A volte ritornano: M’Baye Niang in Serie A | Gol per la salvezza

La Serie A pronta a ravvivare il talento inesploso di M’Baye Niang. Gol e grandi giocate al servizio di chi lotta per la salvezza.
Strana davvero la sua carriera. Inizi rock, a un certo punto si pensava che M’Baye Niang fosse un prospetto di top player. Perché? Per le sue qualità, per certi versi uniche prima che sparissero, portandolo dalle stelle alle stelle.
Qualità davvero importanti quelle del senegalese naturalizzato francese, nato a Meulan-en-Yvelines (alle porte di Parigi) nel 1994, e subito famoso: “In questo club non abbiamo mai visto un calciatore come lui”. Disse così Philippe Tranchant, uno dei suoi primi allenatori ai tempi delle giovanili del Caen. Niang è un bambino prodigio che brucia repentinamente le tappe.
Nel giro di tre anni passa dall’Under 19 alla seconda squadra del Caen, debutta e qualche giornata più tardi sigla la sua prima rete. Il passaggio in prima squadra è tanto naturale quanto ovvio. Impiega un mese dal debutto in Ligue 1 per gioire per un suo gol.
Impressiona Niang per quella rara capacità di abbinare le qualità atletiche che la natura gli ha donato a una tecnica invidiabile: corsa e classe, a cui di deve aggiungere la sua duttilità tattica. Se lo fai giocare centravanti, seconda punta e anche come esterno in un attacco a tre, è lo stesso.
Il nuovo Titì Henry
La sua ascesa non passa inosservata: nel 2012 viene inserito nella lista, stilata dall’autorevole settimanale spagnolo Don Balón, dei migliori calciatori nati dopo il 1991. Qualcuno si spinge addirittura oltre, scomodando un fuoriclasse francese: M’Baye Niang è il nuovo Titì Henry.
Non sarà mai così. Per una serie di motivi: Henry era dotato di una classe immensa. Niang ha il suo di talento, ma la testa non è quella proprio del giocatore che vuole diventare top player: nel 2012, quando era ancora minorenne, venne fermato dai vigili urbani di Milano senza patente, facendo infuriare il club rossonero; un esempio che non prese come monito dal momento che due anni dopo causò un incidente stradale a Montpellier, alla guida della sua Ferrari 458 Spider, condannato addirittura a 18 mesi con la condizionale. Anche in questo caso, come in quello precedente, aveva giurato di non esser lui alla guida.

Una seconda chance
Dopo l’esperienza al Milan il suo talento sprecato passa dal Watford al Torino, taslocando dal Rennes all’Al-Ahli, prima di tornare in Francia per giocare con Bordeaux e Auxerre.
Attualmente svincolato, è stato Galliani a pensare nuovamente a lui. Dopo averlo preso per il Milan, ora potrebbe accoglierlo al Monza. D’altronde tutti hanno bisogno di una seconda chance.