Anche Donnarumma senior, meglio noto come Antonio, è da oggi un giocatore del Milan. Ingaggiato per far tacere Raiola e costringerlo a dare il suo assenso al rinnovo del suo sciagurato e immaturo pargoletto Gigio, l’ex portiere di Genoa, Gubbio e Bari ha firmato un contratto dalla durata non specificata che gli consentirà di incassare ben un milione di euro.
Un contratto immeritato, ma necessario, per un portiere che, a 27 anni, non ha mai incantato e che, a dire il vero, è anche scarso. Ha militato in varie squadre di basso livello come Gubbio e Asteras Tripoli subendo gol a grappoli e ha faticato anche a Bari. Con il Genoa ha fatto da terzo portiere a Perin e Lamanna. Una carriera di altissimo profilo, dunque.
Che se ne fa il Milan di uno come lui? Considerando che Gabriel ha dimostrato di essere proprio un portiere brasiliano come quelli di un tempo, cioè un disastro totale, e che Plizzari è forte, ma deve farsi le ossa in un campionato serio come quello cadetto anziché perder tempo con la Primavera, i rossoneri hanno preferito mettere in rosa uno che, quantomeno, è un prodotto del vivaio. La scelta non è delle migliori, a nostro parere, ma era necessaria per far tacere, si spera per sempre, i Raiolas.
Non è la prima volta che un giocatore di peso costringa, più o meno velatamente, ad ingaggiare un fratello o amico scarso: parlando solo del Milan, citiamo i casi di Seedorf e Kakà, che ottennero da Galliani l’ingaggio di Esajas e Digao. Il caso del primo è diventato una specie di favola a lieto fine (quale?) con tanto di esordio. Ma che ci fosse qualcosa di strano nell’ingaggiare un giocatore in evidente sovrappeso si sapeva. Era, ed è, amico di uno dei giocatori più importanti del club e, come diceva uno che di intrallazzi poco chiari se ne intendeva, “a pensar male degli altri si fa peccato, ma qualche volta si indovina”.
Sul secondo caso, quello dell’imbarazzante difensore centrale Digao, è stato detto poco, ma l’evidente tentativo del padre Bosco Leite di ricattare il Milan portando via il magnifico numero 22 se non avesse ingaggiato anche l’altro figliolo, era evidente. E funzionò. Adesso bisogna limitare i danni ed evitare di farne altri, per cui Donnarumma dovrà accomodarsi in panchina. Certo, il milione non glielo leva nessuno, ma l’anno prossimo potrebbero arrivarne una settantina in più…
Non fa piacere a nessuno il fatto che si sia dovuti ricorrere a questo, ingaggiando uno che ha anche messo un like su Instagram ad un delirante post di un cognato nervoso che ha apostrofato la società con il poco simpatico epiteto di “pagliacci”, ma come diceva un altro che ne fece di ogni, “alea iacta est”. Il danno è fatto, insomma, ma l’importante è non ripeterne.
Con energiche pacche sulle spalle ed uno scappellotto a Gigio da parte di don Mirabelli, la vicenda dell’estate si chiude tutto sommato bene e gli avvertimenti del caso sono stati lanciati. Adesso a parlare dovrà essere il campo.
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