Nel corso dell’Autosport International, Laurent Mekies, vice-direttore di gara e della sicurezza in Formula 1, ha spiegato alla platea che la Federazione, di concerto con i piloti, ha analizzato il botto di Alonso durante il Gran Premio d’Australia 2016, valutando la situazione in caso di adozione dell’HALO, che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) venir implementato nel 2018.
“Abbiamo guardato specificamente a questo incidente quando abbiamo fatto gli studi sull’Halo” – ha detto Mekies – “Abbiamo visto come sarebbe atterrata la vettura, ma soprattutto cosa sarebbe successo quando il pilota doveva uscire dall’abitacolo“.
“La risposta è da dividere in due parti” – spiega Mekies – “La prima parte è che la procedura standard richiede che i commissari rimettano la vettura sulle sue ruote. Dobbiamo accettare però che se il ragazzo si senta bene, non aspetterà questo, ma proverà ad uscire da solo dalla vettura. Non è una grande idea se si considera il sistema elettrico della vettura. Per questo motivo probabilmente sarebbe meglio aspettare“.
Continua il membro della Federazione: “Abbiamo messo uno dei nostri telai a testa in giù con l’Halo, con all’interno Andy Mellor (consulente del Global Institute for Motor Sport Safety), chiedendogli di uscire come ha fatto Fernando, ed incredibilmente lo ha fatto. In questo caso, dunque, l’Halo ha creato uno spazio per respirare al pilota. Quando l’abbiamo mostrato ai piloti, sono rimasti colpiti dalla velocità con cui Andy è potuto uscire dalla vettura, ma ci hanno anche chiesto di avere la possibilità di effettuare questo test prima che venga introdotto il dispositivo“.
Nonostante tutto, Mekies spiega come non sia ancora certo che nel 2018 vedremo l’HALO sulle monoposto: “Il progetto è completo ed è stata una delle ricerche più intense di sempre. Per quanto riguarda il lavoro di ingegneria, è completo. Adesso c’è una discussione più filosofica tra gli azionisti, i piloti, la FIA ed i team per capire se è la cosa più giusta per la Formula 1 o se abbiamo bisogno di qualcosa di differente. Non siamo ancora sicuri di quel che accadrà nel 2018“.
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