Analisi Tattica Inter-Napoli 0-0 – 28°Giornata Serie A 2017/18

La gara fra Inter e Napoli di San Siro è stata simbolica, perché ha dimostrato anche uno 0-0 può essere uno spettacolo godibile per il pubblico, ma soprattutto dal punto di vista tattico piena di contenuti. Così, Inter-Napoli, pur lasciando le due squadre a bocca asciutta, ha detto molto sul periodo di forma e sullo sviluppo del gioco dei due allenatori.

LE SCELTE INIZIALI – Sarri si presenta a San Siro con il solito undici, con Hamsik tornato titolare sulla sinistra, mentre Spalletti lascia fuori Borja Valero, sceglie Rafinha trequartista dal primo minuto e la coppia Gagliardini-Brozovic in mediana. 

IL PIANO DELL’INTER – Spalletti sceglie in parte di replicare il sistema attuato a Napoli, scegliendo di aspettare il Napoli con una squadra stretta fra i reparti, e ben ordinata. I nerazzurri però decidono di provare a sporcare l’inizio dell manovra del Napoli praticamente con due giocatori: Icardi si orienta di volta in volta in marcatura fra i due centrali, mentre Rafinha marca praticamente a uomo Jorginho.

I nerazzurri hanno provato anche a far cominciare la manovra in maniera fluida da dietro, ma il pressing del Napoli come sempre rende impossibile agli avversari la vita, così Handanovic ha preferito pescare con dei lanci in diagonale i terzini per provare a saltare la prima linea di pressione dei partenopei. Dopodiché i nerazzurri hanno provato a risalire in campo con delle verticalizzazioni precise con l’intento di attaccare il lato sinistro della difesa del Napoli, con Candreva e Cancelo.

La posizione di Candreva in particolare era diversa dal solito: non l’uomo più largo a destra, a dare l’ampiezza alla squadra, ma in posizione più interna, a giocare nell’halfspace destro, lasciando la fascia alle sgroppate di Cancelo.

Nel primo tempo, però, il gioco del Napoli è stato così preciso e veloce nel suo fraseggio, che non è bastato a Spalletti bloccare la fonte principale di gioco (Jorginho), perché non basta bloccare un solo pezzo per bloccare tutto il meccanismo. Così sono stati i movimenti di Hamsik alle spalle del centrocampo interista a dare grandissime difficoltà alla squadra nerazzurra. Al 30′ Brozovic ha avuto il chiaro ordine di salire in pressione sull’italo brasiliano, spostando di qualche metro Rafinha, che doveva indirizzare il pressing su uno dei centrali insieme a Icardi, ma la mossa non ha funzionato.

Rafinha su Jorginho, Brozovic prova ad alzare la pressione, alle sue spalle però c’è Hamsik.

I CAMBI DEL SECONDO TEMPO – Mentre il Napoli macina il solito gioco sulla sinistra, stranamente però non riuscendo a trovare la solita verticalizzazione sul lato cieco attaccato da Callejon, Spalletti vara il primo cambio tattico già al rientro dagli spogliatoi: Cancelo e D’Ambrosio hanno scambiato le loro posizioni, con il chiaro intento di far giocare Perisic più internamente e quindi di mettere in difficoltà Hysaj con le sovrapposizioni del portoghese. In effetti l’occasione più grossa del match per i nerazzurri arriva dalla prima situazione nata da questo adattamento tattico: al 2′ del secondo tempo Cancelo sfida in uno contro uno Hysaj e guadagna una buona punizione. Lo stesso portoghese pennella perfettamente sulla testa di Skriniar che prende il palo.

Il Napoli concentra quasi tutti i suoi attacchi sul lato sinistro del campo, scambia velocemente, ed è impressionante notare quanti passaggi taglia linee abbia fatto Koulibaly (come sempre partita assurda del senegalese, con il 94,6% dei passaggi riusciti), trovando Insigne o Mertens. 

napoli

La percentuale degli attacchi del Napoli sul lato sinistro del campo è del 55%.

LA RICERCA DELLA QUALITA’ – Spalletti dopo 10 minuti di gara nel secondo tempo decide di passare ad una difesa a 3, con D’Ambrosio che affianca Skriniar e Miranda, Candreva a fare il tutto-fascia sulla destra, Cancelo sulla sinistra, e infine Eder (entrato per Rafinha) e Perisic più stretti vicini ad Icardi. L’allenatore toscano ha provato in tutti i modi di aumentare la qualità delle proprie transizioni positive, nell’ordine ha: inserito Borja Valero per Candreva; spostato Perisic sulla destra; buttato nella mischia infine Karamoh, ma non ce l’ha fatta, tanto che al termine della gara ha parlato chiaramente di assenza di qualità nella sua rosa, ancora una volta.

Il Napoli ha infine trovato la più grossa occasione per portare la gara a casa con il solito movimento da falso centravanti di Mertens, che ha servito in profondità Insigne. L’ala napoletana (autore dell’innesima gara piena di quantità, con 6 tiri e 0.59 di xG ottenuti) però stranamente, solo davanti ad Handanovic, ha preferito provare un pallonetto piuttosto che la sua solita conclusione al giro sul secondo palo.

CONCLUSIONI – Il Napoli esce da San Siro con le ossa rotte più dal punto di vista mentale che fisico, tecnico o tattico. I partenopei hanno riempito la gara di contenuti come sempre, anche se sono stati meno precisi e meno continui nel creare occasioni da gioco. Merito di un’Inter attenta a creare densità a centrocampo e a bloccare i rifornimenti per gli uomini più creativi della squadra, tuttavia rimangono ancora le grosse perplessità sulle capacità vere della squadra di Spalletti di creare gioco in maniera continua.

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