Analisi tattica Benevento-Milan: esordio da incubo per Gattuso, che deve arrendersi ad un colpo di testa del portiere avversario Brignoli al minuto 95. Ringhio è riuscito, almeno in parte, a trasmettere la sua grinta ai ragazzi, ai quali però è mancata la necessaria fluidità di manovra per chiudere la partita prima di rimanere in 10. Dopo l’espulsione di Romagnoli la squadra si è schiacciata troppo e ha permesso l’assalto finale del Benevento. 

Falsa partenza per Gattuso sulla panchina del Milan, che non va oltre il 2-2 in casa di un Benevento mai così battagliero e compatto.
Le prestazioni degli uomini di De Zerbi erano in crescendo già da qualche settimana e più di una volta la sconfitta era arrivata immeritatamente, ma nella giornata di ieri i ragazzi campani hanno sfoggiato in assoluto la migliore prestazione di questa stagione finora amarissima, ma che potrebbe avere una svolta significativa dopo il prestigioso pareggio ottenuto contro un avversario blasonato come il Milan, che da morale e fa ben sperare per le prossima gare.

Gattuso non stravolge nulla, non cambia sostanzialmente gli interpreti e non cambia neanche il modulo, piuttosto, lavora sulla testa e carica costantemente la squadra.
Emblamatico, da questo punto di vista, è quel “Gigio devi urlare, fatti sentire dai compagni altrimenti ti ammazzo” indirizzato a Donnarumma, con in mezzo tante pacche e schiaffi per caricare i vari Bonucci, Suso e Bonaventura.

Il Milan parte bene, poi il Benevento conquista campo e le scorazzate di Letizia in particolare creano più che qualche problema.
Nella fase centrale del primo tempo i padroni di casa hanno qualche occasione per portarsi in vantaggio, ma i rossoneri riprendono il controllo del match nella fase finale e riescono a sbloccare la gara con il gol di Bonaventura, arrivato dopo un digiuno che durava addirittura dallo scorso gennaio.

Il gol per Jack era quasi un’ossessione e l’averlo realizzato finalmente gli conferisce maggiore fiducia e lucidità.
Sale in cattreda e sfodera un paio di giocate classe assoluta.
In difesa Bonucci regge bene e disputa una partita di spessore, mentre in attacco il grande assente dalla manovra è Suso, in giornata assolutamente negativa. 

Kessie fa valere tutto il suo potenziale e spacca più volte in due il campo con le sue accelerazioni e la sua fisicità, ma ad inizio ripresa gli ospiti trovano il gol del pareggio.
I ragazzi di De Zerbi ci credono e con un pressing feroce mettono in difficoltà il Milan, che trova comunque la forza per rimettere subito le cose a posto tornando in vantaggio.

Il Benevento si affievolisce, il Milan sembra poter controllare agevolmente la gara, ma manca sempre qualcosa per assestare il colpo del k.o.
La manovra non è mai così efficace da poter creare grosse occasioni ed il Benevento è ancora vivo: contropiede letale e Romagnoli, già ammonito, scivola ostacolando un avversario. Il giudice di gara non esita a mostrare il rosso al difensore rossonero. 

Mancano 20′ alla fine ed il Milan inizia a vacillare, si schiaccia troppo ed il Benevento è spinto da un pubblico meraviglioso.
Le streghe attaccano a testa bassa e De Zerbi attua dei cambi che modificano lo schema di gioco in un iper-offensivo 4-2-4.

Il Milan non riesce più ad uscire dalla propria metà campo, ma affanosamente respinge (quasi) tutti gli attacchi alla propria porta.
All’87’ mossa quanto meno discutibile di Gattuso: l’allenatore rossonero pensa ormai di aver portato a casa la vittoria e decide di proteggere il risultato inserendo Zapata al posto di Suso, con l’effetto che la squadra rimane letteralmente inchiodata dentro la propria area di rigore, con il Benevento all’arrembaggio.

Non vogliamo assolutamente dire che la colpa del tracollo sia del cambio in quando nel calcio, si sa, i giudizi e le valutazioni cambiano repentinamente in base ad episodi, casuali o cercati e voluti.
Al 95′ il portiere avversario ci mette la testa e sfrutta un cross su punizione all’ultimo respiro e trova il pareggio. Magari se questo miracolo non fosse avvenuto, staremo qui ad esaltare la mossa di Gattuso che ha rimpolpato la difesa in un momento delicato, ma il calcio è bello anche per questo.