L’Inter soffre più del previsto ma vince: 2-1 al Cagliari alla Sardegna Arena firmato dalle reti di Lautaro Martinez e di Lukaku su rigore, inframezzate dal momentaneo pari di Joao Pedro. La squadra di Antonio Conte sale a 6 punti ed arriva alla prima sosta del campionato a bottino pieno dopo 2 giornate.
Per la trasferta contro il Cagliari, valida per la 2°giornata di campionato 2019/2020, l’Inter ripropone lo stesso 11 che ha battuto 4-0 all’esordio il Lecce. Classico 3-5-2 con Handanovic in porta, pacchetto difensivo composto da D’Ambrosio, Ranocchia e Skriniar, centrocampo con Sensi e Vecino ai lati di Brozovic, Asamoah e Candreva fluidificanti. Coppia d’attacco confermata Lautaro Martinez e Lukaku.
Rispetto alla gara col Lecce, la squadra di Conte nel primo tempo appare più imballata e contratta, probabilmente messa anche in difficoltà da un avversario più preparato tatticamente e che ha scelto di schierarsi speculare ai nerazzurri. Se almeno nella prima frazione di gioco l’Inter si dimostra e si conferma solida e compatta come movimenti di squadra e a livello difensivo, i meccanismi di delle mezzali di centrocampo non appaiono ancora funzionare, con ancora un ottimo Sensi che è il migliore nel dettare tempi di gioco e proporsi, a differenza di un lucidissimo Brozovic e un ancora inadeguato Vecino, ma come collettivo il centrocampo offre poco in termini di proposizione offensiva e mantiene il difetto di una compattezza centrale che rischia di cadere superato un eventuale errato primo pressing, eluso dagli avversari, che più volte ha spezzato la squadra interista.
Come gioco di Antonio Conte meglio le catene laterali, con Asamoah sulla sinistra che ha spinto con regolarità e ha proposto attenzione difensiva, anche supportato dal palleggio di Sensi. Meno coinvolto Candreva, più bloccato e imballato nel ruolo. Ancora da registrare le affinità della coppia d’attacco che fatica ancora a combinare, nonostante il lampo di Lautaro Martinez di testa che da il vantaggio all’Inter nel primo tempo.
Nella ripresa, l’Inter ha un vistoso calo (fisico ma anche strutturale di un modulo ancora da registrare) e subisce un Cagliari più arrembante che infatti trova il pari quasi subito, in un mix di errori singoli (Brozovic e di marcature di D’Ambrosio e Ranocchia) che fruttano l’1-1 ai padroni di casa. Nerazzurri che involvono nei secondi 45 e subiscono maggiormente un centrocampo che assorbe male l’elusione del primo pressing, lasciando pericolosi varchi centrali.
Inter che non mostra troppe migliorie ma va subito in confusione e opta in mancanza di opzioni, per la tattica dei cross sterili. Al 72° è sempre Sensi, vera e propria stamina nel mezzo nerazzurro che si inventa da solo con uno spunto l’occasione da rigore, trasformato poi da Lukaku. Gli ultimi 20 minuti vedono un’Inter molto in sofferenza, che ha il merito di uscire vincitrice da un campo ostico ma da l’impressione che meccanismi e soluzioni siano ancora in fase di lavoro. A Cagliari si sono visti più difetti che pregi, un Inter didattica e con un modulo ancora da memorizzare, che però è sembrata andare in difficoltà troppo facilmente.
TOP
ASAMOAH, 6,5: Partita coerente e costante per tutti i 90 minuti. Nel primo tempo crea molto sul lato sinistro ed è attento in difesa. Nella ripresa cala meno dei compagni e mantiene buona lucidità e forza fisica.
LUKAKU, 6: viene meno coinvolto nella manovra rispetto al match col Lecce, ma è sempre presente come riferimento e cerca (purtroppo invano) connessioni col compagno di reparto. Più di sacrificio che di qualità, ma si fa trovare pronto sul rigore decisivo.
SENSI, 7,5: crea l’assist per l’1-0, si inventa totalmente in solitaria l’azione che crea il rigore, è ancora il migliore dei suoi. Il più vispo a centrocampo, cerca sempre la soluzione migliore, ma non è aiutato da Brozovic. Colpisce anche una traversa su piazzato.
FLOP
VECINO, 5: sarà anche fuori forma e altre giustifiche ma anche stasera è il più impalpabile del centrocampo nerazzurro. Nei primissimi minuti prova qualche inserimento ma scopare subito. Poco davanti e poco utile in fase di copertura. Da rivedere.
CANDREVA, 5,5: alla fine gioca una partita corretta e diligente in difesa, ma non è mai un surplus in fase offensiva ed è un giocatore troppo prevedibile e con 0 fantasia di gioco. Sacrificio e impegno ok, ma stessa domanda: basta questo per la titolarità stagionale?
D’AMBROSIO, 5,5: nei 90 minuti gioca la solita partita senza sbavature, ma è grossolana la marcatura leggera (in combutta con Ranocchia) con cui lascia colpire di testa Joao Pedro per il pari del Cagliari. Non pessimo, ma errore che poteva togliere punti a posteriori.
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