La grossa speranza del tennis a stelle e strisce, colui che ha il compito di riportare grandi gli Stati Uniti nel circuito maschile dopo anni di alti e bassi, un nome che porta con sé tante ambiziose aspettative, ecco Frances Tiafoe.

La nomea che, ahi lui, si è fatto, non è di quelle facili da sostenere, anche perché, gli Stati Uniti credono davvero tanto in questo campioncino classe ’98 del Maryland, eppure spesso, gli stessi americani, non ci hanno visto tanto bene in termini di futuri campioni.

Gli ultimi in ordine di tempo, bruciati da troppe esagerate aspettative, forse giuste, forse sbagliate, ma comunque devastanti a livello psicologico, sono stati Donald Young e Ryan Harrison che, sebbene continuino a bazzicare nel circuito dei grandi ottenendo qua e là qualche risultato, non hanno confermato tutto l’hype che c’era nei loro confronti.

Ma gli americani, si sa, amano sempre fare le cose in grande e, difficilmente, imparano dai loro stessi errori e così, ecco che la valanga delle aspettative di ritrovare un campione del calibro di McEnroe, Connors, Sampras, Agassi e Roddick, si sono riversate come uno tsunami su Frances Tiafoe.

Il ragazzino del Maryland, afroamericano, figlio di immigrati della Sierra Leone, ha conquistato il fardello del campione a stelle e strisce del futuro, grazie a buoni risultati a livello juniores, a buone potenzialità messe in mostra sul campo, e alla faccia giusta, quella spavalda e che buca lo schermo che tanto piace nel Nuovo Continente.

Tuttavia, a livello di risultati sul campo, gli acuti che il mondo del tennis statunitense si aspettava fin dalla tenera età, non sono ancora arrivati, un po’ perché lo sport si sta muovendo in una direzione di progressivo “invecchiamento” e un po’ perché Frances non sembra ancora completo (e sereno) per poter competere con continuità ai primissimi livelli.

Ciò nonostante, questo 2017 gli ha permesso di togliersi i primi sfizi in termini di successi, seppure estemporanei, e di conoscenza di campi e palcoscenici importanti, gavetta che gli sarà utile nella stagione che verrà.

Tiafoe è cresciuto immerso nel mondo del tennis nel circolo del Maryland dove il padre lavorava come carpentiere e condividendo questa passione con il fratello gemello Franklin con il quale giocava a qualsiasi ora quando non era impegnato ad allenarsi anche contro il muro, da solo, per aiutare reattività dei movimenti e velocità degli spostamenti.

Insomma, solo tennis, per tutto il giorno, a tutte le ore, da solo o in compagnia, simulando sfide contro Federer e Nadal ed imitando le gesta ed i movimenti del suo grande idolo, l’immenso Pete Sampras.

Ed infatti, il tennis di Tiafoe è quello moderno e al 100% statunitense basato su fisicità, potenza, esplosività su tutti i fondamentali, ma in particolare servizio e dritto, già adesso le sue armi più letali.

Forte di una statura che sfiora il metro e novanta, Frances sfrutta alla perfezione la rapidità e la precisione del suo servizio, prediligendo, come la stragrande maggioranza dei tennisti ormai, la potenza soprattutto sulla prima palla, mediamente sopra i 200 km/h.

Ma il servizio, più di tutti gli altri fondamentali, rimane quello su cui è più naturale continuare a lavorare e a migliorare con l’esperienza e la maturità, cercando di capire l’importanza anche di variazioni e possibili schemi non sempre basati su forza e strapotere fisico.

Sebbene il suo idolo sia dichiaratamente Pete Sampras, per ora, in questa sua fase in erba della carriera, il serve and volley non è minimamente contemplato nel suo scacchiere tattico, ma Tiafoe preferisce comandare da fondocampo con i suo precisi e violenti colpi a rimbalzo, soprattutto dal lato destro, dove con un’apertura molto ampia e con il braccio piegato, quasi a mo’ di fionda, riesce a generare dritti davvero micidiali.

Dall’altro lato, la situazione è leggermente differente, ed il rovescio necessita ancora di diverso lavoro perché troppo discontinuo, spesso contratto e rigido con la conseguenza di mandare di là dalla rete un colpo di rimessa in gioco, passivo e facilmente aggredibile.

Fisicamente, però, Frances appare dotato oltre misura con una struttura che gli permette di essere potente nei colpi quanto leggero e scattante negli spostamenti soprattutto in avanti, verso la rete, mettendo in mostra spiccate doti difensive ed una interessante completezza tattica.

Il neo al momento più evidente e sul quale sarà necessario un lavoro ancora più ingente e determinante rispetto alle più o meno grandi modifiche da effettuare sui suoi fondamentali, è sotto il profilo mentale ancora a corrente alternata.

L’impressione, infatti, è proprio quella di avere una lampadina che con la semplicità di un click si possa accendere e spegnere da un momento all’altro, con picchi di rendimento super elevati tanto da costringere Re Roger al quinto set nel primo turno di Flushing Meadows, opposti a devastanti crolli dopo i quali trova ancora difficoltà a rialzarsi.

Se riuscirà a migliorare sotto questo aspetto, rimanendo costantemente sul pezzo, per lo meno limitando l’entità di questi momenti neri, e se sarà capace di non dare peso alla pressione ingente che proviene dal popolo tennistico americano, Frances potrà provare a togliersi delle buone soddisfazioni perché il materiale che ha esposto fin qui, è di altissimo livello.