Il ruolo del portiere, si sa, è il più delicato che ci sia. Nel calcio tutti possono sbagliare, non c’è niente di male, ma se lo fa l’estremo difensore le conseguenze possono essere drammatiche. Lo sa bene Rafael Cabral Barbosa, ventiquattrenne portiere del Napoli, che sabato scorso ha spianato la strada al Palermo con un autentico svarione su conclusione da 35 metri di Lazaar. Da lì i rosanero hanno preso in mano le redini del match e, complice un altro errore in fase d’impostazione della squadra azzurra, sono riusciti a raddoppiare e poi a chiudere la partita. Tutte le colpe della sconfitta in terra sicula sono ricadute, manco a dirlo, su Rafael.
Del resto il brasiliano è preso di mira da stampa a e tifosi napoletani da inizio stagione, quando in molti hanno storto il naso vedendolo promosso titolare dopo la partenza di Reina. Già, quel Pepe Reina che oggi fa panchina al Bayern Monaco, che aveva instaurato un rapporto eccezionale con l’ambiente partenopeo, ma che non ha esitato a mollare per qualche milione sul conto in più. Lungi da noi giudicare le scelte professionali di un grande calciatore come Reina, ma vale la pena ricordare che la sua stagione in azzurro non è stata affatto esente da errori, anzi. In almeno due gare della stagione 2013/2014, le trasferte di Bergamo e Udine, il portiere spagnolo si rese protagonista di errori grossolani che costarono i tre punti alla squadra di Benitez. Eppure all’epoca nessuno se la prese col buon Pepe, tutti a ribadire che anche i migliori possono sbagliare ed oggi praticamente nessuno se ne ricorda più.
Rafael ne ha tanta di strada da fare prima di arrivare al livello di un campione assoluto come Reina, ci mancherebbe, ma la feroce critica scagliatasi contro di lui da settembre ci pare ingiusta. La vittoria in Supercoppa a Doha pareva aver restituito fiducia al numero 1 azzurro, il rigore decisivo parato a Padoin era stato la ciliegina sulla torta di una prestazione perfetta. Ma, tempo qualche settimana, sono tornate le incertezze, culminate poi nel fatale errore del Barbera. Oggi molti lo vogliono in panchina, invocano Andujar titolare, senza tener conto che l’argentino non può certamente essere la soluzione dei problemi del Napoli. Non tanto per il valore dell’ex catanese in sé, sul quale potremmo comunque discutere, quanto perché i problemi degli azzurri sono ben altri dalla questione portiere.
A Palermo, contro il folto centrocampo a tre più due trequartisti dei rosanero, Benitez ha schierato in mezzo al campo praticamente il solo David Lopez, accompagnato da un Jorginho incapace di fare filtro (e ultimamente anche di impostare). Il primo gol della squadra di Iachini è arrivato in maniera rocambolesca, ma siamo sicuri che non sarebbe arrivato comunque, viste le difficoltà del Napoli a fare la partita? Ecco perché Rafael, al netto dei suoi effettivi errori, non può essere il capro espiatorio. Perché mettere Andujar non risolverebbe un bel nulla. Perché nemmeno Reina era così impeccabile come ce lo vogliono dipingere. Perché Rafael ha alle spalle un’importantissima esperienza al Santos, ha superato un gravissimo infortunio l’anno scorso, e con tanto coraggio difende la porta della squadra con la difesa più ballerina d’Italia. Insomma, salvate il soldato Rafael.
Alessio Esposito
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