Protagonista nei giorni scorsi dei festeggiamenti per il suo quinto titolo mondiale nel suo paese natale, Cervera, Marc Marquez si è lasciato andare ad alcune riflessioni sul Mondiale appena concluso e che lo ha visto, come detto, trionfare, replicando quanto fatto nel biennio 2013-14 (limitandoci alla classe regina ovviamente).
“E’ stato un titolo speciale, non posso negarlo” – dice Marc – “C’era tanta pressione, tante aspettative su di me. Ma l’anno era iniziato assolutamente in salita, con una moto che non era di certo la migliore della griglia. Su molti circuiti faticavamo e spesso ho dovuto pensare solo a finire la gara e a guadagnare quanti più punti era possibile in ottica campionato. A volte è stata dura digerire i sorpassi degli avversari, ma la situazione era quella“.
“Già dai test invernali avevamo capito che eravamo indietro rispetto ai nostri rivali” – prosegue lo spagnolo – “Ho anche pensato che sarebbe stato impossibile raggiungerli. Poi, in Qatar, nelle ultime ore prima della gara abbiamo fatto un radicale cambiamento nel setup, trovando un punto di equilibrio che è stata la base per tutto il resto della stagione“.
“I momenti chiave sono stati le vittorie in Argentina e ad Austin, ma anche Le Mans” – sottolinea Marquez – “I più difficili, invece, il Mugello e Montmelò. Ogni gara, comunque, è stata un passo verso il titolo. Non mi aspettavo certo di essere, a 23 anni, già 5 volte campione del mondo. E’ una gran cosa davvero. Ma forse potrei averne anche di più. Nel 2015, ad esempio, ho commesso troppi errori“.
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