Una ventesima giornata scoppiettante quella di Serie A, dove praticamente è successo di tutto. La Roma è passata a Udine con Nainggolan e dopo essersi divorata 3-4 palle gol clamorose (Dzeko ha anche sbagliato un rigore), il Torino ha dilapidato due gol di vantaggio contro il Milan, la Juventus è crollata a Firenze, Lazio e Napoli si sono avvicinate. Ecco le cose da ricordare e da dimenticare di questa giornata.
INTER
La quinta vittoria consecutiva targata Pioli è una autentica perla di rara bellezza. L’Inter domina un Chievo timoroso, si divora 4-5 gol ed entra negli spogliatoi sotto di un gol. Come se nulla fosse, i nerazzurri rientrano in campo nel secondo tempo dove avevano lasciato e continuano a macinare gioco, Sorrentino para anche le mosche ma poi capitola sotto i colpi di Icardi, Perisic ed Eder. La prima di Gagliardini, inoltre, è da applausi. Straripante.
LAZIO
Dopo la vittoria sofferta contro il Crotone, arriva la preziosissima vittoria in rimonta contro l’Atalanta che profuma di Champions League. I biancocelesti infatti hanno reagito con impeto al vantaggio dei bergamaschi e si sono riversati in attacco senza paura. Milinkovic è volato in cielo per il pareggio e Immobile ha trasformato il rigore del 2-1. E domenica si va in casa della Juve. Daje Lazio.
NAPOLI
Dopo un primo tempo piuttosto incolore, il Napoli rientra in campo e regola il Pescara con i gol di Tonelli (al secondo centro consecutivo), Hamsik e il solito Mertens. In attesa di risolvere il rebus Gabbiadini e del rientro di Milik, c’è da stare tranquilli. L’unico problema per Sarri è l’approccio alla partita, spesso un po’ blando. Diesel.
FIORENTINA
Battere la Juventus è sempre una grande soddisfazione, poi se ti chiami Fiorentina la gioia è ancora maggiore. La Viola asfalta i cugini bianconeri con una gara memorabile; possesso palla, pressing, verticalizzazioni, grinta, fame di vittoria. Kalinic è il profeta, Chiesa è l’allievo. Se avesse giocato sempre così, ora probabilmente sarebbe in testa al campionato. Rinata.
MILAN
Napoleone diceva di preferire generali fortunati ai generali bravi. Siamo certi quindi che se avesse dovuto scegliere un allenatore avrebbe scelto Montella, capace di trasformare il Milan in una squadra vera e capace, soprattutto, di intrattenere buoni rapporti con la fortuna. Il 2-2 di ieri sera è significativo di una squadra che non muore mai e che sa rialzarsi dopo essere caduta. Duri a morire.
JUVENTUS
2-1 contro l’Inter, 1-0 contro il Milan, 3-1 contro il Genoa e 2-1 a Firenze. Sono quattro le sconfitte in trasferta della Juventus, che sono all’Olimpico contro la Lazio è riuscita a imporsi (Khedira). A Firenze si è vista poca fame di vittoria e una squadra un po’ abulica. Fa discutere la scelta di lasciare fuori Pjanic, che avrebbe garantito un po’ di fantasia in mezzo al campo. Dybala inoltre non è più quello dell’anno scorso. La Stanca Signora.
GENOA
Quinta sconfitta consecutiva per la banda di Juric, che a Cagliari ha sfoderato una prestazione più da Mai dire Gol che da Serie A. In vantaggio di un gol, il Genoa ha pensato che la partita fosse finita e ha lasciato il pallino del gioco in mano a un Cagliari indiavolato che ha segnato 4 gol e poteva farne anche altri. La zona retrocessione è lontana, ma è sempre meglio non sfidare la sorte. Imbambolato.
TORINO
Fa bene Mihajlovic ad essere furioso perché il Torino, contro il Milan, ha gettato alle ortiche una vittoria che aveva già in tasca. Dopo il rigore del 3-0 fallito da Ljajic, è subentrata la paura di vincere e il Milan in cinque minuti ha riagguantato il pareggio. C’è qualcosa di incompleto in questo Torino, che riesce ad essere bellissimo e allo stesso tempo sciagurato. Minotauro.
PALERMO
Quando una stagione nasce male, a volte finisce peggio. In vantaggio di un gol a Sassuolo, il Palermo ha dimostrato tutta la sua fragilità ed è riuscito a prendere 4 gol in 70 minuti. C’è un grosso problema di mentalità. i giocatori ormai sono mentalmente retrocessi e sono incapaci di reagire alle sfuriate degli avversari. Psicolabile.
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