Carlos Tevez, Axel Witsel e Oscar sono solo gli ultimi due pezzi da novanta che hanno sposato la Cina. Un esoso conto in banca, più che un serio e ambizioso progetto tecnico a lunga scadenza. Perché di fronte a certe cifre, parlando onestamente, difficilmente si può dire di no. In pochissimi lo hanno fatto: tra questi, spiccano Cristiano Ronaldo e Gonzalo Higuain. Due che, di certo, non hanno bisogno di rimpinguare ulteriormente il proprio portafogli.
Ma il trend è in rapida ascesa e preoccupa sempre di più. Negli ultimi anni è stato fatto tanto per tutelare il movimento calcistico europeo, contenendo i costi attraverso la celebre manovra del Fair Play Finanziario. Negli ultimi due anni, tuttavia, quello che doveva essere un problema da tenere a bada entro i confini del Vecchio Continente si è riproposto con ancora maggior veemenza dall’estremo Oriente.
Che cosa fare, dunque? La palla ora passa alla Fifa. La quale, per evitare che si vada ancor di più verso la deriva di un calcio sempre più ricco di denaro e povero di contenuti e che – soprattutto – il fulcro del calcio che conta si sposti sempre di più verso un orizzonte con gli occhi a mandorla, dovrà per forza di cose adeguare le attuali misure restrittive (e adottarne delle altre) sul piano globale.
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