Siamo al 60° di Hoffenheim-Bayern Monaco e i bavaresi sono in vantaggio per 6-0. Mentre i 22 in campo danno un senso, o almeno ci provano, alla mezz’ora rimanente, i tifosi ospiti espongono improvvisamente tre striscioni collegati la cui estrema sintesi è che Dietmar Hopp, proprietario dell’Hoffenheim, è un figlio di…
La protesta, violentissima verbalmente e non solo (erano anche stati gettati fumogeni in campo ad inizio ripresa), non è stata affatto sedata e al 76° l’arbitro ha sospeso il match e, consapevoli che tutto ciò avrebbe potuto comportare la sconfitta a tavolino, i dirigenti del Bayern Monaco sono scesi in campo per placare i supporters.
Questa brutta storia finisce bene: tornati in campo per gli ultimi 13 minuti, le due squadre non fanno niente se non abbracciarsi e passarsi la palla. Un messaggio positivo. E la sconfitta a tavolino è un’opzione che finisce nel dimenticatoio.
Ma perché quest’odio contro Dietmar Hopp? Che male ha fatto questo magnate informatico quasi ottantenne per subire questo trattamento? Il problema è legato alla particolare struttura delle società calcistiche della Germania, che proveremo ad analizzare in questo articolo.
Fino all’ottobre del 1998 la Federazione calcistica tedesca, per intenderci l’equivalente della nostra FIGC, vietava che la maggioranza dei club fosse in mano ad imprenditori esterni ai club stessi; questi, dunque, dovevano appartenere solamente ai membri iscritti, ai tifosi, ed erano considerate organizzazioni no-profit.
Il calcio teutonico, però, era in vistoso declino per vari motivi e così la stessa Federazione decise di modificare quella regola così sacra aprendo a quello che, informalmente, si chiama oggi “regola del 50% + 1”: questa riforma permetteva ai club di trasformarsi da società no profit a società pubbliche o private a responsabilità limitate.
Hopp, però, ha agito diversamente: grazie ad una deroga, è divenuto 30 anni fa il proprietario dell’Hoffenheim, trasformandolo da piccolo club di provincia a interessantissima realtà nazionale che prova anche a sgomitare in Europa. E questo ai tifosi avversari non è mai andato giù.
La contestazione, che non risparmia nemmeno il Lipsia e la Red Bull, in fondo, ha poco senso se consideriamo che in Bundesliga due società importanti hanno una struttura societaria identica: il Bayer Leverkusen venne fondato della omonima, celeberrima, casa farmaceutica nel 1904 e il Wolfsburg, nato nel 1945 e con una storia simile a quella dell’Hoffenheim, è di proprietà della Wolkswagen. Ormai sono società storiche e ambisce ad esserlo anche l’Hoffenheim.
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