Il movimento tennistico al maschile per l’Australia sembra davvero florido e, se già adesso, alcuni interessanti prospetti hanno fatto il loro ingresso tra i big, c’è qualcun altro che punta ad entrarvi molto presto, uno di questi è Alex De Minaur.
Non solo Kyrgios e Kokkinakis, l’Australia al maschile non sembra smettere di sfornare potenziali campioni del futuro e punta davvero tanto su questo ragazzo, classe ’99, di origini uruguaiane e spagnole.
Sebbene Alex abbia deciso di tornare nella terra della madre in Spagna, ad Alicante, dove si allena a tempo pieno, la Federazione Tennis Australia non ha mai interrotto i contatti con questo possibile campioncino continuando a seguirlo con tanta attenzione.
NOME | ALEX |
COGNOME | DE MINAUR |
DATA DI NASCITA | 17.02.1999 |
NAZIONALITA’ | AUSTRALIA |
RANKING | 210 |
COLPO PREFERITO | ROVESCIO |
HIGHLIGHTS | 2T AUSTRALIAN OPEN |
Alex De Minaur ha iniziato a giocare a tennis quasi per caso, perché la madre un giorno, decise di iscriverlo ad uno dei corsi offerti da un circolo locale.
Ebbene, quel giorno, quella decisione, hanno cambiato il destino di questo ragazzo, e un po’ anche della madre che, da allora, non ha smesso di seguirlo in giro per i tornei di tutto il mondo.
Il giovane Alex è cresciuto nel mito di un campionissimo australiano, sebbene fin da piccolo, abbia vissuto, e si sia allenato in Spagna, ovvero Lleyton Hewitt.
Non è un caso, dato che quando Alex impugnava la racchetta per le prime volte, il mito di Lleyton, specialmente in Australia impazzava alla grande, e tantissimi ragazzi si sono innamorati del “signore dei pugnetti e dei c’mon”.
Ed in effetti, sebbene riconosca in Roger Federer un altro immenso esempio da imitare, come altrimenti non potrebbe essere, il tennis di De Minaur richiama quello del cannibale australiano per regolarità, solidità e peculiarità tecniche e tattiche.
Fisso sulla linea di fondocampo, Alex ama scambiare, anche davvero a lungo, con i suoi colpi a rimbalzo, piatti, poco effettati ma estremamente continui, specialmente sul lato sinistro, del rovescio, il suo fondamentale preferito.
In effetti è con il rovescio che Alex sente maggiormente la fiducia di andare per il vincente con convinzione e decisione, perché è tra i due fondamentali a rimbalzo quello più naturale, con un movimento meno elaborato.
Tuttavia, anche il dritto si presenta come un colpo ben confezionato, con il quale riesce a trovare una buona solidità anche dopo scambi davvero prolungati, ed infatti non disdegna spesso spostarsi per giocare lo sventaglio dall’angolo sinistro, rinunciando consapevolmente alla brillantezza del suo rovescio.
L’occasione in cui, però, il dritto sembra essere davvero efficace e molto interessante, è sui recuperi, sostenuti da una eccellente condizione atletica, e giocati spesso con margine, con traiettorie lavorate e cariche che gli consentono di rientrare a pieno regime nello scambio, rendendolo così adatto anche alla terra rossa.
Il servizio, invece, è molto solido e preciso sulla prima ma perde di rapidità e di efficacia sulla seconda, ancora troppo morbida e facilmente aggredibile, ma comunque continua e ciò gli permette di evitare, per lo meno, tonnellate di doppi falli.
Sebbene siano pochi anche gli ace e i servizi vincenti diretti, De Minaur riesce a trovare comunque delle soluzioni insidiose grazie alle traiettorie esterne, sia da destra che da sinistra, che gli consentono di aprirsi l’angolo e dare il via alla propria manovra.
Forte di una notevole rapidità negli spostamenti e di una buona applicazione alla fase difensiva, De Minaur tende però, ad indietreggiare troppo rispetto alla linea di fondocampo, quasi come un riflesso istintivo che lo porta a trovarsi spesso in una condizione di costante recupero sotto le bordate avversarie.
Questo aspetto potrebbe rivelarsi un problema, soprattutto se si considera la sempre più ingente formazione di giovani tennisti che amano spingere e che sono sostenuti da pesanti servizi e colpi a rimbalzo.
Il tennis moderno, infatti, sembra muoversi sempre più velocemente verso una proliferazione sempre maggiore di “big hitters”, di “big servers” che amano colpire violentemente la palla ed accelerare su ogni colpo.
In uno scenario simile sembrerebbe complicato per De Minaur e per il suo tennis solido e regolare, trovare il giusto spazio e la strada del successo, ma una preparazione atletica solida come la sua e una consapevolezza delle proprie caratteristiche come la sua, potrebbero sopperire a qualche deficit in termini di potenza.
Infatti, quello che sorprende vedendo De Minaur e pensando alla sua età, è la maturità e la compostezza con cui approccia ogni situazione sul campo, dimostrando spesso lucidità e forza mentale, attributi non da poco in uno sport psicologico come il tennis.
La sensazione, allora, è che se riuscirà ad unire a questa già evidente dedizione al lavoro, e a queste già brillanti doti mentali e fisiche, una maggiore potenza, un potenziamento della massa muscolare per riuscire meglio nel braccio di ferro con gli avversari grandi colpitori, il futuro di De Minaur potrebbe essere brillante.
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