Il Gran Premio d’Australia di stamani non ha certo fatto pentire coloro i quali hanno puntato la sveglia all’alba, pur di non perdersi le prodezze dei centauri della MotoGP. Una gara vibrante e incerta, ricca di colpi di scena, a partire dalla caduta (indolore) che ha coinvolto Marc Marquez, spianando la strada ad un sempre più maturo e consapevole Cal Crutchlow, il quale regala una gioia immensa a Lucio Cecchinello. Alle spalle del britannico, giungono Valentino Rossi e Maverick Vinales, bravi a rimontare rispettivamente dalla 15° e 13° posizione di partenza, regalandosi un podio meritato. Medaglia di legno per Andrea Dovizioso, davanti ad un ottimo Polycio Espargaro e ad un deludente Jorge Lorenzo. Nelle altre categorie, Luthi beffa Morbidelli in volata, con Zarco che, nonostante il 12° posto, guadagna ancora su Rins, caduto. La Moto3, infine, ha visto un’altra vittoria di Binder, un una gara spezzata in due dalle cadute.
Marc si stende, Cal ringrazia
Giro 9: Marc Marquez, dominatore designato della gara di Phillip Island, sta tirando al massimo per creare del distacco sull’insidioso Crutchlow, che anzi, negli ultimi passaggi, è anche riuscito a guadagnare qualcosa. Come due anni fa, anche stavolta lo spagnolo finisce per stendersi. Una caduta indolore, chiaramente, essendosi già assicurato la settimana scorsa il quinto iride in carriera. Rimane giusto la stizza per una vittoria mancata in un weekend che lo aveva visto primeggiare in ogni condizione. Torniamo a Cal. Il pilota di Coventry, trovatosi al comando, non ha tremato, nonostante avesse Rossi a 1.9 secondi. Aiutato anche dalla scelta delle gomme (Hard anteriore), l’inglese è volato via, andando ad arpionare il secondo hurrà in carriera dopo Brno, rendendo Cecchinello ebbro di gioia. Una vittoria che vale tanto, anche statisticamente: Cal è il primo inglese a vincere il Gran Premio d’Australia, cosa mai accaduta in nessuna categoria, ed è il primo pilota di Sua Maestà, dai tempi di Barry Sheene nel 1979, a vincere due gare nella classe regina nella stessa annata. Vien proprio naturale: well done Cal!
MotoGP GP Australia 2016: la caduta di Marc Marquez
https://youtu.be/SXcRQJa39w4
Rossi, rimonta in onore del Sic. Bene anche Vinales
Nubi scure, come quelle che hanno flagellato in questi giorni questo lembo d’Australia, si addensavano sulla domenica di Valentino Rossi, dopo delle qualifiche disastrose. In particolare, la prospettiva di una gara da correre in condizioni miste, magari da flag-to-flag, spaventava, visto cos’è capitato quest’anno in situazioni simili. A dare una piccola mano ci ha pensato proprio il meteo, con un bel sole (benchè freddo) ad illuminare le sinuose pieghe di Phillip Island. In gara, si è visto un Dottore double-face. Feroce nei primi giri, quando uno ad uno ha saltato qualunque avversario gli si parasse davanti, con sorpassi spesso di fino, risalendo al 3° posto ad inizio 9° giro. A quel punto, con la caduta quasi contemporanea di Marquez e con un Crutchlow non troppo distante, si pensava al completamento della rimonta. E invece, con un occhio alle spalle, Vale ha dovuto gestire gli ormai cronici problemi della M1 con la posteriore “media”, portando a casa un 2° posto prontamente dedicato a Simoncelli, nel quinquennale di quella maledetta giornata malese. Uno sviluppo simile ha avuto la gara del suo futuro team mate, Maverick Vinales. Scattato 13°, il catalano ha avuto un inizio più soft, puntando a non stressare troppo le gomme. A cavallo della metà del gp, il pilota Suzuki ha iniziato a fare sul serio, rimontando posizioni su posizioni, fino a piombare sulla coppia Dovizioso-Aleix Espargaro, in lotta per il 3° posto. Maverick si è disfatto dei due e ha anche provato a chiudere su Rossi, ma non ne aveva più, accontentandosi del gradino più basso del podio.
