In esclusiva per la redazione StadioSport, abbiamo intervistato un ex calciatore di Serie A: Luciano Zauri. Atalanta, Chievo, Lazio, Fiorentina, Sampdoria e Pescara, queste sono le maglie indossate dall’ex terzino. A gennaio spengerà 40 candeline e come desiderio, ha quello di allenare, infatti dopo l’ultima parentesi a Pescara, ha prima allenato la Beretti degli abruzzesi e poi è diventato collaboratore tecnico.
Buonasera, cosa ne pensa del Var, è utile o necessità di miglioramenti?
“Buonasera, sono assolutamente a favore perché non è possibile fare un goal di mezzo metro dentro e non vederlo convalidato. Certo non è bello vedere tutte queste interruzioni di gioco e numerosi calciatori intorno all’arbitro, quindi sono assolutamente a favore ma necessita ancora di qualche piccolo miglioramento”.
Lei ha giocato in tante squadre, qual è la squadra dove si è sentito a casa e qual è il ricordo migliore che porta.
“Sicuramente la prima squadra in cui ho giocato: l’Atalanta, dove ho giocato per 13 anni tra settore giovanile e prima squadra. E poi c’è la Lazio che è la squadra che mi ha portato nel calcio che conta per la quale ho giocato per cinque anni consecutivi prima di tornarci per un altro anno e mezzo, per cui direi queste due squadre: Atalanta e Lazio”.
Proprio queste due squadre dove possono arrivare in Europa League?
“La Lazio ha un potenziale sicuramente diverso e può arrivare fino in fondo. Il problema sta nel fatto che la rosa non è propria lunga, quindi aggiungendo campionato, Coppa Italia e infortuni a lungo andare può avere qualche problema. L’Atalanta dal canto suo sta andando alla grande perché non ha nulla da perdere e sta giocando benissimo. Le auguro di passare il turno e poi vediamo cosa succederà”.
E in Italia la favorita allo Scudetto resta la Juventus?
“Dico di sì guardando il passato recente, poi chiaramente le altre di sono rinforzate e il divario è diminuito ma la favorito resta la Juventus”.
Dopo l’esperienza come collaboratore lo scorso anno a Pescara, lei è fermo. Cosa ha in programma per il futuro?
“Ho appena conseguito il Master a Coverciano quindi ho tutto per allenare la massima categoria. Sono nello staff tecnico di Oddo e in questo momento siamo fermi, ma aspettiamo la chiamata giusta per ripartire”.
Per concludere volevo che spendesse due parole dando un consiglio a tutti i giovani che sognano di diventare calciatori.
“Io sono stato un calciatore qualche anno fa e ho vissuto un calcio diverso da come è oggi, senza social network, telefonini e WhatsApp. Il consiglio che posso dare e di vedere meno televisione e pensare di più alle cose reali. È importante avere alle spalle una famiglia che segua questi ragazzi, che è la base per un buon futuro, ma spesso arriva anche chi non ha una famiglia solida dietro. Il consiglio è di avere la testa sulle spalle sempre”.
Teo Carlucci © Stadio Sport
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