiuta di prendere parte alla trasferta. Ciò avviene senza la reale esplicitazione dei motivi, ovvero che l’Iran non riconosce lo stato di Israele. Ma per la partita di ritorno, in Grecia, il Panionios costringe il calciatore a scendere in campo. Prima del fischio d’inizio il giocatore viene ripreso mentre, come consuetudine, scambia il cinque con gli avversari. Un gesto che non passa inosservato in Iran, tanto che Shojaei da quel momento non è più stato convocato nella nazionale dell’Iran dal ct Queiroz.
La Fifa ha già messo tutta la situazione nel mirino. Il regolamento parla chiaro e prevede che in caso di gravi ingerenze governative nelle questioni sportive di un paese, la nazionale possa essere estromessa dai Mondiali. Chissà che questa vicenda non possa aprire un piccolo spiraglio alla nostra Italia…
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