Rammarico Dovizioso. Aleix Espargaro, che peccato. Lorenzo ombra di se stesso
C’è andato vicino Andrea Dovizioso, al secondo podio consecutivo. Il forlivese, partito 9°, ha impostato una gara d’attacco su una pista che non ama affatto, ritrovandosi in lotta per la top-3, dopo la caduta di Marquez. A questo punto, il pilota Ducati ha ingaggiato una splendida battaglia con un altro dei protagonisti di giornata, Aleix Espargaro, autore, come a Motegi, di un’ottima prestazione. I due sono andati avanti a forza di sorpassi e controsorpassi, con il Dovi a replicare in rettilineo alla maggior manovrabilità della GSX-RR in curva. Quando però sui due è arrivato Vinales, non c’è stato nulla da fare. Dovizioso è giunto 4°, mentre Aleix Espargaro è finito in terra a 5 giri dalla fine. Gara negativa per Jorge Lorenzo, che vede Rossi allontanarsi a 24 lunghezze, e deve guardarsi adesso anche da Vinales, dietro di 11 punti. Il maiorchino, partito bene dalla 12° piazzola, si è perso giro dopo giro, riuscendo a chiudere 6°, in pratica, grazie alle disavventure altrui.
Gli altri: Pol Espargaro in top-5, bene anche gli altri britannici. Aprilia fuori dalla top-10
Domenica da rimarcare per Pol Espargaro. Lo spagnolo del Team Tech 3, dopo la prima fila di ieri, è riuscito anche a restare prima al comando poi sul podio virtuale per un po’, prima di dover lasciar strada a piloti più veloci. Un 5° posto, comunque, ottimo. Buona è stata la gara anche di altri due piloti inglesi, ovvero Scott Redding e Bradley Smith, rispettivamente 7° ed 8°, bravi a sfilare in volata il nostro Danilo Petrucci (9°). Una tonnara, quella della lotta per le posizioni dalla 7° all’11°, che ha visto Jack Miller chiudere la top-10, mentre Bradl ha chiuso 11°, davanti all’Aprilia gemella di Bautista. A punti anche Hernandez, Laverty e l’altro australiano, Jones. Fuori dai punti Rabat e uno sfortunato Nicky Hayden, in lotta con il gruppone summenzionato, finchè, nel penultimo giro, non è caduto dopo un contatto con Miller. Ritirati anche Barbera e Baz.
Moto2: Luthi di un soffio su Morbidelli, 3° Cortese. Zarco, 12°, vede il titolo
Nella classe di mezzo, lo svizzero Thomas Luthi ha beffato il nostro Franco Morbidelli per soli 10 millesimi di secondo, in un arrivo in volata da batticuore. Completa il podio l’italo-tedesco Sandro Cortese, impresa che non gli riusciva dal GP del Giappone 2015. Baldassarri conclude 4°, precedendo Nakagami, Folger e Corsi. Per quanto riguarda la lotta per il titolo, Zarco, nonostante arrivi 12° al termine di un gran premio in ombra, non solo non paga dazio, ma allunga ancora su un Rins finito a terra nei primi giri. A due gare dalla fine, il francese vanta un +22 sul rivale.
Moto3: gara funestata dalle cadute. Trionfa Binder su Locatelli e Canet
Concludiamo con la Moto3. E’ stato un gran premio molto travagliato, quello della entry class. Nella prima parte, i piloti sono caduti giù come birilli a seguito di vari incidenti. Ad uscirne peggio sono stati John McPhee, con un pollice fratturato, e soprattutto Enea Bastianini che, travolto dalla moto di Navarro, ha rimediato una costola ed una vertebra fratturate e, nell’occasione, è stata esposta la bandiera rossa. In generale, è stata un’ecatombe per i nostri, con anche i vari Di Giannantonio, Bulega, Bagnaia, Antonelli, Migno e Valtulini che non hanno completato la gara. Dopo la seconda partenza, Binder ha dominato la scena, vincendo la 6° gara del campionato (13° podio), davanti al nostro Andrea Locatelli e allo spagnolo Aron Canet, che ha beffato in volata, nell’ordine, Darryn Binder, Loi, Martin e Ramirez, tutti in quattro decimi di secondo.
Moto3 GP Australia 2016: l’incidente che ha provocato la bandiera rossa
https://youtu.be/gGMs_7NnV2I
Domenica prossima si conclude questo trittico, con il Gran Premio di Malesia, a Sepang, penultimo appuntamento della stagione.
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