Champions League, ottavi: la Roma a caccia della vendetta contro il Porto

Dopo più di 900 giorni dall’ultimo precedente, Roma e Porto si riaffrontano sul palcoscenico internazionale più importante. Se però a fine agosto 2016 quella doppia sfida valeva l’accesso alla Champions, questa vale ancora di più: un posto fra le prime 8 del continente.

Andiamo alla scoperta dei segreti del prossimo avversario dei giallorossi.

Come gioca il Porto

A differenza della Roma, diversi giocatori del Porto erano presenti in campo durante i play-off di 2 stagioni fa. In quell’occasione la squadra portoghese giocava forse un calcio più europeo, per questo più difficile da decifrare, ma soprattutto affrontava una Roma ancora in the making, pronta ad affrontare l’ultima stagione di Totti, e a raggiungere il record di punti nella propria storia, basando però tutto su un sistema con difesa a 5.

Allora allenava il Porto Espirito Santo, adesso è seduto sulla panca dei Dragoni Sergio Conceicao, ex Lazio. Il sistema di gioco dei portoghesi è un chiaro e tradizionale 4-4-2, potremmo dire quasi di vecchia scuola italiana. Le due punte scelte da Conceicao sono quasi sempre state Soares e Marega, ma nell’ultima sfida di campionato il Porto ha perso due punti di vantaggio sul Benfica secondo in classifica, ma soprattutto il capocannoniere Marega, autore di 11 reti in campionato e 5 in Champions League.

Al suo posto potrebbe giocare il meno pericoloso Fernando, oppure la squadra potrebbe passare al 4-3-3, con Soares come unica punta. Ad ogni modo i principi di gioco del Porto non dovrebbero cambiare: sviluppa molto il gioco sulle fasce con i terzini che si alzano e partecipano attivamente alla fase offensiva. L’esterno del lato forte si stringe dando un’opzione in mezzo al campo, mentre l’altro riempie l’area insieme ai due centravanti. L’obiettivo di solito è quello di arrivare all’area piccola, anche con cross dal fondo, e creare pericoli con le seconde palle o approfittando di veri e propri 1 vs 1 creati.

Il Porto si chiude in un 4-4-2 abbastanza tradizionale, ma quando perde la palla spesso e volentieri si fa trovare spezzato in due tronconi, con i due centrali che devono rincorrere a campo aperto, supportati solo dai mediani, come nel caso del gol del Benfica, nato da una transizione positiva quasi casuale che ha però portato quattro uomini in rosso contro due del Porto.

Punti forti

Il Porto è una squadra con grande esperienza in Champions. A differenza della Roma, negli ultimi anni ha cambiato poco, e questo l’ha portata a vincere un titolo che mancava da diversi anni. I biancoblu hanno una squadra molto fisica, adatta agli scontri e ai duelli aerei, ma allo stesso tempo hanno una serie di giocatori che, palla al piede, possono essere un fattore decisivo, come Brahimi (a lungo inseguito anche dai giallorossi sul mercato).

Punti deboli

A livello difensivo condivide alcuni aspetti con la Roma: si spezza troppo facilmente in due, soffre la pressione in prima costruzione, non mantiene le giuste distanze fra i reparti. Non è un caso che entrambe le sfidanti abbiano concesso un numero di Expected goals abbastanza simile nella fase a gironi:  8,56 per il Porto, 8,45 per la squadra di Di Francesco, anche se aggrava molto sul bilancio dei giallorossi la gara del Bernabeu, rispetto al girone molto più facile capitato ai Dragoni portoghesi.

Prospettive per il match

Gli infortuni di Marega e di Corona potrebbero essere una manna dal cielo per Di Francesco: uno, il miglior marcatore della squadra, era anche una grossa fonte creativa, e sarebbe stato un problema per il traballante Fazio visto fin qui, mentre l’altro lascia un grosso buco sulla destra, un buco che dovrebbe essere ricoperto da Otavio, già visto contro la Roma. Un giocatore molto lezioso, ma poco attento difensivamente. Il lato sinistro dei giallorossi, dunque, potrebbe ancora una volta fare da ago della bilancia, con un Kolarov contestato, ma sempre più in forma, e con El Shaarawy sempre più primo marcatore della squadra.

La Roma deve comunque aver paura di se stessa: troppi sono stati gli episodi che stanno compromettendo la stagione dei giallorossi che provengono dall’interno. Troppi i punti persi quasi più per questioni mentali, che tattiche o tecniche. Negli ottavi di Champions League, però, ci saranno pochi margini di errore, e anche un gol in più, o in meno, può fare la differenza.

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