Vita e miracoli sportivi di Dirk Kuyt, un uomo che profuma di leggenda

Sì, la vita è meravigliosa. Non ho vinto alla lotteria ma posso dire, con estremo piacere, di aver visto giocare l’olandese Dirk Kuyt. Non è mai stato un fenomeno come Ronaldo e Messi, ma ha incantato le platee di Olanda, Inghilterra e Turchia come pochi altri hanno saputo fare. Dirk Kuyt si ritira dal calcio e lo fa da Campione d’Olanda con il Feyenoord, club in cui aveva già militato 13 anni fa e che ha riportato sulla vetta d’Olanda dopo diciotto anni di digiuno. Ripercorriamo le tappe più importanti della carriera di Dirk, che più volte è stato a un passo dal venire in Italia (soprattutto con Benitez all’Inter). 

Gli esordi

Figlio di un pescatore, Dirk sviluppa fin da piccolo una passione per il calcio e cresce nella squadra dei Quick Boys, la squadra amatoriale della sua città natale Katwijk.

Nel marzo del 1998 diventa un giocatore professionista con l’Utrecht, squadra che milita nell’Eredivisie e inizia a fare il bello e il cattivo tempo sulla fascia destra: qualche gol i primi anni, 10 gol nel 2000-2001 e 20 gol nel 2002-2003.

Un’esplosione di potenza e classe che si abbatte sul Feyenoord in finale di Coppa d’Olanda: Kuyt segna tre reti e regala la coppa all’Utrecht, ma lo stesso anno viene venduto proprio al Feyenoord per rimpiazzare un certo Pierre Van Hooijdonk

Al Feyenoord, Kuyt si trasforma ben presto in idolo e alla sua prima stagione in biancorosso mette a segno 20 reti. Dirk è un leone in gabbia e gli avversari non sanno come contenerlo. L’anno successivo realizza 29 gol e diventa un ambito oggetto di mercato fra le big europee ma decide di rimanere al Feyenoord.

La stagione 2005-2006 è quella della consacrazione, Dirk mette a referto altre 25 reti ma non riesce a portare il titolo a Rotterdam. Dopo aver raggiunto la cifra record di 71 reti in 101 partite di campionato, Kuyt lascia la terra nativa e si trasferisce a Liverpool, sponda reds, per la cifra misera di 10 milioni di euro (somma nettamente inferiore al suo valore).

Fonte immagine: Planetfootball.com

Il Liverpool era reduce dalla vittoria storica in Champions League contro il Milan e poteva contare su una rosa di prim’ordine. In sei anni di permanenza ai reds, segna 71 reti in 285 partite ma non riesce a portare a casa alcun titolo.

Benitez stravede per lui e cerca in tutti i modi di innescare le sue giocate, Kuyt risponde presente ma la sfortuna è in agguato. Nel 2007, Kuyt segna in finale di Champions ad Atene ma non riesce a evitare la vendetta del Milan, che si impone 2-1 e torna sul tetto d’Europa dopo la beffa di Instanbul.

Le delusioni continuano anche con la maglia della nazionale olandese: nella finale della Coppa del Mondo, l’Olanda cede 1-0 alla Spagna e si deve accontentare del secondo posto. Nel 2012 si trasferisce in Turchia al Fenerbahce e in tre anni riesce a vincere il suo primo scudetto nel 2014. Una gioia grande per Dirk, che fino a quel momento aveva collezionato solo Coppe di Lega. Nel 2015, Benitez svela i retroscena dell’affare Kuyt ai tempi dell’Inter e accusa la società nerazzurra di non aver rispettato la promessa fatta a inizio stagione di portare il giocatore olandese in nerazzurro. 

Nel 2015, ritorna al Feyenoord e promette ai tifosi di riportare la squadra ai vertici. Nel 2015 contribuisce alla vittoria della Coppa d’Olanda, che mancava dal 2008, e quest’anno si regala una stagione da sogno culminata nella fantastica tripletta che consegna lo scudetto al Feyenoord dopo 18 anni. Un successo voluto, sperato e promesso che sancisce la fine della carriera calcistica di Dirk, che in questi giorni ha annunciato il suo ritiro dal calcio. Il calcio è il regno delle parole al vento e fa specie pensare che Kuyt sia uno tra i pochi che sia riuscito a mantenere le promesse. 

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