Se stavolta persino Garcia, che nonostante il gioco della Roma sia pessimo da mesi aveva sempre difeso i suoi giocatori, ammette di non riconoscere più la propria squadra allora la situazione è davvero crollata. Poi sì, ci sono le dichiarazioni a mente fredda del giorno dopo, cioè quella di volere l’immediato riscatto in Europa League e l’intenzione di voler allenare la Roma nel nuovo stadio. Tante belle parole ma è indubbio che il tecnico francese ha avuto la colpa di non riuscire a capire i problemi del gruppo durante un periodo che non solo non è stato breve ma che, cosa più grave, continua tutt’ora.
Lo 0-0 col Chievo è stato davvero imbarazzante, non tanto per il valore degli avversari, che comunque hanno fatto il loro nonostante la disparità con la rosa giallorossa fosse sulla carta evidente, ma per la mancanza di intensità, di voglia di vincere e di blindare un secondo posto che, solo per incapacità delle dirette avversarie per l’Europa, ancora non è stato seriamente messo in discussione. E’ arrivato così il momento di usare il bastone, dopo aver usato a lungo, forse troppo, la carota. Cattiveria, impegno, sudore sono le condizioni affinchè il giocattolo Roma, costruito in maniera quasi perfetta fino a qualche tempo fa, continui a funzionare in maniera efficiente. Anche dal punto di vista tattico è forse arrivato il momento di cambiare qualcosa: appare abbastanza evidente che i maggiori problemi della Roma siano la totale mancanza di profondità offensiva e l’inconsistenza quasi totale di tutto il reparto d’attacco giallorosso. Sul mercato sarà necessaria una rivoluzione in vista del prossimo anno perchè davvero così non si può andare avanti.
Ora bisognerà risollevarsi in Europa League, l’unico vero obiettivo che la Roma può e deve cercare di inseguire fino alla fine. Perchè è vero il secondo posto è importante, la prospettiva di molti soldi da poter reinvestire e di tornare nell’Europa che conta per fare meglio di quest’anno è molto importante ma di alzare un trofeo l’ambiente e la nuova società ne hanno veramente bisogno. La Fiorentina è un ostacolo durissimo, una delle squadre che esprime il gioco più spumeggiante anche al di fuori dei confini nazionali, ma la prospettiva di Varsavia deve restare ben forte all’interno dei giocatori, che restano i principali responsabili di questa tremenda mediocrità in cui è incappata la Roma. Poi la vittoria finale della competizione quest’anno vale l’accesso diretto ai gironi di Champions, per cui sarebbe un doppio successo che potrebbe rappresentare una svolta importante anche e soprattutto in vista della prossima stagione.
DARIO CAMEROTA © Stadio Sport
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