Con la vittoria per 2-1 sull’Empoli i bergamaschi chiudono in bellezza l’anno solare e la prima parte della stagione 2016/2017 piazzandosi al sesto posto dietro soltanto a Juventus, Roma, Napoli, Lazio e Milan. Obiettivo degli uomini di Gasperini sarà ora continuare la strada intrapresa, quella che potrebbe portare alla conquista di un posto in Europa.
Dieci vittorie, due pareggi e sei sconfitte; 27 gol fatti e 21 subiti: sono questi i numeri importanti e da grande squadra delle prime 18 gare dell’Atalanta, ben capeggiata da Gian Piero Gasperini, l’artefice dell’exploit dei bergamaschi.
Valorizzare i giovani campioni. E’ questa la straordinaria capacità dell’Atalanta degli ultimi anni; capacità che sta dando i suoi frutti migliori proprio in questa stagione con la conquista del provvisorio, ma ancora ben saldo, sesto posto. I bergamaschi veleggiano nelle zone alte della classifica sin dall’inizio del campionato e sono riusciti a portarsi a casa anche più di uno scontro diretto contro squadre, almeno sulla carta, ben più forti.
Ma il settore giovanile dell‘Atalanta non cessa di stupire e la splendida annata dei ragazzi di Gasperini, ormai siamo certi, non sia più un caso. Caldara (già promesso sposo della Juventus), Gagliardini, Conti, Kessiè (sul quale si è gia aperta un’asta a colpi di milioni tra Juventus e Chelsea), Grassi, Spinazzola: impossibile stilare una classifica del più o meno meritevole perché sono tutti loro in egual misura i giovani protagonisti del magico campionato della Dea. E purtroppo per i tifosi atalantini saranno anche loro i protagonisti del prossimo mercato trasferimenti, magari già a partire da gennaio. Ma in casa nerazzurra non hanno di che preoccuparsi perché i giovani eredi del vivaio bergamasco sono già pronti o quasi.
I giovani della classe ’99 sono già lì in rampa di lancio, tre nomi fra tutti: Capone, Bastoni e Melegoni, capisaldi della Primavera. Di questi ragazzi, ci scommettiamo, ne sentiremo presto parlare. E chi invece continua a parlare dell’Atalanta come una splendida sorpresa forse si sbaglia: questa è proprio una straordinaria realtà. Con una certezza che negli ultimi anni è sempre la stessa: il futuro del calcio italiano passa sempre da Bergamo.
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